
Salone dell’auto 2013: nessuna ricetta contro la crisi, la ripresa del mercato passa da Bruxelles
Il Salone dell’automobile di Ginevra non partorirà la formula magica per fermare la crisi di mercato delle quattro ruote in Europa. Sia perché la ragione del crollo delle immatricolazioni ha radici nella crisi economica e dei consumi che attanaglia l’Europa, sia perché l’offerta di auto ad oggi disponibile è già ricca così com’è e le prospettive per il futuro non mancano di certo. A riflettere, piuttosto, dovrebbero essere i governi, se mai volessero decidere di abbandonare l’austerity per promuovere politiche espansive che favorirebbero i consumi. Questo, in sintesi, il pensiero di Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor di Bologna, che da anni monitora con attenzione l’andamento del mercato dell’automobile europeo e che, da oggi, è in ricognizione a Ginevra.
Quali sono le condizioni in cui l’Europa delle quattro ruote varca le porte del Salone dell’auto di Ginevra, edizione 2013?
Beh, ormai è appurato che il mercato europeo dell’automobile sta attraversando una situazione abbastanza difficile. Il dato di poco più di 12 milioni di vetture immatricolate in tutti i ventisette paesi dell’Unione europea nel 2012 (-8,2 per cento rispetto al 2011 e in particolare -11,3 per cento nei paesi dell’area euro) è lì, pronto a dimostrarlo, riportando il settore ai livelli del 1995. Il calo delle immatricolazioni, inoltre, sta proseguendo anche quest’anno: a gennaio 2013, infatti, si è registrato un -8,5 per cento nell’Ue a ventisette e -12,8 per cento nell’eurozona. Ma i paesi che stanno andando peggio all’interno dell’area euro sono quelli dell’Europa meridionale, quelli soggetti alle politiche restrittive come Italia, Grecia, Spagna e Portogallo.
E nel resto del mondo, invece?
Il mercato dell’auto del resto del mondo sta andando bene: il 2012 è stato un anno da record e, probabilmente, lo sarà anche il 2013. Sono l’Europa, e l’eurozona in particolare, a rappresentare un’anomalia nel contesto globale rispetto al passato, ma lo sono nella stessa misura in cui anomala è la situazione dell’economia europea. Come se non bastasse, mentre in tutto il mondo i governi adottano politiche espansive, vedi Stati Uniti, in Europa si preferisce privilegiare i mercati finanziari e il contenimento della spesa pubblica. C’è poi il Giappone che, addirittura, persegue una politica di indebolimento del tasso di cambio. Ma l’Europa ha intrapreso una politica opposta, determinando l’aggravarsi di una crisi generale che, alla fine, si ripercuote anche sull’auto.
Come mai c’è sempre attesa per il Salone di Ginevra?
È un appuntamento molto importante perché si svolge in un mercato “neutro” come la Svizzera e si colloca alle soglie della primavera, un momento di solito rilevante per le vendite. Oltretutto, è il primo vero incontro a cui partecipano gli operatori del settore provenienti da tutto il mondo ed è l’occasione per fare il punto sull’auto, insieme, delineare strategie, accordi e politiche commerciali.
Quali saranno le novità e i temi più importanti?
Non credo che ci sarà una nuova tendenza, per così dire, “assoluta”. Come non credo che ci saranno novità particolarmente stravolgenti. Penso piuttosto che i temi importanti saranno, ancora una volta, quelli della riduzione dell’inquinamento e della sicurezza alla guida. Quest’ultima è in costante miglioramento; per quanto riguarda l’inquinamento, le motorizzazioni tradizionali hanno già fatto grandi progressi – e molti ne faranno ancora – grazie alla riduzione dei consumi e quindi delle emissioni. Non è un caso che tutte le soluzioni alternative ai motori diesel e benzina abbiano un po’ fatto il loro tempo: l’auto elettrica non decolla e interesse di poco maggiore c’è per l’alimentazione a metano e Gpl, carburanti che però godono in tutto il mondo (e anche in Italia) di una tassazione più contenuta e di incentivi alla rottamazione, soprattutto rivolti alle aziende.
Insomma, da Ginevra non uscirà la ricetta magica per superare la crisi?
Le tante novità, sicuramente interessanti, che saranno presentate potranno costituire uno stimolo per la ripresa dei mercati, a patto che si entri in uno scenario di ripresa economica. Sbloccare il quadro economico europeo, tramite interventi a favore dell’economia reale, credo che sia ancora la vera priorità. Dal canto suo, l’offerta di auto è già ricca e accattivante e le prospettive per il futuro non mancano.
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