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Non ci sono soltanto i partiti al lavoro per eleggere il prossimo presidente della Repubblica

Di Lorenzo Castellani
10 Dicembre 2021
Politica & tecnocrazia. Quanto contano potentati, fondazioni, think-tank, reti nazionali e internazionali nella partita del Quirinale
Il presidente del Consiglio Mario Draghi con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella (foto Ansa)

Chi crede che l’elezione del nuovo capo dello Stato sia soltanto e tutta in mano ai partiti sbaglia. Sul piano legale e formale è il Parlamento a eleggere il nuovo presidente della Repubblica, ma è ingenuo negare che sono tanti i potentati che si muovono intorno alla votazione per il Quirinale. Ne abbiamo una testimonianza “aperta” dalla dichiarazione di alcuni grandi giuristi rilevanti per la macchina dello Stato (Sabino Cassese), tecnocrati di fattura internazionale (Carlo Cottarelli) e giornali di establishment (Financial Times, Politico, The Economist).
Il lavorìo di fondazioni e think-tank
Ognuno fa il suo gioco ed esprime la propria preferenza sulla risoluzione del puzzle. Negli ultimi mesi a Roma c’è anche un gran lavorio di analisti che tra fondazioni, think-tank, ambasciate e fondi d’investimento presentano i propri scenari e i propri suggerimenti a chi può svolgere un ruolo attivo nella partita del Quirinale. Un ruolo di orientamento e di influenza può essere gioc...

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