Redditometro, arriva l’ok del Garante della privacy

Di Chiara Rizzo
21 Novembre 2013
L'Authority ha disposto all'Agenzia delle entrate di effettuare però alcuni correttivi nel sistema con cui si elabora l'identikit dell'acquirente

Ok al redditometro dal Garante per la privacy se l’Agenzia delle entrate adotterà una serie di misure per ridurre i rischi per la privacy delle persone e rendere gli accertamenti più efficaci.

LE PRESCRIZIONI DELL’AUTORITHY. Il Garante ha in particolare ricordato che per calcolare lo scollamento tra reddito e spese, il redditometro avvia un confronto sulla base dei dati informatici in possesso dell’Agenzia delle entrate (come le spese assicurative e le bollette telefoniche comunicate dai gestori) e anche sulla base di presunti consumi calcolati in base ad uno speciale identikit fatto sul singolo utente. È proprio su questo aspetto che si è concentrata l’attenzione del Garante della privacy, dato che le spese presunte sono calcolate in base alle spese medie dell’Istat, a loro volta eleborate in base a specifiche tipologie familiari e alla regione di residenza. Su questo aspetto secondo il Garante, che è giunto a questa conclusione anche attraverso accertamenti ispettivi, ci sono molti punti di creticità per l’identikit del presunto acquirente su ogni aspetto della vita quotidiana (tempo libero, libri, pasti fuori casa etc.) o sull’informativa da rendere al contribuente. Alcuni correttivi erano già stati introdotti dall’Agenzia delle entrate, oggi sul profilo del consumatore e sulle spese medie Istat l’Authority ha prescritto nuove misure.

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