Ribelli prendono il bunker di Gheddafi, ma il rais non c’è – RS/1

Di Redazione
29 Agosto 2011
L'assalto al bunker del Raìs si è svolto dall'ingresso ovest. Una battaglia durissima. La Nato ha coperto l'avanzata delle milizie sul campo con bombardamenti a tappeto. Quando poi sono riusciti a varcare le mura di cinta, non hanno trovato molti nemici ad accoglierli. Si spara ancora in molte zone di Tripoli

Il bunker di Bab al-Aziziya, l’ultimo baluardo del regime a Tripoli, è caduto dopo quasi due giorni di assedio. Nessuna traccia di Gheddafi, però, che nella notte ha fatto sentire la propria voce attraverso una radio locale: «Morte o vittoria contro l’aggressore», ha ripetuto il Raìs, aggiungendo che «la ritirata da Bab al-Aziziya è stata una mossa tattica. Ormai il compound era stato raso al suolo da 64 attacchi aerei della Nato». (…) La resistenza, secondo quanto ha ribadito un portavoce governativo, «potrà reggere per mesi, forse per anni. Trasformeremo il Paese in un vulcano, con esplosioni e lava incandescente». E riferendosi ai leader ribelli: «Non avranno pace se verranno a Tripoli». In nottata la tv al Arabiya, citando un testimone, ha detto che decine di missili Grad sono stati sparati su Tripoli. Poco dopo, sempre la tv araba ha aggiunto che combattenti fedeli a Gheddafi stavano attaccando la città di Ajelat, a ovest di Tripoli, con missili e carri armati” (Corriere.it).

“L’assalto al bunker del Raìs si è svolto dall’ingresso ovest. Una battaglia durissima. La Nato ha coperto l’avanzata delle milizie sul campo con bombardamenti a tappeto. Quando poi sono riusciti a varcare le mura di cinta, non hanno trovato molti nemici ad accoglierli. Il compound è collegato al mare con tunnel lunghi fino a 30 km. I ribelli si sono così addentrati nel dedalo di cunicoli, alcuni raggiungendo e saccheggiando l’arsenale. La battaglia, andata avanti per tre giorni e ancora in corso in alcune zone della città dove sacche di resistenza delle forze lealiste si oppongono agli insorti, è costata più di 400 i morti, secondo una stima fatta dal capo del Consiglio nazionale di transizione libico” (Corriere.it).

“La battaglia del compound è finita ma a Tripoli e in alcune zone del Paese si continua a sparare: in particolare l’aeroporto della capitale è teatro di accesi combattimenti. Resiste ancora la città di Sirte, uno dei luoghi simboli del regime, da dove lunedì notte sono partiti tre missili scud intercettati dai caccia Nato e da dove sono partite truppe lealiste in direzione Tripoli, bloccate però dagli insorti. Sono in corso negoziati perchè Sirte si arrenda senza altro spargimento di sangue. Duri scontri sono invece in corso a Sabha, una località del deserto circa 600 chilometri a sud della capitale” (Corriere.it).

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