
Se ha ragione Carlo Ossola, Dante diventa davvero “uno di noi”
È Carlo Ossola, già professore ordinario di Letteratura italiana al Collège de France di Parigi e direttore del Master of Arts in lingua, letteratura e civiltà italiana all’Università di Lugano, a porre di nuovo l’attenzione su un breve frammento del Paradiso dantesco su cui si era incaponita la scienza filologica di illustri eruditi. Romanticamente, piaceva ai lettori e ai critici che l’unico personaggio a nominare direttamente Dante fosse Beatrice, nel passo famoso di Purg. XXX: «Dante, perché Virgilio se ne vada, / non piangere anco, non piangere ancora; / ché pianger ti convien per altra spada». Sulla scia di questa interpretazione, tutto il poema diventava un percorso di ricongiungimento con l’amata e, successivamente, con Dio. Tale ipotesi era confermata dall’explicit della Vita Nuova dantesca: «Appresso questo sonetto (Oltre la spera che più alta gira), apparve a me una mirabile visione, ne la quale io vidi cose che mi fecero proporre di non dire più di questa benedetta, infino a tanto che io potesse più degnamente trattare di lei».
Tuttavia, il filologo, avanzando qualche ritocco sulla lezione canonica di Giorgio Petrocchi, è di altro avviso. Non è Beatrice ad avere l’esclusiva di nominare il fiorentino, ma anche Adamo. Nell’incontro con il primo uomo, Par. XXVI, le edizioni moderne adottano il testo: «Indi spirò: “Sanz’essermi proferta / da te, la voglia tua discerno meglio»; mentre, secondo Ossola, è preferibile a “da te” – lezione minoritaria tra tutti i manoscritti che compongono l’Antica Vulgata della Commedia – il nome “Dante” – dove la “n” è resa con un trattino sopra la prima vocale chiamato titulus –, presente nella maggioranza dei manoscritti e testimoniata da diversi commentatori antichi.
La scoperta, anticipata nel Domenicale del Sole24ore, sarà chiarita dal critico il 4 aprile prossimo, a conclusione di un percorso triennale dedicato alla Lectura Dantis nel Collège de France. La lezione rinnovata sarà inserita nell’edizione del poema dantesco per opera dei tipi di Marsilio. Se fosse vera, la nominazione del poeta da parte del primo uomo farebbe del fiorentino il «novello Adamo» dell’umanità redenta, rendendo l’opera non più una personale “ricerca” amorosa, ma avvicinando il viaggio di Dante a quello di ogni uomo. Il Dante «everyman» ipotizzato da Ezra Pound.
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