
Quanto ci piace la ministra che beve e fuma senza complessi

Qui a Tempi abbiamo una particolare predilezione per Thérèse Coffey, la vice primo ministro e ministro della Salute inglese di cui circola da tempo sui media una fotografia che la stampa definisce «imbarazzante» e a che noi invece pare un inno alla gioia.
La nostra è una preferenza estetica e umana prima che politica per l’immagine di una donna paffutella, forse un po’ alticcia, che regge in mano un bicchiere di vino e tiene in bocca, quasi fosse la reincarnazione di Winston Churchill, un sigaro mastodontico. A completare il quadro una patacca sulla maglietta, medaglia del suo “io-sono-io-e-me-ne-sbatto-dei-guardiani-del-pensiero-e-della-buoncostume”.
Anti aborto e pro nucleare
Coffey ha tutto per piacerci. In un mondo di donne e uomini impagliati, di politici misirizzi che scattano in piedi solo a comando, di influencer che pensano di essere originali perché belano a ripetizione quel che pensano tutti, Thérèse è simpatica, ironica e autoironica, parla chiaro, “chiama le cose col loro nome”, non ha bisogno di ottenere alcuna patente di presentabilità per potere sostenere le sue idee. E se gli altri pensano che sia fuori moda o controcorrente? Affari loro, non di Thérèse.
Per questo è cattolica senza complessi, a favore del nucleare, antiabortista, contro l’eutanasia e – soprattutto – non pensa che nessuno, tantomeno lo Stato o qualche intellettuale pasdaran del fitness applicato alla morale, abbia alcuna autorità per imporre i suoi pensieri e costumi salutisti sugli altri.
Quelli che la criticano
Figuratevi ora che baraonda è scoppiata dopo che ha dato una mezza risposta evasiva sul piano anti-fumo del governo che fissa l’ambizioso traguardo di avere tutto il Regno Unito “smoke-free” entro il 2030.
“La ministra non capisce che il fumo fa male”; “La ministra non sa che gli inglesi sono contro il fumo”; “La ministra non sa quanta gente muore a causa di sigari e sigarette”. Che va bene, però fa un po’ impressione sentire pronunciare questi commenti dalle stesse bocche subito pronte a giustificare gli aborti, le soppressioni dei bambini incurabili “nel loro miglior interesse”, la liquidazione delle vite dei disabili “non più degne”.
Beve, fuma, è cattolica
Thérèse Coffey pare un errore della storia, uno scoglio che pretende di arginare il mare, lo sbaglio di natura dentro una società che sta andando da un’altra parte, che ha imboccato un’altra strada. È la folle della barzelletta che va contromano in autostrada? Così dicono.
Eppure è così adorabile, con quel suo sorriso materno e astuto al tempo stesso. Con quella sua passione smodata per il Liverpool e il karaoke, per quell’amicizia rivendicata e non rinnegata con Liv Truss, la premier pasticciona a capo di un governo coi giorni contati.
Eppure non c’è cronista o avversario politico che, dopo averla conosciuta di persona, non le riconosca non solo grande competenza, ma anche una naturale simpatia e capacità umana di entrare in dialogo con tutti, nemici giurati compresi.
Ecco perché Thérèse Coffey ha tutto per piacerci: beve, fuma, è cattolica godereccia in un mondo di puritani. Poi, certo, non vogliamo esagerare coi complimenti, magari qualche difetto ce l’avrà pure.
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