Qualcuno ci liberi da Elisabetta II
I sentimenti degli inglesi sulla monarchia sono da sempre un po’ confusi, almeno stando ai sondaggi. Se il 70% di loro si definisce sostenitore di Elisabetta II, lo stesso 70% si dichiarava indifferente all’evento televisivo del 2011, il matrimonio di William e Kate. L’ipotesi di trasformarsi in Repubblica viene contemplata solo dal 13 per cento dei britannici, ma uno su tre chiede alla Regina Elisabetta di abdicare entro due anni e un 59% di loro vorrebbe Will e Kate immediatamente regnanti. C’è insomma confusione tra i sudditi di sua Maestà, ma lo stesso non si può dire dei cantanti. Nell’ambito musicale infatti c’è parecchia decisione a riguardo, e sono tutti concordi nel non accettare la monarchia, la regina Elisabetta e tutto il suo parentado. Subito la mente va ai fondatori del punk Sex Pistols e alla loro God Save the Queen che, quasi blasfemi, parafrasavano il titolo dell’inno nazionale inglese per cantare di una società allo sbando, “there is no future in England’s dreaming”.
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Dopo arrivarono gli Smiths, band di Manchester cardine del rock anni 80, che ha intitolato uno dei suo album più famosi “The Queen is Dead”. E anche quando il gruppo si è sciolto, il leader Morrissey ha continuato la sua carriera solista e il suo predicare contro l’istituzione monarchica. Nel 2006 disse che se il principe Carlo fosse diventato re, allora tanto valeva dare un titolo nobiliare anche a Ronnie Corbett, un famosissimo comico inglese. Nel 2011 dichiarò con nonchalance che la regina Elisabetta era tale quale ai dittatori Gheddafi e Mubarak. Eppurei i tailleurini pastello di The Queen non sono propriamente gli abiti che indossano dei capi di stato da regime dittatoriale. Ieri sera Morrisey, in concerto alle isole Falkland, ha chiamato sul palco alcune comparse che indossavano una T-shirt con i volti sorridenti di Will e Kate il giorno delle nozze e la scritta “We hate Will & Kate”. Come se non bastasse ha aggiunto che l’arcipelago dovrebbe tornare all’Argentina e che oltre trent’anni di conflitto dovrebbero cessare. Un metodo alquanto discutibile per manifestare il suo dissenso sulla questione.
Molte le personalità pubbliche che probabilmente non festeggeranno il prossimo giugno il giubileo di Elisabetta II. Madonna ha detto che ai tempi di Edoardo VIII i monarchi erano delle vere celebrità, mentre oggi per colpa di certi componenti della famiglia reale sono solo dei buffoni. Jamiroquai, inglese doc, interpellato su un parere politico si è lasciato sfuggire un irriverente «la vecchia è una brava persona in fondo, ehm, volevo dire, la Regina». John Lennon rifiutò il titolo di baronetto con una lettera motivazionale in cui spiegava di non poter accettare l’onorificenza perché in dissenso con la guerra in Nigeria e Vietnam. Anche Alfred Hitchcock, Francis Bacon e Aldous Huxley rifiutarono il titolo. Unico nel suo genere, come sempre, Noel Gallagher degli Oasis, che ha raccontato di quel giorno in cui la band si recò a Downing Street per fare visita a Tony Blair: «Mi dispiace non aver conosciuto di persona la regina, però sniffare nel suo bagno mi è piaciuto», ha detto compiaciuto il chitarrista.
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