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L’ultima legislatura, con ben tre diverse ed eterogenee coalizioni, uno stesso premier con due maggioranze, un governo di unità nazionale di tipo tecnico e la rielezione dello stesso presidente della Repubblica, ben testimonia la necessità di rimettere mano alla forma di governo. Ne va della stabilità ma soprattutto della capacità di portare a termine le riforme.
La retorica della Costituzione perfetta è inutile, che la democrazia italiana abbia dei problemi di stabilità e capacità di governo è evidente. Tanto che è dall’inizio degli anni Ottanta che le maggioranze parlamentari provano senza successo a cambiare la forma di governo centrale, mentre i cambiamenti a livello locale hanno funzionato meglio. Da questo punto di vista, dunque, che il governo Meloni prenda l’iniziativa per cercare di rendere più stabili i governi non può che essere vista con favore. Tuttavia, la riforma è un compromesso e in alcuni aspetti non appare molto convincente.
Da un premier eletto a uno “...
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