Tutti hanno delle priorità e il sindaco di Roma Ignazio Marino non fa eccezione. Dopo aver cancellato solo alle scuole paritarie le agevolazioni per la tassa sui rifiuti, rischiando così di farle chiudere e di lasciare a spasso gli studenti, ieri in Comune è stata approvato la delibera che istituisce il Registro delle unioni civili.
«ROMA DELIBERA L’AMORE». Dentro e fuori dall’aula Giulio Cesare erano presenti Vladimir Luxuria e le associazioni Lgbt, che hanno salutato l’approvazione scandendo lo slogan “Roma delibera l’amore” e cantando l’immortale “Bella ciao”. Marino ha dichiarato: «Roma col suo esempio – riporta Avvenire – spera di poter sbloccare le titubanze dei legislatori che da troppi anni eludono un pieno riconoscimento dei diritti civili di tutte le coppie, indipendentemente dal loro orientamento» sessuale. Auspicando «una legge nazionale entro i primi mesi dell’anno come affermato da Renzi».
«PASSO DI CIVILTÀ». Ncd, Fi e Fdi si sono opposti ma Pd e M5S l’hanno spuntata lo stesso. Il leader di Sel Nichi Vendola, esultando, ha chiesto «il matrimonio gay» e Ivan Scalfarotto, lo stesso della legge liberticida contro l’omofobia, ha tuonato: «Un ulteriore passo sul cammino di civiltà». Il provvedimento è puramente «ideologico», ricorda l’opposizione, «una messa in scena contro la legge», afferma l’ex sindaco Gianni Alemanno.
«ATTENTATO AL MATRIMONIO». Per il vescovo Enrico Solmi, presidente della Commissione vita e famiglia della Cei, si tratta di «un attentato al matrimonio: il Campidoglio ha calato la maschera, la vera finalità di questi registri è avallare i cosiddetti “matrimoni gay”, quando altre sono le priorità». Ora le coppie iscritte avranno gli stessi diritti e agevolazioni degli sposati, ovviamente per i servizi di competenza comunale: case popolari e asili nido. Ma come afferma Eugenia Roccella «è solo un patetico tentativo di mascherare una conclamata inadeguatezza ad amministrare approvando, buon ultimo, un registro inutile che resterà vuoto». Come quelli delle altre città.