Quella strana voglia dei vaticanisti vip di purgare i “nemici”
L’inviato della Stampa al convegno della Cei a Firenze Andrea Tornielli, ex penna del Sabato e poi del Giornale sempre su e giù dalle scale e segrete stanze vaticane, annuncia nel suo “Retroscena” sul giornale Fiat-America che «dopo trent’anni chiusa l’era Ruini». Che è la verità. Ma tra la verità prima di tutto ovvia (Ruini è della classe 1931, avrà 85 anni nel 2016, è in pensione da un pezzo) e in secondo luogo umile, disinteressata, vissuta nella «beatitudine evangelica» come ha detto Francesco ai presuli convenuti nella città di Renzi, e la verità presentata in forma di chissà quale scoop e trionfo politico-ideologico, ce ne passa.
In effetti, registrando la fine di un’era, l’inviato del quotidiano torinese ci ha risparmiato il “finalmente”. Avverbio che circola in sottotesto in tutto il suo monumento sepolcrale alla Chiesa italiana pre Santa Marta. Ma insomma, l’unico don Camillo presente al convegno dei vescovi, annota Tornielli, è quello dei racconti di Guareschi. Ed è il don Camillo letterario con cui papa Francesco ha rimbrottato i presuli non letterari, conclude l’articolo, «povero prete di campagna che conosce i suoi parrocchiani uno per uno» e non (sottinteso) gli ozi, i denari e il potere curiali.
[pubblicita_articolo]Troppo bello, troppo divertente vedere come il cangiante sia il colore dei professionisti delle soffiate. Tornielli ha una bigliogarfia papalina sterminata. Da ciellino sì, “ma non troppo fanatico”, come dicono gli argentini per distinguere il virile dall’effemminato, ha scritto monografie apologetiche per tutti i gusti e i mercati del religioso.
Ha scritto di Escrivá, fondatore dell’Opus Dei, e della Madonna di Lourdes (Inchiesta sul mistero); della Sindone santa e di Giovanni Paolo II santo; di Gesù Bambino (altra Inchiesta) e del Codice da Vinci (il Processo surfando sul successo Dan Brown). Ha scritto di Apocalisse e di Resurrezione (altre Inchieste) e ha mandato alle stampe due saggi su padre Pio (quando Pio l’hanno fatto santo) e due su Ratzinger (quando Ratzinger l’hanno fatto Papa).
Ha trattato la Passione (sovrascrivendo su Mel Gibson all’uscita del film Passion). E ha scommesso un volume su Scola (quando tutti dicevano che Scola sarebbe diventato papa) e un altro su Martini (nell’anno in cui Martini lasciava la cattedra di Milano e già tutti dicevano che aveva la stoffa del beato). Adesso ha aperto il filone “Santo Padre Bergoglio”. Una probabile collana. Visto che nell’infinito orizzonte che si profila tra I fioretti di Papa Francesco e Papa Francesco, questa economia uccide, c’è di mezzo tutto il mare ancora da scrivere. Insomma, l’inviato della Stampa non ama né l’ozio, né i denari, né il potere. Però è una persona molto sensibile.
Così sensibile, che nel corso del recente Sinodo si è dato da fare per presentare come loglio cattivo, nel buon campo seminato di grano “riformatore” kasperiano, i tredici firmatari di una libera e franca lettera al Papa. I tredici cardinali credevano di aver scritto a Francesco in camera caritatis. Si sono ritrovati sotto i riflettori, indicati al pubblico ludibrio come una “lobby” di cospiratori contro il Papa. Ma chi ha condotto questa operazione?
È ormai acclarato, come ha ricordato il vaticanista dell’Espresso Sandro Magister, che «il primo a far rimbombare fragorosamente la notizia di quell’atto riservato» fu proprio «Andrea Tornielli, coordinatore del portale “Vatican Insider”. Tornielli lanciò infatti la notizia del passo compiuto presso il papa da tredici padri sinodali già l’8 ottobre, quattro giorni prima che la loro lettera divenisse nota, con un informatissimo articolo apparso contemporaneamente su “Vatican Insider” (dalla cui home page fu però presto ritirato) e sul quotidiano “La Stampa “, a pagina 9. Su “La Stampa” l’articolo era rubricato come “Retroscena” e aveva per titolo: “Sinodo pilotato, l’accusa di 13 prelati. Il Papa replica: basta logiche cospirative”. E nel corpo dell’articolo non solo si asseriva più volte, con assoluta sicurezza, che gli autori della rivolta erano tredici – non uno di più e non uno di meno – ma si specificava che tra di loro c’era il cardinale George Pell, definito “il più duro”. Di una lettera l’articolo esplicitamente non parlava. Diceva però che “i tredici padri sinodali si sono appellati al papa” nel primo giorno dei lavori, lunedì 5 ottobre. E si dilungava – con evidente padronanza della materia – nell’esporre alcuni degli argomenti che effettivamente si sarebbero poi ritrovati nella lettera, una volta pubblicata. Argomenti tuttavia esposti da Tornielli in modo da gettare una pessima luce sui tredici, identificati fin dall’inizio dell’articolo come una “lobby” interna al sinodo che faceva “pressing” mossa da “logiche cospirative”, al fine di dare ad “intendere che il sinodo fosse ‘pilotato’ dalla segreteria generale e in un ultima analisi dal papa in modo da far sì che prendesse una direzione aperturista”. L’articolo proseguiva e si concludeva con ampie citazioni della “risposta” data in aula la mattina dopo, martedì 6 ottobre, dal segretario generale del sinodo e da papa Francesco agli autori dell’appello, ritorcendo contro di loro – non più con l’autorità dell’articolista ma con quella dello stesso pontefice – l’accusa della “cospirazione”».
Dopo di che, l’unica cosa su cui gli amici di cordata dovrebbero adesso vigilare e, forse, ben consigliare, è che non vale proprio più la pena star lì a strafare. Faticare a seminar zizzania può anche andar bene. Ma purgare chi sta già a digiuno e bastonare il cane che tu pensi sia già affogato, che senso ha? C’è già papa Francesco che picchia duro. Perché aggiungere la tua e, con zelo da commissario pontificio, maramaldeggiare sul povero pensionato cardinal Ruini (il don Camillo che non si porta più in Chiesa) e virgolettare frasi che Francesco non ha neanche pronunciato? Perché devi dire abbasso i movimenti, viva «il cristianesimo generico», non servono le «battaglie culturali»?
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26 commenti
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La Chiesa Cattolica Romana non può che essere divina se dura da 2015 anni nonostante i suoi pastori.
Caro Tornielli, quello che ha scritto è lì nero su bianco, titolo o non titolo .
E non è un bello spettacolo far passare certe espressioni come “cristianesimo generico” e il fatto che non servano “battaglie culturali ” come parole del Papa , in contrapposizione ai movimenti, che poi sarebbero generati dallo Spirito Santo, pare.
Poi, gli articoli sul gender di Tempi non mi sembrano affatto poco caritatevoli come lei sembra descriverli: giudizi così a vanvera non le fanno onore.
Per non parlare della tempistica dello squallido scoop : carta canta.
E’ stato lei a scrivere quella roba e il resto, almeno sappia incassare una ironia più che giustificata.
E comunque anche a me dispiacciono certe polemiche, ma capisco Amicone.
Certo che certe parabole sono imprevedibili : chi l’avrebbe mai detto che Tornielli si sarebbe ridotto così, dati gli esordi ? Mah ! L’attrattiva per il potere e il denaro e la fama sono una tentazione difficile da sostenere, per tutti, evidentemente, e sul presunto carro del vincitore è comodo salire.
Anna Ascione : non è che il motivo degli attacchi è che Tornielli, tronfio del suo essere sempre a la page, come gira il vento, magari attacca lui per primo ?
Sai, lo dico per onestà intellettuale !
Unica!!
Concordo con Giovanna!!
Underwater insiste, ma non tanto da rispondere alla domanda di Susanna.
A me fa impressione il tono sprezzante di Tornielli nei confronti di chi, come fa il direttore, gli attribuisce responsabilità che possono risultare infondate – forse che sì forse che no -, ma plausibili, purtroppo, nel momento di confusione che anche la Chiesa attraversa. Polemiche di primogenitura o precedenze a senso unico o alternato nel recapito di lettere e apocrifi che possono non interessare quanto appassionano chi è coinvolto, suo malgrado o per sua scelta o per dovere di un qualche ufficio: pertanto, rimango agli articoli e post e tweet che mi è dato possibile leggere.
«Agli “stati generali” della Chiesa italiana Francesco non è venuto a dare ricette, né tantomeno a presentare un “progetto bergogliano” con il quale sostituire altri progetti o chiudere vecchie stagioni ecclesiali», scrisse e twitta Tornielli: quel “vecchie stagioni ecclesiali” di mano certa è piuttosto eloquente. E la mano può essere scappata – appresso al cuore, che batte per ciò che l’incipit da Tornielli autocitato riguardo spinte di progetti come lettere spinte fuori dalle vie ordinarie o anche riservate: e come ferma è piantata la parentesi in apertura all’intervento con cui Tornielli si difende come ritiene gli torni opportuno: “in effetti a leggere certi suoi (di Amicone) articoli sul gender strabordanti di carità cristiana vien voglia di cambiare sesso.”
Ecco, le voglie sono sue, di Tornielli e come vengono, vengono e vanno, se certi articoli glielo permettono: ma – e torno all’impressionismo – a me sembra che Tornielli, sia twittando che scrivendo su “La Stampa”, abbia cambiato qualcosa rispetto al Tornielli che ricordavo dai trascorsi al “Giornale”: e me ne dispiace sinceramente.
Ma può darsi che io ricordi male e abbia ragione il direttore di “Tempi.it” a riconoscere a Tornielli una indubbia coerenza: che io non riesco a apprezzare: ma di cui, se così è, non avrò più motivo di far caso, autentica o apocrifa che sia.
Parlare di cospirazione riferendosi ad una lettera riservata sottoscritta da 13 cardinali e consegnata da loro personalmente al Papa può venire in mente solo al nostro. A proposito, chissà da chi gli sarà arrivato il leak che gli ha permesso lo scoop dell’8 ottobre? Si tratta sempre di un documento sulla scrivania del Papa. Ma l’autore dei “Fioretti di Papa Francesco” (sic!) non è mica un cortigiano, ma un uomo aperto, tanto da arrivare a valorizzare anche il gender fluid, come antidoto dopo la lettura di certi articoli.
rosa m.
Solidarietà ad Andrea Tornielli.
“Meglio un cristianesimo umile”…dove li vedono tutti questi movimenti, elite, pavoneggianti, autoreferenziali, sbruffone e chi più ne ha più ne metta? Oramai siamo rimasti quattro gatti di cristiani -tra quelli che si dicono e non sono -è di moda credere il Dio ma non frequentare la S. Messa, per loro è un di più- e quelli che vengono eliminati (fisicamente e spiritualmente -v. Frati Francescani Immacolata)-, che è tutto ‘sto terrore?
Eppoi, l’ “umiltà è soltanto verità” -Santa Faustina, diario:
“Non striscio mai davanti a nessuno. Non sopporto le adulazioni, e l’umiltà è solo verità; nella vera umiltà non c’è servilismo.
“Benché mi consideri la più piccola di tutto il convento, d’altra parte sono lieta della dignità di sposa di Gesù… Poco importa se qualche volta sento dire che sono superba, poiché so bene che i giudizi degli uomini non riescono a scorgere i motivi delle azioni.
Quando all’inizio della mia vita religiosa, subito dopo il noviziato, cominciai ad esercitarmi in modo particolare nell’umiltà, non mi bastavano le sole umiliazioni che Dio mi mandava, ma le cercavo io stessa e in un fervore esagerato mi mostravo talvolta ai superiori quale non ero in realtà e non avevo neppure un’idea di tali miserie.
Dopo poco però Gesù mi fece conoscere che l’umiltà è soltanto verità.
Da quel momento mutai il mio punto di vista seguendo fedelmente la luce di Gesù.”.
…Lasciamoci istruire ancora dai santi, poi diamo voce ai non santi (od a quelli ancora in via di santificazione, quali potrebbero essere i giornalisti).
Quanno ce vo, ce vo!
I frati del Immacolata sonoun caso a parte. Un po’ se la sono cercata flirtando con il sedevacantista (ormai) De Mattei. Intanto Nuzzi e Fittipaldi sono indagati, esattamente come avevo auspicato.
I Frati dell’Immacolata se la sono cercata perche’ non hanno rispettato le regole del benedetto e provvidenziale Motu Proprio di papa Benedetto XVI che non prevede la possibilita’ di celebrazione unicamente secondo Vetus Ordo ma il biliturgismo.
Capisco che e’ingiusto che la maggioranza dei preti possa celebrare solo secondo Novus Ordo rifiutandosi di celebrare secondo Vetus Ordo e invece non e’ammesso l’inverso, (e occorrera’pensarci), ma cosi’hanno prestato il fianco ad un intervento disciplinare esterno che poteva essere evitato.
Il Vetus Ordo non centra niente e nom basta da solo. Ci sono ordini che hanno ottenuto la dispensa per celebrare unicamente con esso, come la Fraternità S. Pietro. Il Vetus Ordo connesso con la mentalità alla De Mattei, a cui padre Manello si era avvicinato molto, spiegano il perché si è pensatoad un commissariamento.
Veramente il motu proprio di papa Benedetto XVI prevede questo all’art.3:
“Le comunità degli Istituti di vita consacrata e delle Società di vita apostolica, di diritto sia pontificio sia diocesano, che nella celebrazione conventuale o “comunitaria” nei propri oratori desiderano celebrare la Santa Messa secondo l’edizione del Messale Romano promulgato nel 1962, possono farlo. Se una singola comunità o un intero Istituto o Società vuole compiere tali celebrazioni spesso o abitualmente o permanentemente, la cosa deve essere decisa dai Superiori maggiori a norma del diritto e secondo le leggi e gli statuti particolari.”
Ora dire che se la sono cercata perchè hanno deciso secondo il motu proprio di compiere tali celebrazioni PERMANENTEMENTE, mi sembra un pò azzardato.
D’altronde nè Giovanni Paolo II nè Benedetto XVI hanno mai avuto da ridire sui Francescani dell’Immacolata.
Un motivo ci sarà o no??
Insisto: il problema non è l applicazione del motu proprio, cosa lodevole in se, ma farlo con un retropensiero ideologico che viola il principio di comunione nella Chiesa.
Scusa, underwater, e per i riti moderni sparsi qua e là per la Chiesa, che fanno accapponare la pelle, nessuno si straccia le vesti????? Che -al vederli- ti vien da piangere, che nemmeno i protestanti? non violano i lprincipio di comunione nella Chiesa???
Grazie.
Scusa Underwater, tu COMMISSARI un Istituto Religioso perchè l’applicazione del Motu Proprio va bene, ma c’è un retropensiero ideologico???
Ma è ragionevole quello che dici?
Prima di tutto sarebbe solo un processo alle intenzioni difficilmente dimostrabile.
Loro hanno seguito le regole vigenti, non hanno fatto niente contro la Chiesa.
Se vogliamo attaccare i retropensieri ideologici commissariando Istituti Religiosi, allora
devi pure mandare a casa centinaia di vescovi-successori degli apostoli per i loro retropensieri ideologici che veramente sono contro la Chiesa.
Concordo con Leo e Susanna
caro luigi, il papa ha parlato di CHIESA MAMMA. e vogliamo parlare della GOVERNANTE TV2000?
Non è cristianesimo generico, ma visione tornelliana della chiesa ovvero visione distorta.
Luigi Amicone ha espresso quello che anch’io stavo pensando – ma non riuscivo ad esprimere bene – sul modo di agire di quelli che chiama “vaticanisti vip”. Vogliono far credere che aiutano il Papa a ricostruire la Chiesa umile e povera delle origini, ma di fatto stanno cercando di smontarla a pezzettini.
Qualcuno sarà anche in buona fede [penso allo stesso Tornielli, o almeno spero per lui ….], altri – quelli che operano sui giornaloni più diffusi e influenti – penso proprio che agiscano con chiaro obiettivo distruttivo [non voglio essere generico: mi riferisco in primis a Scalfari su Repubblica; a G.G. Vecchi sul Corriere; a F.A. Grana sul Fatto quotidiano; ….], marionette più o meno coscienti [e più o meno ben pagate] di un potere che non tollera l’originalità cristiana e tenta di blandirci e attirarci nel vortice di un generico “volemose bene” [“love is love” in lingua obamiana]. Tutto, peraltro, già previsto da Benson [“Il padrone del mondo”, lettura esplicitamente consigliata da Francesco] e Solovev [“Il racconto dell’anticristo”].
Parlano di Chiesa povera, che deve disfarsi dei beni materiali, e tanti di noi cattolici ci crediamo. Ma l’obiettivo vero è sottrarre questi beni – che, pur con tutte le mancanze e gli errori che si commettono, posta l’esistenza del peccato originale … – sono strumento di aiuto morale e materiale per tanta gente.
Come se, una volta passati questi beni allo stato o, più probabilmente, ai soliti noti finanzieri e speculatori, avessimo la certezza matematica che verrebbero usati per i poveri, lasciando la Chiesa libera di occuparsi solo delle anime (ovviamente completamente avulse dai corpi concreti delle gente)!
A queste marionette – ma anche ai grandi soloni tipo Alberto Melloni e, purtroppo, anche a parecchi vescovi – non piace la “battaglia culturale”. A quanto pare, non piace nemmeno a “Famiglia Cristiana” e alla “Civiltà cattolica”. E non parliamo dei politici (pseudo)cattolici ormai piegati sullo stile “MEB” (Maria Elena Boschi).
Il risultato è che questa battaglia non la sta combattendo più nessuno [a parte Tempi, la Bussola quotidiana, Culturacattolica.it, Negri, Caffarra e pochi altri che ardiscono parlare chiaro …] e siamo sempre meno “sale della terra” e “lievito nella pasta”, riducendoci ad un sugo incolore, inodore e insapore, buono solo [ma per quanto ancora?] a far digerire ai gonzi, cioè a tutti noi, la pasta scotta della nuova cultura politicamente corretta filantropico-terzomondista-sincretista-ambientalista-gender; una nuova religione in cui i peccati mortali saranno il dire che i bimbi nascono da una mamma e da un papà, essere fedeli al/alla coniuge, emettere troppa anidride carbonica e mangiare carne; e il massimo della virtù avere (almeno) un amante e una famiglia allargata, essere vegani, fare jogging e la raccolta differenziata.
Concordo.
Quando ho sentito Fittipaldi, autore di uno dei due libri, dire che gran parte degli immobili della Chiesa sono affittati a dipendenti del Vaticano ad un affitto molto calmierato mi sono chiesta dove fosse lo scandalo! Ed ecco che lo scandalo starebbe nel fatto che applicando affitti piu’ adeguati, la Chiesa avrebbe piu’ soldi da destinare ai poveri! A questo punto non ho potuto evitare di pensare a quello che disse Giuda riguardo al .profumo “prezioso” che la Maddalena uso’ per lavare i piedi di Gesu’ e la conclusione che ne fa l’evangelista,
ricordate? Dice: Giuda, che teneva la cassa, non aveva a cuore i poveri ma, siccome era ladro, ci pescava dentro!
Concordo von Giuseppe
E’ vero, Doroty. A tal proposito, mi è piaciuto molto un articolo recente del giornalista andrea Zambrano, simpatico e schietto, come al solito:”Tenetevi i soldi che vi pare, ma dateci ilParadiso, per favore”! Bello!, su La Nuova Bussola Quotidiana.
Secondo me, dopo il libro su Martini, Tornielli ha cambiato radicalmente uditorio. O, come altri, non sopportando certe esagerazioni polemiche tradizionaliste, si è spostato più a “sinistra” di quello che voleva.