Senza euro e con le chiappe chiare. Ma potrebbe essere lo stesso una vacanza insurrezionale
tratto da clandestinozoom.it – La ricchezza non dà la felicità figuriamoci la miseria, diceva un adagio messo in bocca a Totò. E i media si lagnano di una estate che sarà agra, e magra, più magra per gli italiani, popolo si sa attaccato alle vacanze e alle ferie. E se l’Italia di oggi un po’ stremata deve certo ringraziare i signori della finanza e della economia (come ad esempio quelle volpi che vendettero i brevetti Olivetti del primo pc agli americani in cambio di niente – vedi Cuccia, poi De Benedetti e soci – e i signori della politica al soldo della finanza (come i mr. Euro Prodi etc.) oltre che una lunga schiera di ladri di polli e di poco di buono prestati alla politica e incapaci di fronteggiare lo strapotere bolso e tonto della burocrazia, ecco, dopo tutti ‘sti ringraziamenti, nell’andare verso vacanze più povere, sarebbe bello fare di questo gesto un po’ sbracato e lieve, di queste vacanze più popolari e meno stellate, il nostro momento rivoluzionario.
Fare della bellezza vera, low cost, della bellezza dello sguardo dei figli, degli amati, degli amici, la cosa da opporre ai beni materiali a cui ci vorrebbero appesi e da cui ci vorrebbero dipendere.
Vacanze insomma insurrezionali. Mica con grandi gesti o cortei (ci saranno più code che cortei, e chiappe chiare più che pugni chiusi…) ma con la fierezza di dire che la bellezza della vita no, non dipende dai soldi. Su questo occorre la chiarezza dei monaci, dei folli, dei profeti. E la determinazione (sorridente) degli insorti.
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