Il premier Matteo Renzi ha firmato la direttiva per disporre la desecretazione degli atti relativi alle stragi di Ustica, Pateano, Piazza Fontana, Piazza della Loggia, Gioia Tauro, Bologna e dell’Italicus. Atti relativi a oltre 45 anni di storia italiana. All’atto sono stati presenti il sottosegretario Marco Minniti e il direttore del Dis Giampiero Massolo: oggi si erano già dette scettiche però sulla desecretazione diverse associazioni dei familiari delle vittime, da sempre in prima fila nel tentativo di trovare una qualche giustizia per le morti.
«TRASPARENZA E APERTURA». Secondo Renzi, invece questo di oggi rappresenta «Uno dei punti qualificanti della nostra azione di governo è proprio quello della trasparenza e dell’apertura. In questa direzione va la decisione di oggi che considero un dovere nei confronti dei cittadini e dei familiari delle vittime di episodi che restano una macchia oscura nella nostra memoria comune».
«SOLO UN VECCHIO SLOGAN». Particolarmente scettici invece si sono dimostrati Daria Bonfietti e il senatore Pd Felice Casson. Bonfietti, presidente dell’associazione familiari delle vittime di Ustica ha spiegato: «Credo che sia solo uno slogan vecchio. Per la maggiorparte di queste stragi non sono mai stati apposti segreti di Stato». Casson, che è stato il magistrato che ha indagato sulla strage di Pateano, si è ritrovato sulla stessa linea: «Non esiste alcun segreto di Stato opposto alla magistratura per questi fatti».