Quarto. Nel M5S ci si deve dimettere se lo dicono quei due

Di Emanuele Boffi
12 Gennaio 2016
Il caso del sindaco del comune campano, Rosa Capuozzo, nemmeno indagata, manda in cortocircuito i grillini.
Il sindaco di Quarto (Napoli), Rosa Capuozzo, arriva al flash mob del M5s, organizzato per esprimerle solidariet‡, Quarto, 10 gennaio 2016. Il primo cittadino Ë al centro di polemiche politiche su presunte infiltrazioni camorristiche nell'amministrazione comunale. ANSA/ CESARE ABBATE

Anticipiamo un articolo tratto dal numero di Tempi in edicola dal 14 gennaio (vai alla pagina degli abbonamenti) – Prima delle feste Luigi Di Maio diceva: «Non sono a favore della presunzione d’innocenza per i politici. Se uno è indagato, deve lasciare, lo chiedono gli elettori». Passate le feste è scoppiato il caso Quarto, il Comune campano al centro di una presunta vicenda di infiltrazioni camorristiche, dove il primo cittadino, Rosa Capuozzo, è del Movimento Cinque Stelle.

E qui è iniziato il cortocircuito perché, per la prima volta, i grillini si sono trovati dalla parte sbagliata della storia. Così hanno organizzato flash mob sulla legalità, hanno scritto un migliaio di volte «i voti della camorra fanno schifo», si sono insultati fra di loro su internet finché hanno prodotto il documento politico più ridicolo che si ricordi a memoria d’uomo.

Il 10 gennaio sul blog di Grillo è apparso un post a firma M5S nel quale, prima, ci si vanta perché Capuozzo non si è piegata alla Camorra, anzi nella vicenda è «parte lesa», e poi, una riga dopo, si chiedono le sue dimissioni. «La strada dell’onestà ha un prezzo», scrivono i grillini. Ma qui l’unico prezzo lo paga non diremo il garantismo – scrupolo sconosciuto tra i pentastellati – ma l’intelligenza. Perché un sindaco non indagato, anzi difeso dal suo partito, si deve dimettere? Perché Roberto Saviano ha invitato i grillini a non avere fra di loro alcuna «blackstar»? O perché il pm Henry John Woodcock conduce le indagini?

Ora che è arrivata anche la sentenza definitiva con la decisione di espellere il sindaco, Di Maio può aggiornare i suoi pensieri: «Non sono a favore della presunzione d’innocenza per i politici. Anche se uno non è indagato, deve lasciare, se lo dicono quei due».

Foto Ansa

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9 commenti

  1. Giannino Stoppani

    Dalla storia non si vuole imparare.

  2. Sgarrubba

    questa impostazione era visibile fin da prima di qs episodio di cronaca. si vede ad occhio nudo il paradosso di esponenti politici sconosciuti e senza volto, cioè totalmente sacrificabili, gestiti da due burattinai intoccabili

    1. piervise

      Concordo con Sgarrubba, quello che rimane è la facilità con la quale si scarica una persona sostenuta cinque minuti prima, non c’è nessun tentativo di comprendere meglio la vicenda e meglio accertare le effettive responsabilità.
      Lodare che non si sia piegata a pressioni mafiose è poi invitarla a dimettersi è un assoluto corto circuito.
      Questo vuol dire che le persone valgono zero quello che conta è solo l’idea o meglio l’ideologia.

  3. giovanna

    DFTT
    (antonio-trollona )

    1. Menelik

      La stessa squilibrata nel post sopra dell’isis che fingete di essere Cristiani.
      Lì si è firmata Anton.

      1. giovanna

        E anche “Ante ” , caro Menelik !
        Nella fenomenologia della trollona, mi sfugge perché , quando usa i nick trucidi, usa sempre 3 nick simili ogni volta !
        Così, forse, pensa di evitare la censura, ma perché sempre tre ?
        Mah !
        Machissenefrega , in fondo !

        1. SUSANNA ROLLI

          Forse quattro son troppi da gestire…

          1. giovanna

            No, non è per quello, Susanna, dato che ne gestisce decine in contemporanea !
            Ma anton-ante-antonio o gelsomina-gelso-gelsoni e anche altri nick “trucidi-insultanti ” parimenti, li mette in trio.
            Misteri della psycho-trollona.

          2. SUSANNA ROLLI

            Ribadisco, sei da premiare!

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