La preghiera del mattino

Scholz, la Meloni e il Piano per mettere fine al tempo delle Merkel

Di Lodovico Festa
21 Giugno 2023
Rassegna ragionata dal web su: Germania e Italia in cerca di convergenze su migranti e Patto di stabilità, la necessità di superare le troppe “dipendenze economiche” europee, la minacciosa ascesa di Afd
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ricevuto a Palazzo Chigi da Giorgia Meloni
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ricevuto a Palazzo Chigi da Giorgia Meloni, 8 giugno 2023 (foto Ansa)

Sul Sussidiario Giulio Sapelli scrive: «L’Italia e la Germania, nel patto che si immagina di redigere, certo trovano o troveranno una via per meglio difendersi dalla distruzione economica dell’Europa insita nelle sanzioni anglosferiche alla Russia, di cui le suddette potenze (una grande, la Germania, e una media, l’Italia) son le prime a fare le spese. Esse non possono che correre a cercare di limitare i danni condividendo i rischi, creando nuove opportunità di reciprocità».

Sapelli ricorda rapidamente il quadro globale complicato nel quale operano oggi Germania e Italia.

* * *

Su First online si scrive: «“Vogliamo rafforzare e intensificare il dialogo bilaterale anche grazie al Piano d’azione Italia-Germania su cui abbiamo sostanzialmente raggiunto l’intesa e che vorremmo adottare nel prossimo vertice intergovernativo che si terrà in Germania entro fine anno”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel corso di dichiarazioni congiunte con il cancelliere tedesco Olaf Scholz al termine dell’incontro a Palazzo Chigi. Tra i numerosi temi trattati: migranti, Patto di stabilità, guerra in Ucraina, i rapporti con la Cina e tutta una serie di dossier economici e politici che riguardano la collaborazione tra i due paesi».

I rapporti tra Roma e Berlino sono molto migliorati e i risultati si vedono nella gestione della questione immigrati. Restano divergenze su come rinnovare il Patto di stabilità. Ma la consapevolezza di tedeschi e italiani sulla necessità di trovare convergenze pare consolidarsi.

* * *

Su Formiche Gabriele Carrer scrive: «Il documento sembra segnare una certa distanza dalla lunga era di Angela Merkel, per 16 anni alla guida del governo tedesco. La pandemia Covid-19 e l’invasione russa dell’Ucraina “hanno dimostrato che le dipendenze economiche in aree critiche possono trasformarsi rapidamente in rischi significativi per la sicurezza”, riconosce il governo tedesco che ben conosce il problema, vista la passata dipendenza energetica da Mosca. “Ciò è particolarmente vero”, si legge, “per quanto riguarda beni come i semiconduttori e i prodotti medici, nonché le materie prime critiche nelle nostre catene del valore industriali, ma vale anche per la ricerca di nuove fonti energetiche e la transizione verso le energie rinnovabili”. In questo contesto si inseriscono alcuni accordi come il Piano d’azione italo-tedesco che dovrebbe essere siglato entro fine anno in occasione di un vertice intergovernativo in Germania. “Compito dei nostri governi è quello di essere pronti a cogliere le mutate tendenze globali e continuare ad assistere al meglio le nostre imprese in questo rinnovato scenario, anche per prepararle ad affrontare una concorrenza che sarà molto ‘assertiva’”, ha dichiarato Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, nel messaggio inviato al Forum economico italo-tedesco organizzato dalla Camera di commercio italo-germanica».

Il cancelliere socialdemocratico, d’intesa con i Verdi tedeschi, sta rivedendo alcuni aspetti fondamentali della politica di Angela Merkel. Credo non sbagli Adolfo Urso quando ritiene che ciò apra spazi all’iniziativa politica italiana.

* * *

Su Scenari economici Guido da Landriano scrive: «L’assolutismo verde, che per un certo periodo aveva anche alimentato l’illusione di una Germania vincente anche dal lato dell’industria green, ha dominato negli ultimi cinque anni, ma ora si rivela solo come un’enorme illusione: Usa e Cina sono i veri vincitori industriali della conversione energetica, in ogni settore, dalla generazione all’auto. Gli stessi tedeschi iniziano ad ammetterlo. Quindi la paura dell’inflazione e della de-industrializzazione sta spingendo le soluzioni opposte, cioè quelle della Afd. In Turingia si voterà in un piccolo comune che potrebbe diventare il primo ad amministrazione Alternativa, ma ora tocca alla Cdu capire cosa vuole fare da grande, se governare coinvolgendo Afd o lasciarlo esterno al potere, unico partito di vera opposizione, a crescere all’infinito».

Gli ultimi sondaggi sugli orientamenti elettorali tedeschi danno in forte risalita l’Afd, l’“Alternativa per la Germania” che ha al suo interno non solo componenti molto estremistiche, ma nelle aree dell’Est anche collegate ai russi. È questo il risultato di 14 anni di politica consociativa di Angela Merkel: quando il popolo viene privato dalla reale possibilità di indirizzare la politica nazionale, può partorire fenomeni pericolosi. Non so se i popolari tedeschi possono inventarsi – come è stato fatto in Baviera dalla Csu con gli “indipendenti” – un partito di destra radicale ma non estremista e non condizionato dai russi. Una democrazia, comunque, può permettersi “piccole” forze antisistema, purché siano appunto piccole, non con un 20 per cento dell’elettorato: un voto di questo tipo non può non creare disfunzioni politiche dalle conseguenze non prevedibili.

Articoli correlati

0 commenti

Non ci sono ancora commenti.