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Quando la cultura vale come il petrolio. «A Civita di Bagnoregio grazie al ticket turistico aboliremo l’Irpef»

L'annuncio del sindaco che ha avuto la semplice idea di introdurre un biglietto di ingresso al borgo. Mentre i dati Openpolis attestano come poche città in Italia siano capaci di far fruttare gli enormi tesori su cui sono sedute

Chiara Rizzo
29/01/2015 - 4:00
Interni
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bagnoregio_sindaco

Che l’Italia sia da secoli placidamente accomodata su un’inesauribile riserva di “petrolio”, i suoi beni artistici e culturali, è dato indiscusso. Più discutibile, invece, è il modo con cui alcune città siano state davvero capaci di sfruttare questa ricchezza, che ci invidia tutto il mondo. L’osservatorio civico Openpolis ha confrontato i bilanci dal 2004 al 2012 di 15 tra le principali città, focalizzandosi in particolare sulla voce “entrate” derivanti dalla cultura (sotto la quale sono state considerate tutte le entrate extra-tributarie realizzate dai 15 comuni durante manifestazioni e attività culturali). La gestione dei beni culturali naturalmente varia da città a città, in alcuni casi i principali monumenti appartengono al Comune, in altri a diversi enti locali (Regioni, Stato, eccetera), di conseguenza il paragone tra le entrate dei 15 centri va preso con le dovute cautele. Tuttavia esso permette di cogliere quanto poco si sforzino alcune città a valorizzare il proprio petrolio, a cominciare dalla capitale Roma.

Di seguito il grafico elaborato da Openpolis in basa alle entrate pro capite incassate da ognuno dei comuni coinvolti nello studio grazie alla cultura:

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Open polis_cultura bilanci comune a confronto

BENE VERONA E PADOVA, MALE MILANO E ROMA. Nei dati Open polis brillano pochi esempi positivi. Verona, che è proprietaria tra l’altro della celebre Arena, della Casa di Giulietta e coproprietaria del Palazzo della Ragione, incassa 20.96 euro pro capite all’anno dai suoi beni culturali, 5,5 milioni complessivamente. Padova, forte di gioielli come la Cappella degli Scrovegni, ricava grazie alla cultura 2,5 milioni l’anno, cioè 11 euro per ogni abitante. Al terzo posto c’è quindi Firenze, con 3 milioni di euro all’anno che significano 8 euro pro capite, sebbene alcune perle non indifferenti come il David di Michelangelo e gli Uffizi (il museo più visitato d’Italia) appartengano non al Comune ma allo Stato. Imbarazzante invece il risultato di Milano e Roma: se all’ombra della Madonnina la cultura fa guadagnare alle casse comunali appena 2 euro pro capite, non si riesce a capire come nella città più ricca di storia del mondo le entrate pro capite sotto questa voce siano rimaste per anni ferme allo zero, e solo dal 2012 ammontino a 1,64 euro. È vero che i principali monumenti del centro, dal Colosseo ai Fori, fanno capo allo Stato, ma nella capitale è prevista da anni una “tassa di soggiorno” per i turisti, che lo scorso luglio è stata addirittura innalzata fino a 7 euro al giorno (3,5 nei bed and breakfast). Evidentemente né quella, né l’affitto di luoghi pubblici come il Circo Massimo per i concerti fruttano quanto potrebbero (basti ricordare, a proposito di Circo Massimo, che i Rolling Stones vi si sono potuti esibire per appena 7.934 euro, quando solo per l’alloggio in albergo la band ha sborsato ben 60 mila euro.

Bagnoregio_credit sindaco

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UN TICKET D’INGRESSO. Eppure, proprio a poca distanza da Roma, in provincia di Viterbo, c’è un comune che potrebbe diventare un modello in quanto a capacità di far fruttare arte e cultura. A Civita di Bagnoregio (foto a destra e in alto) si sono saputi organizzare così bene che oggi il sindaco Francesco Bigiotti può permettersi di annunciare a tempi.it la cancellazione di alcune tasse e la loro restituzione «fino a cinque volte tanto» a chi ha redditi molto bassi. Racconta Bigiotti: «Visti i flussi importanti di turisti per il nostro paese, cinque anni fa, quando sono stato eletto, valutai la possibilità di introdurre qualche novità, sia per aumentare i flussi sia per “mandarli a reddito”». L’idea non è neanche tanto complicata: «Abbiamo introdotto un ticket simbolico d’accesso al nostro borgo medievale: 1.50 euro».

IL BOOM. «Paradossalmente – continua il sindaco – non solo non è stato un deterrente, ma anzi è stata una manna. Subito dopo quella decisione, infatti, molti media nazionali e stranieri parlarono di noi, aumentando la nostra fama dalla Francia al Giappone. Inoltre se si paga qualcosa, anche una cifra quasi simbolica, il luogo visitato diventa più prezioso. I turisti lo hanno capito e infatti sono aumentati e sono diventati più attenti. Nel 2008, prima del nostro ticket, tutti i sei comuni dell’area tiberina di cui facciamo parte arrivavano complessivamente 42 mila visitatori all’anno. Oggi la sola Civita Bagnoregio ne conta 240 mila paganti. Considerando anche i turisti esentati dal ticket (per esempio gli ultrasessantenni e le scolaresche) sono 400 mila. Per un comune di 3.800 abitanti sono numeri che si traducono in risorse importanti: 350 mila euro l’anno, da reinvestire tutti qui».

MENO TASSE PER TUTTI. Bigiotti spiega che con tutto quel denaro il Comune per esempio ha potuto «comprare delle macchine elettriche per consentire anche ai disabili di visitare comodamente il borgo, installare un’illuminazione adatta a valorizzare a dovere il paesaggio, assumere per i servizi turistici dieci ragazzi disoccupati». Senza dimenticare l’indotto: «Sono 40 le attività avviate negli ultimi quattro anni tra negozi, bar e altro. Stiamo arrivando alla disoccupazione quasi zero». E non è finita. Grazie agli introiti “culturali”, prosegue il sindaco, «sono state liberate altre voci del bilancio comunale. Così Civita quest’anno ha introdotto il rimborso del 50 per cento di tutte le imposte comunali per chi apre una seconda attività in centro, e del 100 per cento per chi ne apre una nuova. Tutte le aliquote sono state ridotte al minimo. L’addizionale Irpef è passata dallo 0,6 allo 0,2 ed entro il prossimo bilancio di previsione, ad aprile, contiamo di annullarla. Idem per la Tasi che è al minimo di legge, 1 per mille».

UN MODELLO DA REPLICARE. Sempre grazie alla cultura l’amministrazione di Civita di Bagnoregio ha trovato risorse anche per contrastare la povertà e la crisi: «Proprio in questi giorni – spiega il sindaco – verranno restituite tutte le tasse pagate, o anche di più, ai redditi sotto i 15 mila euro. Ad esempio, per chi ha da zero a sei mila euro di reddito restituiremo una cifra pari a 4 o 5 volte le tasse pagate l’anno scorso: per 150 euro di vecchia tassa ne restituiremo 500». Ovviamente il clima in paese è di entusiasmo e per Bigiotti «il nostro è un modello che dovrebbe essere adottato anche altrove, con le sfumature tipiche di ogni realtà. Eppure non accade spesso. La provincia di Viterbo è celebre in tutto il mondo per le sue necropoli etrusche, Cerveteri e Tarquinia sono patrimonio dell’Unesco, ma fanno solo 60 mila visitatori all’anno, enormemente meno di noi che siamo meno famosi e importanti. Non voglio parlare male dei colleghi amministratori, ma penso che nel nostro paese non ci sia molta buona volontà nella promozione della cultura».

Tags: artebeni culturalicivita di bagnoregiocontributiCulturairpefMilanoRomaticketturismo
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