Scalfari ricostruisce la sua intervista a papa Francesco. «Ho scritto le risposte con parole mie»
SCALFARI: HO ATTRIBUITO AL PAPA ALCUNE COSE NON DETTE – di GIUSEPPE RUSCONI – www.rossoporpora.org – 21 novembre 2013
Eugenio Scalfari alla Stampa estera di Roma sul mezzogiorno del 21 novembre ha illustrato il metodo “creativo” delle sue interviste.
Giovedì 21 novembre 2013 Eugenio Scalfari è venuto a via dell’Umiltà, presso la Sala Stampa estera, per rispondere alle domande di una quindicina di corrispondenti là accreditati. Sono state due ore seguite dai presenti con molta attenzione: quasi tre quarti del tempo il fondatore di ‘Repubblica’ li ha dedicati a evocare e precisare origini, sviluppi, forme e contenuti dei suoi rapporti con papa Francesco. E qui due almeno sono stati i momenti scalfariani di grande interesse.
Il primo – rispondendo a una nostra domanda – quando ha detto che le sue interviste sono fatte senza registratore e neppure bloc-notes: “Cerco di capire la persona intervistata e poi scrivo le risposte con parole mie”. Anche con papa Francesco è andata così: “Sono dispostissimo a pensare che alcune delle cose scritte da me e a lui attribuite, il Papa non le condivida, ma credo anche che ritenga che, dette da un non-credente, siano importanti per lui e per l’azione che svolge”.
Secondo momento di grande interesse quando Scalfari ha dato lettura di uno scritto inviatogli da papa Bergoglio in data 23 ottobre (un mese dopo l’intervista e tre settimane dopo la pubblicazione su ‘Repubblica’), in cui Francesco ringrazia per aver ricevuto l’ultimo libro dell’intellettuale liberal “L’amore, la sfida, il destino”, anche avendo “apprezzato molto la dedica autografa”. Aggiunge poi il Papa: “Piacerebbe anche a me incontrarci ancora per approfondire i temi su cui abbiamo iniziato la nostra conversazione durante la Sua recente visita”. Segue una contro-proposta del figlio di Sant’Ignazio, riferita a una proposta di nuovo argomento di discussione avanzata dall’intellettuale liberal-democratico: invece di “Chi ha creato il male?” il Papa suggerisce “Chi ha causato il male?”. E prosegue: “Vediamo se la Provvidenza mi permetterà di trovare un momento libero” per proseguire la conversazione. La conclusione richiama come sempre la preghiera: Francesco pregherà per Scalfari e per la sua “ricerca interiore” e chiede che Scalfari preghi per lui (Scalfari: “Sono un non-credente; dunque non prego, ma lo penso”).
Bisogna evidenziare che non necessariamente, se Scalfari ha riportato ‘creativamente’ alcune frasi di Francesco, le ha sostanzialmente travisate. Le ha certo interpretate. Qui però si pone un problema: per molti la parola del Papa è guida preziosa: se la vedono riportata tra virgolette, deducono che sia stata pronunciata effettivamente. L’interpretazione qui – e quella di Scalfari non fa eccezione – è rischiosa, poiché comporta il sorgere di malintesi e confusione tra i fedeli. Il che può essere anche una spiegazione del ritiro dell’intervista scalfariana dal sito internet del Vaticano (www.vatican.va) che riporta gli scritti papali.
Nella conversazione con i corrispondenti dei giornali esteri Eugenio Scalfari ha detto anche molte altre cose su papa Francesco e dintorni, rievocando vivacemente alcuni momenti dei suoi rapporti con lui. Dopo la pubblicazione dei due editoriali di domande al Papa (7 luglio e 7 agosto), Scalfari riceve una lettera da Giovanni Angelo Becciu, Sostituto della Segreteria di Stato, in cui l’arcivescovo sardo riferisce che il Papa aveva letto gli articoli e avrebbe risposto per iscritto, non subito perché aveva molto da fare. Ringraziamenti di Scalfari, con l’aggiunta che il fondatore avrebbe preferito un incontro faccia a faccia.
Più nulla per qualche settimana. Ma… Scalfari era in vacanza all’Argentario, quando gli telefona la colf ecuadoregna: “E’ arrivata una lettera con stemma vaticano”. La apra. “C’è un primo foglio firmato da Becciu, in cui dice di trasmettere una lettera di papa Francesco”.Quante cartelle? “Sono nove cartelle”.
Scalfari torna a Roma e manda a prendere la lettera, datata 4 settembre, di cui prende visione. Telefona allora a Santa Marta: gli passano il segretario particolare mons. Alfred Xuereb (“E’ un maltese, con quel cognome deve avere antenati arabi”), Scalfari ringrazia e preannuncia la pubblicazione della lettera papale su ‘Repubblica’. Ciò che avviene l’11 settembre. Passa qualche giorno e poi, il 20 settembre, Scalfari riceve una telefonata dalla segretaria dalla “voce affannata”: “C’è il Papa al telefono!”. Scalfari in un primo tempo dice di aver pensato a uno scherzo di un imitatore. Poi dalla cornetta fuoriesce una “voce inconfondibile”: “Sono papa Francesco, buongiorno”. Santità, sono molto confuso. “Perché confuso? Lei mi ha chiesto un colloquio…” Il Papa, racconta Scalfari, “parla tra sé: mercoledì no, martedì… martedì Le va bene? L’orario è un po’ scomodo, è alle 15.00. Se non Le va bene, cerchiamo un altro giorno”. No, non è affatto scomodo. “Deve venire a Santa Marta”. Da dove devo entrare? “Dal Sant’Uffizio, troverà qualcuno ad aspettarLa”. Santità, ho letto proprio ieri l’intervista a ‘Civiltà Cattolica’…”L’ha letta tutta? Sì. “E non si è addormentato”? No, mi sembra importantissima. Scalfari vorrebbe abbracciare il Papa telefonicamente. Il Papa rimanda all’abbraccio fisico del martedì successivo, il 24 settembre.
A Santa Marta la conversazione dura ottanta minuti. Alla fine Scalfari chiede al Papa: “Santità, Lei mi permette di dare pubblica notizia della conversazione e mi permette anche di raccontarla?”. E il Papa: “Certo, la racconti”. Scalfari: “Le mando la copia prima”. Francesco: “Mi sembra tempo perso”. Scalfari: “Non mi sembra tempo perso. Io ricostruisco, Lei fa le correzioni”. Francesco: “Se Lei insiste… ma, ripeto: è una perdita di tempo. Di Lei mi fido”.
Elaborata l’intervista (che Scalfari preferisce chiamare “conversazione” o “dialogo”), il fondatore la invia al Papa scrivendo tra l’altro in allegato: “Le debbo comunicare che ho ricostruito in modo che il racconto del dialogo sia compreso da tutti. Tenga conto che alcune cose che Lei mi ha detto non le ho riferite. E che alcune cose che Le faccio riferire, non le ha dette. Ma le ho messe perché il lettore capisca chi è Lei”. Passa un paio di giorni, poi telefona mons. Xuereb. “Il Papa mi ha dato l’o.k. per la pubblicazione”. Ma il Papa ha letto la lettera accompagnatoria? “Questo non me l’ha detto”. Glielo domandi, per favore. “Questa mattina è in giro. Torna alle due. Poi La richiamo”.
In effetti Scalfari viene richiamato alle due e un quarto: “Il Papa ha detto: Ridagli l’o.k.”. E il giorno dopo, primo ottobre, l’intervista/conversazione/dialogo appare su ‘Repubblica’. Così parlò Eugenio Scalfari il 21 novembre 2013 nella sala Biblioteca della Stampa estera di Roma, via dell’Umiltà 83c.
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17 commenti
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un bel pasticcio!
secondo me Scalfari e Bergoglio sono simili quanto a pressapochismo e la bella confusione dottrinale e di gestione del caso dimostra che sono fatti della stessa pasta
vacci a capire qualcosa
a questa chiesa le sta bene la bella figura che ha fatto in autorevolezza zero
Se Scalfari avesse parlato con Benedetto 16 non avrebbe avuto le idee cosi confuse perchè sarebbe stato chiaro preciso e conciso
Pazzesco, praticamente ammette di aver scritto quello che voleva lui, travisando le parole del papa. Lo sapevamo, ma che lo ammetta addirittura lo stesso autore dell’intervista
chi è stato lo sventurato che ha risposto alle domandine malandrine? con tutte le periferie umane e materiali, non c’era bisogno di visitare per primo l’attico di repubblica. serpi e colombe, è sempre la solita lotta.
Il Papa gli ha dato fiducia: gli ha detto (a quel che Scalfari riferisce) che rimandargli l’intervista perché la correggesse era tempo perso. Infatti lo scopo era l’incontro con un ateo, non una lezione di teologia. Dare fiducia è la chiave per ricevere fiducia. Sono certo che poi la bozza non è stata aperta da nessuno, tantomeno corretta. Nel servizio Scalfari dice solo “conferma l’ok”, nessuno può sostenere che la bozza sia stata aperta e letta..
Dare fiducia per la conversione di un cuore, chissà…
Caro omonimo, è stata pubblicata ed è rimasta pubblica sul sito del Vaticano per un bel pezzo.
Io non sono proprio certo che non sia stata aperta e visionata da nessuno: è gente fiduciosa, non ingenua.
A me quello che ha detto Bergoglio è piaciuto ma, da agnostico, posso permettermi il lusso di dubitare e obbiettare su questioni di fede/etica espresse dal Papa.
Un vero cattolico invece su questi argomenti si affida al Magistero e le cose se le fa piacere.
La tragedia vera non sta nelle parole di Bergoglio, ne’ nell’interpretazione di Scalfari, ma dal tenore dei commenti di cui sopra.
Ognuno, rilevata la discrasia tra la propria idea di cristianesimo e gli insegnamenti di Bergoglio, tenta di colmarla giustificando con l’erronea e blasfema reinterpretazione di barbaPapa’.
Credo che sia più saggio confrontarsi serenamente e sinceramente con le parole del Papa piuttosto che sfraccicare i cosiddetti a. Mezzo mondo del web con disquisizioni letterali di livello bassino.
Meno male che sei arrivato tu, alto rappresentante di mezzo mondo del ueb, a sollevare il livello della discussione. Sei per caso l’esegeta ufficiale del papa, a sua insaputa?
Oltre a una sproporzionata supponenza nei confronti degli altri commentatori, non si capisce nulla di cosa vuoi dire. Inizia a colmare questa, di discrasia.
Io non riesco a fidarmi di Scalfari, secondo me è rimasto deluso per la sconfessione della sua ‘intervista’, quindi cerca di salvare il salvabile: non può negare i suoi interventi sulla forma, significherebbe voler sbugiardare padre Lombardi, che ha parlato di resoconto in sostanza fedele, ma non per certe espressioni. Però insiste per ben due volte che il papa ha dato l’ok per la pubblicazione, dopo aver letto il testo. Eppure già il 2 ottobre, padre Lombardi avvertiva che il testo del dialogo non era stato rivisto, e trovo strano che Bergoglio abbia dato l’ok ad un testo che, al di là adesso della questioni dottrinarie: gli faceva dire che dalla fine del concilio ben poco era stato fatto nel campo dell’ecumenismo e del dialogo (facendo quindi concludere che per lui Paolo VI, Wojtyla e Ratzinger hanno passato 40 anni seduti in poltrona a grattarsi la pancia) e che lui aveva l’umiltà e l’ambizione di recuperare il tempo perso (dando così l’impressione di essere un superbo). Inoltre il testo contiene anche una palese menzogna (Bergoglio che prima dell’elezione si ritira a pregare in una inesistente stanza affianco a quella col balcone sulla piazza). Il papa avrebbe letto e approvato un testo simile che però a Lombardi non risulta essere stato rivisto? Ok che rileggere e rivedere non sono per forza sinonimi, però… boh, la cosa mi puzza ( e poi, perchè Scalfari rivela solo ora che non ha riportato sempre con fedeltà le parole di Francesco, a volte inventandole pure? E perchè neanche la Santa Sede lo ha riferito? Eppure poteva farlo, se avevano in Vaticano una lettera di Scalfari che avvertiva di ciò)
Inoltre: se il papa ha dato consapevolmente l’ok ad una intervista che contiene elementi inventati e falsi, perchè avrebbe rimproverato ad Assisi il direttore dell’OR per aver pubblicato con grande risalto quell’intervista, dandole così un ufficialità che a quanto pare non doveva avere? E perchè avrebbe poi deciso che fosse rimossa dal sito vaticano (e questo mi fa chiedere pure se è stato lui a volere che fosse inserita)? Insomma, un casino dove hanno sbagliato tutti: il papa, purtroppo, che ha peccato di ingenuità affidandosi ad un alfiere di un sistema mediatico come quello nostrano che quando si tratta della Chiesa è ben lieto di prendere lucciole per lanterne, Scalfari col suo vizio di fare interviste assai ‘creative’ e certe autorità vaticane che hanno dato in pasto ai fedeli quella intervista senza pensare alle conseguenze.
Insomma, un vero casino.
Ripeto: Scalfari e’ sempre Scalfari, un uomo scaltrito le cui parole, quando non sono manifestamente menzognere, vanno scremate. Del resto fai te a chi tra i due e’ piu’ ragionevole credere, se a Lombardi o a Scalfari.
Il papa aveva dato l’ok per la pubblicazione.
ed è satata pubblicata niente poco di meno che sul sito della Santa Sede
Scalfari non ha colpa è inutile fare tutte queste acrobazie per difendere il papa superficiale
Mi sembra che in questo caso Scalfari si sia comportato correttamente, insistendo perché il papà controllasse e approvasse. Ma è giusto che una intervista non venga pubblicata come magistero papale, bensì come opinione espressa dal sig. Bergoglio.
Ma perché fai le interviste se poi ti inventi le risposte?
Oppure: ma perché pubblichi interviste non tue sull’Osservatore Romano e sul sito del Vaticano? E perché poi le cancelli dal sito? Mysterium Fidei!!!
un giornalista si inventa e attribuisce ad altri delle frasi e la colpa é dell’intervistato … Daniele ti rendi conto della castroneria che hai scritto?
SE e solo SE (stiamo parlando di una vecchia volpe come Scalfari, avra’ pure un po’ di paura dell’inferno vedendo avvicinarsi la fine ma rimane piu’ scaltro di Berlicche) cio’ che Scalfari riferisce e’ vero, allora al Papa son sfuggite un po’ di frasi nella rilettura. Cmq il succo non cambia, Scalfari stesso ha ammesso di aver reinterpretato con parole sue, basta questo x confermare la sensatezza d’aver tolto quell’ “intervista” dal sito vaticano.
sfuggite un corno:
1) “Il Papa mi ha dato l’o.k. per la pubblicazione”
2) “Il Papa ha detto: Ridagli l’o.k.”
Scalfari è stato perfino corretto. Non è strano che non abbia registrato, è una forma di cortesia in modo tale che se gli fosse sfuggita una frase mal formulata nessuno avrebbe potuto dire “l’ha detto il Papa”.
Ricordarsi che l’incontro è durato 80 minuti era logico che qualcosa fosse condensato.
Poi il tutto è stato dato in visione al Papa che ha detto “ok” 2 volte. DUE VOLTE!
Se qualcuno ha sbagliato questa volta non è Scalfari.
Il tale si è dimenticato di attivare l’antifurto e ha lasciato il cancello aperto.
E’ stato derubato di tutto.
Se qualcuno ha sbagliato, questa volta non è il ladro.