

Suonavano le campane come sempre. È questo il motivo per cui il 26 settembre scorso i guerriglieri dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante hanno attaccato due chiese a Raqqa, in Siria, distrutto la croce che si trovava su una di queste e l’hanno sostituita con la bandiera nera degli estremisti islamici.
«NON SUONATE LE CAMPANE». France 24, grazie alle testimonianze degli abitanti della città, è riuscita a ricostruire quanto successo. Spiega Ahmed, residente a Raqqa: «Una settimana prima di attaccare le chiese i jihadisti hanno chiesto ai cristiani di smettere di suonare le campane quando il muezzin chiamava alla preghiera. (…) I responsabili della chiesa hanno detto che suonavano le campane al mattino, a mezzogiorno e alla sera per rimarcare i momenti della giornata e non per provocare i musulmani».
[internal_video vid=122913] CHIESE ASSALTATE. I guerriglieri non hanno però voluto sentir ragioni e hanno minacciato i cristiani di fermare le campane entro 48 ore, o «avrebbero bruciato la chiesa». I cristiani «hanno dovuto obbedire» ma «nonostante questo il 25 settembre circa 40 jihadisti hanno saccheggiato l’edificio religioso, distrutto la croce e bruciato alcuni paramenti sacri in pubblico, davanti alla chiesa».
«OBBLIGATI A CONVERTIRCI». I terroristi islamici hanno anche «minacciato di trasformare la chiesa in moschea», ma ancora «non l’hanno fatto». Ahmed racconta anche che molti cristiani sono stati minacciati: «Gli hanno detto che avrebbero espropriato tutto quello che avevano, per questo in tanti si sono dovuti convertire».
[internal_video vid=123137] PROTESTE CONTRO I TERRORISTI. Nei giorni scorsi gli abitanti della città si sono ribellati al dominio dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante. Per questo hanno inscenato diverse proteste in piazza. In una di queste, è stata innalzata un’enorme croce di legno per rigettare l’imposizione dell’islam.
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