Sforza Fogliani (Confedilizia): «L’immobiliare affossato dalle tasse»

Di Matteo Rigamonti
22 Novembre 2012
«I provvedimenti del governo contrari alla casa non si contano più. Ad essere penalizzati sono soprattutto i redditi da locazione». Intervista al presidente di Confedilizia

Dopo la Spagna, gli sfratti arriveranno anche in Italia. Solo che da noi non c’è stata nessuna bolla immobiliare dalle conseguenze devastanti come quella della penisola iberica. A spingere i proprietari di immobili nella direzione di azioni decise nei confronti degli inquilini in affitto saranno piuttosto la pressoché totale assenza di una politica abitativa del governo e la sempre più esasperante pressione fiscale sulla casa, in particolare sui contratti di locazione. Locazioni che oggi rendono sempre di meno. A denunciare questa difficile situazione è Corrado Sforza Fogliani, presidente di Confedilizia.

Presidente, le vendite di case (-26 per cento) sono ai minimi storici da trent’anni. Come si spiega?
Il mercato immobiliare è bloccato per il fatto che non ci sono più acquirenti. Oggi, infatti, nessuno compra, se non per necessità strette. Questo accade perché la tassazione è troppo elevata, a maggior ragione per chi apre un mutuo. Inoltre sono sempre meno gli acquisti di immobili per investimento e il motivo è sempre lo stesso: una tassazione abnorme. A questo si somma la sempre minore redditività della locazione.

Vuol dire che nemmeno affittare casa è più una fonte di guadagno sicura?
I provvedimenti del governo contrari alla casa non si contano più. Ad essere penalizzati sono soprattutto i redditi da locazione: l’esecutivo Monti ha infatti portato dal 15 al 5 per cento la quota forfettaria di reddito che si può portare in deduzione. Ma è ridicolo: non capisco come si possa pensare che la quota di reddito spesa per l’affitto sia pari solo al 5 per cento.

Che cosa ci attende nei prossimi mesi?
Vedremo. Anche se penso che gli affitti legali siano destinati a finire con le scadenze dei contratti. La tendenza poi sarà quella allo sfratto per morosità, in modo che i proprietari riescano a vendere, evitando che l’immobile occupato si svaluti. Prima invece situazioni di questo tipo erano tollerate più facilmente.

Al governo sono sordi sul tema?
Il problema è che non c’è nessuno che si occupa specificamente di politiche abitative. Costruire case che saranno pronte tra tre anni, per un’emergenza abitativa che è oggi, non serve a niente. Bisogna rilanciare l’affitto, che è già un’esigenza reale, soprattutto per gli studenti.

Cosa ne pensa dell’housing sociale?
All’estero ha già dato risultati positivi. Da noi, purtroppo, salvo eccezioni, è solo un termine che non è ancora chiaro cosa indichi.

@rigaz1

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