Ru486, lunedì l’autopsia sulla donna morta a Torino. «Non si persegue un’ideologia sulla salute delle donne»

Di Redazione
12 Aprile 2014
Sono state avviate due indagini. Nel mondo circa 40 donne sono morte per l'assunzione della pillola abortiva

Verrà effettuata lunedì l’autopsia sulla donna di 37 anni morta a Torino all’ospedale Martini dopo aver assunto la pillola abortiva Ru486. I medici assicurano di «non avere fatto errori» ma la procura di Torino e il ministero della Salute hanno avviato ciascuno un’indagine sui fatti.

ALMENO 40 DONNE MORTE. In Italia si tratta del primo caso di decesso legato alla pillola, nel mondo invece ne sono già stati registrati circa 40: quaranta donne morte per infezioni, emorragie e attacchi di cuore legati alla Ru486. Ma il numero esatto non lo conosce nessuno visto che i controlli non sono obbligatori in alcuni paesi del mondo e molte famiglie accettano i decessi senza chiedere accertamenti.
«Sulla Ru486 abbiamo messo in guardia in ogni modo i medici», dichiara Eugenia Roccella (Ncd). «Il Consiglio superiore di sanità ha sempre rimarcato che va usata in ospedale sotto stretto controllo per tutto il percorso abortivo, che dura almeno 3 o 4 giorni». Se infatti la donna fosse rimasta in ospedale, forse i medici avrebbero potuto individuare prima l’aritmia che poi l’ha portata alla morte.

SOSPENDERE LA RU486. Paola Ricci Sindoni, presidente dell’associazione Scienza e Vita, ha dichiarato: «Non è accettabile che si persegua un’ideologia sulla salute delle donne. Da tempo denunciamo i rischi di una procedura abortiva presentata come innocua e che invece ha al suo attivo molti casi documentati di decesso e di serie complicazioni. Sarebbe opportuno sospendere la somministrazione del prodotto per verificarne la sicurezza ed evitare altri esiti drammatici».

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23 commenti

  1. filomena

    L’aborto legale in Italia ha trentasei anni. Quasi metà di una vita. Odiata, amata, combattuta, difesa, la legge 194 per l’interruzione di gravidanza, nella forma, è rimasta uguale a se stessa, ma nella sostanza? Le donne italiane studiano di più, hanno una vita sociale e lavorativa più intensa e meno falsi pudori. Un dato per tutti per dire quanto l’istruzione sia importante per usare bene la contraccezione e prevenire una gravidanza indesiderata: il tasso di abortività fra le laureate è del 6 per mille, fra le donne che hanno solo la licenza elementare del 20 per mille. In generale comunque si abortisce sempre meno. Nel 2012 c’è stato il minimo storico: 105.968 interruzioni, meno 54,9% rispetto al lontano inizio. Il tasso di abortività fra le minorenni è il più basso del mondo sviluppato (4,5 per mille) e, la grande maggioranza arriva in ospedale con il consenso dei genitori, senza passare per il giudice tutelare. Se non contassimo le immigrate per lo più provenienti da Paesi dell’est disabituati alla contraccezione, che pesano circa per il 30 per cento degli aborti, il decremento sarebbe ancora più rilevante.
    Tutto bene, dunque? No. L’obiezione di coscienza è ormai un fiume in piena, al sud si arriva quasi al
    90 per cento e l’«annus horribilis» della cultura laica è il 2005 quello in cui regnante Silvio Berlusconi e officiante il Cardinal Camillo Ruini, sinistre e radicali perdono il referendum contro la legge 40 sulla fecondazione assistita e con essa si rovescia l’intera filosofia della 194
    Nel 2009 però qualcosa comincia a cambiare, l’AIFA esprime parere favorevole all’uso dell’aborto medico (Ru 486) e il ricorso a questo metodo, praticabile solo fino all’ottava settimana, sia pure ancora molto minoritario, aumenta rapidamente a dispetto di quanto accaduto in questi giorni, anche in considerazione del fatto che il rischio di mortalità non è superiore all’aborto chirurgico. Va sottolineato poi che il rischio di mortalità in generale, connesso all’aborto non è maggiore a quello connesso alla gravidanza e al parto.
    Inoltre sempre più i medici non obiettori favoriscono «l’empowerment» delle donne e hanno fiducia nella loro autodeterminazione. Non è il medico che «certifica» o «autorizza» l’interruzione di gravidanza ma la donna che sceglie, il medico si limita ad «attestare».

    1. Fran'cesco

      Vogliamo parlare anche di un altro paio di cosette?
      1) il diritto alla vita dell’embrione (uno di noi)
      2) la sofferenza psicologica della donna che abortisce (sempre che abbia un cuore o un’anima)
      Tutto il resto sono fredde statistiche, nemmeno tutte vere

      1. filomena

        Di questi due punti che hai citato ne abbiamo discusso il discutibile, molto meno dei punti che ho citato sopra e che meritano se non più almeno altrettanta attenzione. O vogliamo dire che la salute delle donne, intesa come benessere fisico, psichico e sociale (non solo assenza di malattia), conta solo se rapportata alla sua capacità di mettere al mondo figli?

        1. Fran'cesco

          Non alla capacita’ di mettere al mondo figli, ma a quanto si vogliono bene loro, il marito/futuro-padre (se c’e’) e i fratellini (se ci sono).

          Ne ho viste di ragazze che si sono rovinate psicologicamente perche’ han scelto di abortire. Certo, ce ne saranno altre (che non conosco) che han messo il paraocchi e fanno finta che non sia successo niente, ma non e’ questo il mondo che vorrei.

          Conosco personalmente 4 ragazze “deboli” che, supportate dalle famiglie, dal compagno e dagli amici, si sono messe in gioco, rimboccate le maniche e adesso sono spledide madri (una di 4 bambini). Certo, ci vuole l’amore e l’aiuto di qualcuno. Per chi non ce l’ha ce il progetto Gemma, che fa quel che puo’…

  2. filomena

    Nessuna donna credo sia a favore dell’aborto, la stragrande maggioranza però è a favore della scelta libera e responsabile quando ciò la riguarda direttamente. Finchè l’uno non si fa due, uno solo è il corpo, una sola è la coscienza, uno solo è il percorso di responsabilità. Le donne inoltre hanno sufficiente senso etico per aprire lo sguardo sull’ embione, rappresentarsene la vita potenziale, e decidere di se stesse.
    Del resto le cifre parlano da sole. Secondo gli epidemiologi dal 1980 ad oggi, rispetto all’abortività stimata prima della legge, sono stati evitati tre milioni e 300 mila aborti. E sarebbero anche di più se, sul tasso di abortività, non incidessero, per il 34%, le donne straniere che di doni e privilegi ne hanno assai pochi.

  3. filomena

    Wendy, che salvò l’aborto in Texas

    27-06-2013 23:02:56 Rassegna stampa snoq
    di Marina Mastroluca da l’Unità, 27 giugno 2013

    Tailleuro bianco e scarpe da ginnastica rosa. Wendy Davis si è presentata così alla sua personale maratona contro la legge che avrebbe riportato le donne del Texas indietro nel tempo in fatto di aborto, secondo l’orologio ultraconservatore e teocon. Dalle 10 e tre minuti del mattino alle 11,18 di sera, in piedi davanti al Senato texano la democratica Davis ha spiegato perché sarebbe stato un errore. È stata interrotta come nelle favole una manciata di minuti prima che scoccasse la mezzanotte, perché il suo «filibustering» ostruzionista è stato giudicato ondivago e soprattutto per dare il tempo ai senatori di votare entro i termini legali le misure antiabortiste. Diciannove voti a favore, dieci contrari. Il Senato del Texas ha approvato.
    Sembrava una sconfitta, per quanto onorevole, per Wendy che si era battuta come un leone per portare i diritti delle donne alla sponda sicura del nuovo giorno. Ma, verso le due del mattino, il vicegovernatore David Dewhurst ha dovuto ammettere che c’era stato un errore, dichiarando nulla la procedura di votazione: dai tabulati risultava chiaramente che il voto era avvenuto pochi secondi dopo la mezzanotte. «È la cosa più incredibile che abbia mai visto in tutta la mia vita», ha confessato Dewhurst.
    «Mi fa male la schiena e non ho più parole», ha detto lei quando tutto è finito e i sostenitori la circondavano congratulandosi. «Abbiamo mostrato la determinazione delle donne texane». Juan «Chuy» Hinojosa, senatore democratico, la mette così: «Questa è la democrazia».

    1. Sergio

      Wendy salvò l’aborto e condannò a morte i bambini. Si era battuta come un leone. Un leone ruggente, cercando chi divorare.

      1. Fran'cesco

        Diritti delle donne. Fossi una donna inizierei a vergognarmi un po’.

        1. filomena

          Fossi un uomo mi vergognerei per i femminicidi.

          1. dr

            Anche l’aborto di bambine è femminicidio!

          2. filomena

            Quando si decide di abortire consapevolmente perché non si vuole o non è il momento di avere figli, non ci si chiede neppure se l’eventuale nascituro sarebbe nato maschio o femmina, quindi non è una scelta illegittima finalizzata a colpire una sola metà del cielo. Altra cosa sono le lotte di potere in chiave politica e che non hanno nulla a che vedere con le scelte individuali.

          3. Su Connottu

            E l’aborto selettivo che colpisce prevalentemente le bambine in Cina e, sorpresa delle sorprese, in Gran Bretagna, tu come lo definisci?
            Il fashion del XXI secolo?

          4. Paolo2

            Traduco x Dr: ammazzassimo sole le “eventuali nasciture” avresti ragione ma visto che ammazziamo maschi e femmine indifferentemente hai torto.

          5. Su Connottu

            Quindi l’aborto selettivo di femmine in Cina e Gran Bretagna è femminicidio?

          6. Fran'cesco

            Qualche strenuo difensore lgbt potrebbe obiettare che non va bene abortire un embrione femmina, perche’ una volta nata potrebbe decidere di diventare maschio. Meglio aspettare che nasca prima di decidere se sopprimerla.

  4. Aldo

    Sono morte più persone nel mondo perdendo aspirine eppure nessuno pretende di vietarle.

    1. Maria

      Allora facciamo così: prostriamoci alle lobby farmaceutiche e compriamo e consumiamo ogni e qualsiasi prodotto farmaceutico, senza pretendere che sia perlomeno non mortifero.
      Se proprio voglio abortire, perché devo morire pure io???????

      1. Aldo

        Ogni volte che prendi un farmaco o vai sotto i ferri c’è il rischio di morire: aboliamo la medicina così vediamo quanto campi?

        1. Fran'cesco

          Aldo, dietro all’Aspirina non ci sono ideologie, che io sappia.
          Dietro alla RU si, una ideologia che spinge le donne ad abortire facendole credere che e’ facile, come bere un bicchier d’acqua. Per poi abbandonarle.

          1. filomena

            Dietro la salute non ci dovrebbero essere ideologie, siamo d’accordo però a questo punto dobbiamo stabilire cosa è la salute così non la si strumentalizza. L’OMS (non le lobby di qualsiasi tipo) ha definito la salute “il completo benessere fisico, psichico e sociale e non solamente l’assenza di malattia”. Ora mi sembra evidente che se una donna decide di abortire è perché la gravidanza mette in discussione la sua salute e in questo caso “la cura’ cioè l’aborto come qualsiasi cura può causare eventi avversi anche gravi. Si tratta dunque attraverso la ricerca di limitare questo rischio perché la “cura” sia efficace.

          2. Fran'cesco

            Filomena,
            l’ideologia sta dietro la introduzione della RU 486, cosi’ la donna puo’ decidere da sola del suo futuro (e di quello del bambino), senza farsi vedere troppo in ospedale, per abortire, facile no? Peccato che poi ci scappa il morto…
            E comunque non tutti siamo d’accordo che l’embrione non sia “uno di noi” (un-milione-e-non-ricordo-quante-centomila firme presentate in parlamento). E se per “curare” un disagio psicologico/economico bisogna uccidere un embrione (o eliminarlo, dirai tu), a me non sta bene. Non possiamo decidere della vita di un altro.

          3. Michele

            Così, in nome del malessere (spesso presunto) della donna, si condanna alla distruzione completa la salute di un altro essere….

          4. Su Connottu

            I nazisti avevano ben chiaro il concetto di benessere psichico e sociale a cui fa riferimento Filomena, così come avevano ben chiaro che, quando lo sterminio è funzionale al benessere delle persone, non si parla più di sterminio ma di cura.
            Scusa Filomena, ma se credi di impressionarci con una frasetta ideologica come il concetto di salute secondo l’oms, hai davvero sbagliato indirizzo.
            Non esiste benessere costruito a prezzo della vita di altre persone.
            E l’aborto non è una cura, è un omicidio, come ben sai anche tu.

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