
Riformare la Costituzione, unica via per dare una vera prospettiva all’Italia

Il 26 novembre, alle 9.30, a Roma, presso la Biblioteca Angelica in piazza Sant’Agostino 8, l’associazione culturale “Il Nuovo Stato” ha promosso il convegno “La Costituzione più bella del mondo? Riforme attuali, riforme possibili”. Costituzionalisti e studiosi riformisti impegnati da anni a trovare le vie per modernizzare lo Stato italiano (da Giovanni Guzzetta a Giovanni Orsina, da Vincenzo Zeno-Zencovich da Stefano Ceccanti a Luca Antonini, da Carlo Fusaro a Marco Gervasoni) interloquiranno con studiosi e personalità più impegnate politicamente come Luciano Violante, Stefano Caldoro, Giorgio Tonini, Augusto Barbera e Stefano Bruno Galli.
Si tratta della prima iniziativa de Il Nuovo Stato, centro di discussione e studi, nato nell’estate del 2015 su impulso, tra gli altri, di Giorgio Mosci, Mario Barbi, Raffella Della Bianca, Gianfranco Fabi, Lodovico Festa, Paolo Nessi, Antonio Pilati, Giovanni Battista Pittaluga, Claudio Rossetti, e Gian Michele Roberti nella convinzione che anche le recenti scelte finalizzate a superare il bicameralismo perfetto della vecchia Carta, siano al massimo una premessa a un sempre più necessario processo di organiche riforme istituzionali, l’unica via per dare una vera prospettiva all’Italia.
La convinzione di fondo dei promotori de Il Nuovo Stato è che i prossimi scenari politici ed economici internazionali potrebbero richiedere, anche quando si difendano i livelli – spesso provvidenziali – di integrazione sovranazionale raggiunti, una maggiore presenza dei singoli Stati. Però questa (relativa) nuova sovranità nazionale “necessaria” potrà essere adeguata solo se un sistema di reale sovranità popolare la sosterrà. In Italia ciò richiede un’opera di riforma della Costituzione per quel che riguarda sia le forme dell’esecutivo, sia quelle delle autonomie territoriali, sia gli ordinamenti della giustizia, sia le clausole di integrazione tra Costituzione nazionale e trattati fondativi (specie quelli incombenti) dell’Unione Europea.
In una fase di particolare crisi dei partiti (di destra o di sinistra che siano), un lavoro di elaborazione culturale autonomo ma non contrapposto alle organizzazioni politiche (essenziali per la partecipazioni dei cittadini alla vita collettiva), può avere una particolare utilità. E, pur essendo preziosa nella battaglia delle idee la valorizzazione dei conflitti tra posizioni diverse, la necessità di contribuire a determinare un nuovo “clima costituente” richiede, come avviene nel caso dell’associazione Il Nuovo Stato, anche approcci bipartisan.
Foto Ansa
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