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Squalo chi legge

Preghiere per cristiani imperfetti. E per i randagi

Di Marina Corradi
01 Dicembre 2024
A coloro che cercano, magari malamente, il volto di un Dio cui non sanno dare un nome: non perdetevi “Il libro d’ore” di Rilke. Tenetelo sul comodino. Consumatelo. Apritelo e riapritelo. Ogni volta troverete una parola che vi riguarda
Rainer Maria Rilke
Rainer Maria Rilke nel 1902

«Sono io, tu che sei nella paura. Non mi senti, che mi infrango contro te con ogni senso?». Da Il libro d’ore (Das Stunden-Buch) di Rainer Maria Rilke (Praga, 1875 - Montreaux, 1926). Non è poesia, è preghiera: come un breviario che giovani monaci in antichi conventi aprivano nell’ora più buia, prima dell’alba. Rilke lo scrisse tra i 23 e i 28 anni, e io che lo rileggo ancora una volta ora, passati i sessanta, resto incredula: come poteva sapere già tutto, già ogni cosa, quel giovanissimo poeta? Non so come si possa, a vent’anni, sapere già della bellezza, e del miracolo del venire al mondo, e delle stagioni che si susseguono e decadono; e della vecchiaia, della malattia, della morte. Sapere a vent’anni già tutto il dolore degli uomini, come è possibile?

Breviario e viaggio di innamorati

La prima parte del libro fu scritta da Rilke dopo un viaggio in Russia, un viaggio tra monasteri ortodossi e palazzi imperiali con Lou Andreas Salomé, intellettuale russa, bellissima donna, scr...

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