Quirinale, Marini non ce la fa. Pd e Pdl voteranno scheda bianca al secondo scrutinio. Emiliano: «Bersani si dimetta»

Di Redazione
18 Aprile 2013
Franco Marini non ce la fa a essere eletto presidente della Repubblica alla prima votazione e si ferma a quota 521. Secondo Stefano Rodotà con 240 voti. Il Pd si spacca

Franco Marini non ce la fa a essere eletto presidente della Repubblica alla prima votazione e si ferma a quota 521. Secondo Stefano Rodotà con 240 voti, terzo Sergio Chiamparino con 41 preferenze. Dopo la fumata nera, Pd, Pdl e montiani hanno deciso di votare scheda bianca al secondo scrutinio. La Lega ha annunciato che non parteciperà alla seconda e terza votazione. Il segretario del Pdl, Angelino Alfano, si è rivolto così ai democratici: «Il Pd comunica di votare scheda bianca alla seconda e alla terza votazione. Ne prendiamo atto e invitiamo tutti a impegnare questo tempo per individuare la soluzione più idonea per eleggere il capo dello Stato alla quarta votazione».

PD SPACCATO. Il problema è tutto interno al partito di Pier Luigi Bersani, spaccato tra la linea della dirigenza (per Marini) e quella che invece vuole al Colle Stefano Rodotà, il candidato del M5S di Beppe Grillo e appoggiato anche dal leader di Sel Nichi Vendola. Proprio quest’ultimo ha dichiarato che «bisogna fermare la giostra». Vendola ha infatti invitato il Pd a scegliere un altro nome: «L’esito del primo scrutinio contiene un messaggio molto forte che dovrebbe consigliare al Pd di fermare la giostra e di riaprire la discussione su un nome diverso da Marini, affinché si possa, nello stesso tempo, ritrovare l’unità del centrosinistra e scegliere un capo dello Stato capace di rappresentare l’Italia migliore».
Sulla stessa linea, come si diceva, anche i grillini che per bocca di Roberto Fico hanno fatto sapere che «al primo appello l’inciucio di Bersani e Berlusconi ha perso. Noi staremo con Rodotà. I segnali che ci arrivano sono i voti in più che ha preso (più dei 208 di M5S+Sel, ndr)».
Pippo Civati (Pd) invita a «votare Prodi. Su Marini c’è tensione e non mi spiego come mai i nostri vertici non ne tengano conto. Marini? C’è tensione e non mi spiego come mai i nostri vertici non ne tengano conto. Prodi è il candidato vero, altrimenti lavoreremo a un altro nome che c’è, ma non si può dire».
Colpisce la decisione di Alessandra Moretti (Pd), che è stata portavoce di Bersani, che ha dichiarato: «Ho votato scheda bianca».

BERSANI SI DIMETTA. Il sindaco di Bari Michele Emiliano ha addirittura scritto su twitter: «Ho chiesto a Bersani e a tutta la segreteria di dimettersi e lasciare ai gruppi parlamentari Pd il compito di sintonizzarsi con popolo italiano». Anche secondo Walter Veltroni è un errore insistere su Marini. intanto all’Ansa, Rodotà ha detto di voler ringraziare «sinceramente i grandi elettori che mi hanno votato. Ringrazio allo stesso modo i molti che diversamente e con generosità stanno sostenendo la mia candidatura».

GRILLO: ARRENDETEVI. Beppe Grillo è intervenuto sul suo blog: «Nessuno ha spiegato a Bersani che l’Italia è cambiata, che non vuole più accordi sottobanco con lo psiconano come è avvenuto negli ultimi vent’anni. Il Paese vuole togliersi, definitivamente, il sudario in cui l’hanno avvolta i caporioni del pdl e del pdmenoelle. La guerra è finita, arrendetevi. Liberateci per sempre dalla vostra presenza. Siamo esausti».

RENZI: METODO SBAGLIATO. Matteo Renzi interviene da Firenze: «La spaccatura nel Pd l’ha provocata chi non ha gestito questo passaggio come invece era stato gestito nel ’99 e nel 2006». Quando «nel 1999 c’erano Veltroni segretario, D’Alema presidente del Consiglio, il centrosinistra fece una operazione di metodo ma anche di merito individuando un nome che andasse bene a tutti, quello di Ciampi». «Nel 2006 – ricorda Renzi – Fassino segretario e Prodi presidente del Consiglio, il centrosinistra fece una operazione comune trovando» convergenza su «quello di Napolitano. Stavolta c’è stato un metodo profondamente diverso e, a mio giudizio, profondamente sbagliato».

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