Ma qualcuno gliel’ha detto ai giornalisti del Corsera e di Repubblica che per il referendum si è già votato? E che hanno perso? Pare di no, dato che ogni giorno cercano di convincere Ruini o Pera che l’astensione è “quasi” reato e che loro hanno “quasi” ragione.
Ma vogliamo proprio dirgliela tutta? A noi, popolo di Marinedda, stanziale al momento, composto da sardi, da nonni con nipotini e da casalinghe con figli piccoli che fanno tre mesi di vacanze, a noi non ce ne può fregar de meno. Posto che qui tutti sanno che l’embrione è un uomo, tanto che l’occupazione principale è crescerli questi ex embrioni, e qui, diciamolo pure, ci viene meglio che in altre parti d’Italia, e posto che la gente s’è stufata di leggerli questi giornali, ti rimane solo il Foglio: istruisce, apre il cervello, c’è pure la Soncini che spettegola un po’, ma, sarà il sole, a volte il cervello te lo beve, e cominci a pensare che Scalise, nel suo zapateriano articolo sui figli di coppie gay e lesbiche, abbia “quasi” ragione. Porta degli esempi talmente edificanti, positivi. Cominci a vedere strane coppie. Le due donne davanti a me, ugualmente affettuose con quella bambina, saranno le due madri? Finché, a fugare ogni dubbio, un rassicurante «vieni da zia tua!». Non fosse per quel “quasi”, fatto da due millenni e più di storia, che è poi quello che ci salva, a noi del popolo, e che vi frega sempre!
Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/6/1994
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