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Ironia della trasformazione da marcia per i diritti gay a nuova religione delle élite: il Pride non ha più nulla di gay. Nemmeno lo stesso appeal sul mercato. Prova ne è che da quando il transgender è diventato l'eroe del nuovo millennio e la comunità “queer” la nuova divinità del marketing, anche una operazione di branding di routine come il Pride può rivelarsi micidiale.
È successo ad Anheuser-Busch e Target, da sempre promotori di cause (e merchandising) arcobaleno: poche settimane fa il colosso della birra ha puntato sull'influencer e attivista transgender Dylan Mulvaney per il rilancio della Bud Light. Mulvaney, 10,8 milioni di follower su TikTok e 1,8 milioni su Instagram, è diventata celebre pubblicando sui social Days of Girlhood, un video-diario quotidiano della sua transizione di genere, con tanto di post sponsorizzati da Nike, Walmart, Native eccetera. Ma dopo aver bevuto una Bud Light in diretta social Anheuser-Busch ha perso cinque miliardi a Wall Street. Ne h...
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