«La società occidentale è ormai obbligata a scrollarsi di dosso la passione per l’individualismo e l’economicismo miope in cui si sta asfissiando, e a riscoprire il senso della famiglia come luogo della generazione e del dono, e quindi della libertà». Delinea quest’orizzonte incoraggiante Claudio Risé nel suo Il ritorno del padre (San Paolo). Qualcuno penserà a Giuseppe dopo l’esilio in Egitto, qualcuno immaginerà il ramingo Aragorn che torna a rivendicare il trono di Gondor.
Si batte ancora forte sul tasto delle monadi felici, sull’illusione che la realtà abbia come forza gravitazionale lo sforzo egocentrato del singolo. Sappiamo che è una debolezza, segnalata da cedimenti e crolli. Gli episodi di violenza crescente sono spia di energie che covano nell’intimo e, senza guida, esplodono anziché dare frutto.
Ma questo è anche il tempo in cui i figli della «grande» età dei divorzi sono diventati adulti, votano e mettono su famiglia. Hanno...
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