Renzi ai deputati Pd: «Manteniamo gli impegni o dovrete spiegare voi agli elettori le vostre azioni»

Di Chiara Rizzo
11 Marzo 2014
Il Pd è diviso per l'insofferenza dell'ala left e delle deputate all'Italicum, il segretario-premier cerca di ricompattare le fila prima del voto alla Camera. E sul lavoro: «I penultimatum di Squinzi e Camusso? Ce ne faremo una ragione»

È stata necessaria un’assemblea d’urgenza con il premier-segretario, nel Pd di Matteo Renzi all’indomani della spaccatura sulle quote rosa. Ieri quei 100 voti contrari (che hanno ricordato la carica dei 101 franchi tiratori sull’allora candidato alla presidenza Romano Prodi) all’emendamento che poteva introdurre l’alternanza paritaria uomo-donna nelle liste hanno creato una divisione fortissima all’interno del partito. Ma forse il motivo che ha spinto più di ogni altro Renzi a convocare i suoi deputati è mantenere il gruppo compatto ed evitare franchi tiratori su di lui stesso: «Sulla legge elettorale non c’è da mantenere un patto con Berlusconi» ha ammonito, «ma un impegno che come partito abbiamo preso, profondo, netto, chiaro». Renzi ha poi sottolineato più volte il suo «marcato dissenso» verso chi tra i suoi deputati ritiene incostituzionale l’Italicum che sta per essere approvato alla Camera.

«ASSUMETEVI LE VOSTRE RESPONSABILITA’». Quelle del segretario Pd non sono parole giunte a caso, l’intervento è minorato a quella “minoranza” Pd, che però alla Camera è ancora l’ex maggioranza bersaniana. Renzi per pungolare i suoi sa che gli basta usare un solo argomento: «Se qualcuno non vuole votare oggi, lo deve spiegare bene fuori da qui» haa detto. L’accusa di immobilismo, che ha portato alla fine del governo Letta, è temuta, perciò il premier ha lanciato la sua frecciatina: «Vi chiedo, come Pd, di chiudere oggi o questo ricadrà su di noi. Chi oggi attacca la legge elettorale non ha sollevato il tema della parità di genere per la segreteria o per il governo». E ancora, stavolta rivolto ai soliti franchi tiratori: «Sarebbe positivo che si accelerasse la riforma del regolamento della Camera e si limitasse il ricorso al voto segreto». Poche ore dopo Bersani su Agorà ha fatto capire a quali deputati Renzi si sia rivolto: «Al Senato dovrà essere cambiato qualcosa dell’Italicum – ha detto l’ex segretario Pd –- Capisco gli accordi, e che Berlusconi si sia affezionato ad alcuni punti, ma dovrà farsene una ragione pure lui. Se non c’è una spinta sulle regole, alla parità di genere non arriveremo mai». E poi, piccato, Bersani ha aggiunto: «Io Berlusconi al Nazareno non l’avrei mai portato».

«DOMANI METTEREMO NELLE TASCHE DEGLI ITALIANI UNA BUONA SOMMA». Per quanto riguarda le deputate del Pd sul piede di guerra, stamattina Renzi ha cercato di abbonirle: ««Se ci saranno le condizioni per discutere al Senato di parità di genere, riapriremo la discussione» ha promesso. Poi ha annunciato: «Entro due settimane sarà formalizzato un atto parlamentare su Senato e Titolo V», per questo ha convocato anche nei prossimi giorni una direzione Pd proprio su questi temi. Renzi ha parlato ai suoi anche delle misure per il lavoro che annuncerà pubblicamente domani: «Sarà presentato un disegno di legge delega sul lavoro, ad aprile saremo pronti con la riforma della Pubblica amministrazione, a maggio attueremo la delega sulla riforma fiscale, a giugno ci sarà un pacchetto di riforme sulla giustizia». In particolare, «Per la prima volta domani sarà messa nelle tasche degli italiani una significativa quantità di denaro. Sui penultimatum di Squinzi e l’eventualità di sciopero della Comusso ce ne faremo una ragione».

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