Sindaco musulmano in Michigan vieta le bandiere del Pride, panico tra i liberal

Di Piero Vietti
20 Giugno 2023
Quando fu eletto venne esaltato dalla sinistra perché simbolo del multiculturalismo anti Trump. Adesso che, come islam comanda, censura gli lgbtq, tanti si sentono traditi. Cortocircuito politicamente corretto
pride islam michigan

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Se fosse una metafora, il recente caso di Hamtramck, città di 28.000 abitanti in Michigan il cui consiglio comunale ha appena approvato una legge che vieta di esporre nei luoghi pubblici le bandiere del Pride, sarebbe perfetta per descrivere il cortocircuito politicamente corretto che ha investito tanti progressisti. Spesso portata a esempio di città multietnica che deve molta della sua fortuna all’immigrazione, per almeno un secolo Hamtramck ha accolto soprattutto polacchi e ucraini, ma anche bosniaci e albanesi. Negli ultimi dieci anni è diventata invece un punto di riferimento per i migranti arrivati dallo Yemen e dal Bangladesh, che in fretta sono diventati maggioranza in una città abitata anche da molti bianchi e afroamericani.

La maggioranza musulmana di Hamtramck, in Michigan

In piena campagna elettorale di Trump, nel 2015, la città del Michigan è diventata luogo di riscatto e resistenza contro il razzista Donald, tanto che l’elezione del primo consiglio comunale a maggioranza musulmana fu festeggiata dai liberal come la giusta risposta, civile e inclusiva, alla retorica islamofoba trumpiana. Due anni fa, raccontava ieri con toni mesti Repubblica, «venne eletto Amer Ghalib, primo sindaco musulmano di origine yemenita negli Stati Uniti», e «i Democratici scesero per strada e lanciarono confetti al suo passaggio».

Adesso che Ghalib e la sua giunta hanno vietato l’esposizione di bandiere arcobaleno nei luoghi pubblici – decisione accolta da un’esplosione di gioia dei cittadini di fede islamica presenti al dibattito, raccontano – molti liberal parlano di tradimento. Ma come, ha detto al Guardian l’ex sindaco di origini polacche Karen Majewski, rivolgendosi alla comunità musulmana, «vi abbiamo sostenuti quando eravate minacciati; ora i nostri diritti sono minacciati, e a minacciarli siete proprio voi».

Eletto in nome della diversità, il sindaco non tollera i diversi

Improvvisamente destati dal sogno politicamente corretto in cui il sindaco musulmano serviva come figurina da attaccare nell’album dei “buoni” solo perché attaccati dai cattivi conservatori, gli elettori di sinistra si sono dunque accorti che l’islam non è esattamente la religione della tolleranza, e che i musulmani tendono a non essere liberali, ma semmai insofferenti alle rivendicazioni woke, in particolare a quelle sui diritti Lgbtq. Il sindaco eletto in nome della diversità ha vietato l’esposizione in pubblico di qualsiasi bandiera con riferimenti d’odio, di fatto accomunando il vessillo arcobaleno a simboli neonazisti.

Non solo: come riporta la Cnn, con questa legge in vigore anche bandiere religiose saranno vietate. Ghalib ha detto di volere essere equo e non discriminare nessuno e che sono i sostenitori Lgbtq ad avere alimentato la tensione imponendo la loro agenda a discapito di altri, e che comunque la norma vieta l’esposizione anche di altre bandiere. Nel frattempo, riporta il Guardian, diversi membri della comunità musulmana della città chiedono ai manifestanti del Pride di «stare a casa» per non turbare i bambini. Paradosso a parte, il caso di Hamtramck dimostra che la realtà è molto più complessa delle semplificazioni del liberalismo progressista.

C’è sempre qualcuno discriminato che appena può discrimina più degli altri. Sottovalutare il fatto che per la cultura islamica l’omosessualità è non solo un peccato, ma anche un reato, pensare che basti valorizzare il “diverso” in chiave anti Trump o anti conservatori, è stato evidentemente un errore. Razza e religione dividono ad Hamtramck, un consiglio comunale a maggioranza islamica sarà anche divertente da sventolare in faccia a Trump, quando vieta di sventolare bandiere per legge diverte un po’ meno. Ci pensino anche quei conservatori che esultano in questi giorni per la randellata di Ghalib al Pride.

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1 commento

  1. Lucio Saccone

    A parte il senso dell’articolo, che condivido in pieno, a Repubblica non si sono chiesti come potessero tirare i confetti senza rischiare di ferire qualcuno? Magari erano coriandoli….

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