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«Se abbandonano Chen al regime cinese, nessuno crederà più negli Stati Uniti»

«Voglio salire sull’aereo con Hillary Clinton insieme alla mia famiglia e volare verso gli Stati Uniti». Ha detto così Chen Guangcheng dall’ospedale di Chaoyang, dove si trova ora, in un’intervista telefonica. Lo ha ripetuto ieri in una telefonata al Congresso degli Stati Uniti. Il dissidente cieco è scappato il 22 aprile dagli arresti domiciliari forzati dove il regime lo teneva rinchiuso da quasi due anni con la sua famiglia. A conferma delle voci che circolavano pochi giorni fa, se Chen è uscito dall’ambasciata americana dove si era rifugiato a Pechino è solo perché il governo cinese ha minacciato sua moglie e sua figlia. Il dissidente le ha ritrovate sane e salve all’ospedale ma la moglie ha anche dichiarato di essere rimasta chiusa in casa per due giorni legata alla sedia da uomini armati assoldati dal Partito comunista cinese. Ora Chen è ancora in ospedale, accerchiato dalla polizia, nessuno può vederlo e non si sa che fine potrà fare.

Gli Stati Uniti hanno dichiarato che non corre alcun pericolo, che la Cina ha promesso di non fargli alcun male e che potrà continuare a vivere in una città universitaria. Ma la sua storia recente non fa ben sperare i suoi amici attivisti come Yaxue Cao, una delle prime persone a lanciare l’allarme riguardo alla situazione di Chen che, nonostante le dichiarazioni entusiaste di Hillary Clinton, si faceva sempre più critica. Raggiunta da tempi.it, ha dichiarato: «Non so se si può dire che l’America abbia “tradito” Chen, ma è evidente a tutti il cinismo della diplomazia statunitense che per raggiungere un accordo a dir poco fragile con la Cina, ha lasciato uscire il dissidente dall’ambasciata esponendolo a un pericolo serissimo».

L’ambasciatore americano in conferenza stampa ha assicurato che con la Cina è stato raggiunto un accordo eccellente riguardo alla sorte di Chen.
Tutti sanno benissimo che le promesse cinesi sono da marinaio e che il regime non è né affidabile né credibile.

Pensa che gli Usa abbiano “consegnato” Chen alla Cina?
No, ma credo che per aprire la strada ai veri motivi per cui Hillary si trovava in Cina, gli Stati Uniti abbiano raffazzonato una soluzione e lasciato Chen in un pericolo gravissimo. Gli Stati Uniti devono capire che non è solo un problema tra loro e la Cina ma tra loro e il popolo cinese, che guardano all’America con molta speranza.

Cosa potrebbe succedere a Chen e alla sua famiglia se non riuscirà a salire sull’aereo con Hillary Clinton?
Non lo so, ma la storia di Chen non lascia presagire niente di buono. Di sicuro se lo abbandonano al suo destino distruggeranno in un colpo solo l’immagine di un paese che non ha mai avuto paura di tenere a bada i regimi e proteggere gli oppressi e in cui il popolo cinese crede. È chiaro però che una volta uscito dall’ambasciata sarà molto difficili che la Cina permetterà che vi rientri, soprattutto dopo aver minacciato la sua famiglia.

@LeoneGrotti

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