Alcuni amici pensano che Francesco sia un papa con un pensiero non tanto “forte”, ma fortemente emotivo. A vederlo passare in Molise, dall’università alla piazza alla mensa dei poveri, questo richiamo del sentimento di ciascuno è innegabile. Non c’è nulla di male: il sentimento fa conoscere. È un inizio. E il sentimento che il Papa provoca è dovuto al fatto che è serio quando guarda ciascuno, come se con ciascuno volesse cominciare un dialogo, in cui lui ha chiaramente da proporre la persona di Gesù, in ogni suo aspetto, persino nelle conseguenze pratiche e politiche. Più di tutto, emerge il fatto che è “entusiasta” di questo scopo di annuncio.
I giornali non lo hanno riportato, ma a Castelpetroso, santuario dove la Madonna è apparsa nel 1888 a due contadine, Francesco ha esposto le sue idee più sentite, utili a giovani e vecchi.
Innanzitutto, qualcosa vale se è per sempre. La vita è fatta per cercare amicizie e valori che durino per sempre. Il “per sempre” non è innanzitutto un dovere etico per cui non si deve divorziare, non si devono avere rapporti sessuali prematrimoniali, non ci si deve drogare, non si deve abbandonare la vocazione, non si deve abbandonare la Chiesa. Il fatto è che non conviene. Non conviene perché – dice il Papa – è la natura del cuore, che «aspira a cose grandi, a valori importanti, ad amicizie profonde, a legami che si irrobustiscono nelle prove della vita anziché spezzarsi. L’essere umano aspira ad amare e ad essere amato. Questa è la nostra aspirazione più profonda: amare ed essere amato; e questo, definitivamente».
Il Papa oppone questo “per sempre” alla mentalità dominante, che fa finta di esaltare la libertà, ma intendendola come pura autonomia, in realtà ci deruba «del desiderio di costruire nella vostra vita cose grandi e solide! È questo che vi porta avanti. Non accontentatevi di piccole mete! Aspirate alla felicità, abbiatene il coraggio».
Seconda idea. Dopo questo urlo per la felicità il Papa si è fermato e ha detto: «Da soli non possiamo farcela. Di fronte alla pressione degli eventi e delle mode, da soli mai riusciremo a trovare la via giusta, e se anche la trovassimo, non avremmo la forza sufficiente per perseverare, per affrontare le salite e gli ostacoli imprevisti». Nessuno può resistere con un cammino puramente individuale, come se fosse una capacità propria l’essere felici. Perché il “per sempre” sia possibile, Dio si è fatto uomo. È la compagnia di Dio fatto uomo che può rendere felici, una compagnia molto carnale che rende liberi davvero, perdona quando chiediamo perdono – perché chi cerca sul serio deve fare, e quindi sbaglia – e che deve aiutare a trovare lavoro (a “lottare” per il lavoro dice il Papa) quando non c’è.
Per questo il Papa fa pregare insieme la Madonna alla fine, non formalmente. Perché non si capisce niente, se non facendo.
* L’autore di questo articolo è docente all’Università del Molise