Popolo di Dio, non ‘viri probati’

Con questo articolo monsignor Luigi Negri inzia la collaborazione con Tempi

Può essere utile riproporre sentimenti, suggestioni, giudizi, che mi si palesano nella mia esperienza di appartenenza alla Chiesa, nella posizione che sono stato chiamato a vivere. Avverto attorno a me, e non solo nell’ambito strettamente cattolico, un desiderio, magari implicito, di una fede forte. Giovanni Paolo II ci ha insegnato che cosa è una fede forte: è una fede capace di diventare giudizio, cioè cultura, di dilatare il cuore secondo il movimento della carità e della missione. Perché questo desiderio, ripeto, implicito ma diffuso, addirittura qualche volta contraddittorio, sembra non trovare accoglienza adeguata nell’ambito della Chiesa? Certo questa accoglienza e questa corrispondenza fra il Papa e l’umanità è stata la grande esperienza ecclesiale e culturale di papa Giovanni Paolo II, e certo continua, in modo singolare, nella amabilissima e certa testimonianza di Benedetto XVI: ma è così faticoso ritrovarla, quotidianamente, come “forma” della comunità cristiana.
Si è appena concluso il Sinodo sull’Eucaristia: gli interventi di Benedetto XVI, quelli del Patriarca Scola e di molti altri Padri sinodali, nonché le proposizioni votate a maggioranza, hanno rimesso in modo limpido di fronte al cuore e alla coscienza della Chiesa i dati irrinunciabili, e perennemente attuali, del dogma dell’Eucaristia. Eucaristia riproposta come fondamento dell’identità della Chiesa e della sua missione. Fortunatamente è stato disinnescato il movimento “tutto ideologico” che poneva il problema della ordinazione dei cosiddetti «viri probati».
Così la riproposizione limpida e oggettiva della posizione sul problema dei divorziati risposati potrebbe aprire un cammino per discernimenti pastorali singolari e personali. Ma ci è rimasto un disagio: perché non far fiorire dalla riacquisizione della verità dell’Eucaristia il grande tema del popolo di Dio? È il popolo di Dio, in cui definitivamente e sacramentalmente vive il Signore crocifisso e risorto. È il popolo di Dio, coma amava affermare mons. Giussani, il protagonista vero della storia. Se il popolo di Dio esiste, nella sua straordinaria esperienza di novità umana e cristiana, è esso il luogo dove lo Spirito certamente fa nascere vocazioni sacerdotali e religiose; è esso il luogo in cui viene generata ed animata una famiglia che è il segno più vivo, nella società, del cambiamento di vita operato dallo Spirito nella carne degli uomini e della storia.
Nella mia quotidiana ansia di pastore di una Chiesa particolare sento la necessità di contribuire, con la vita, con la parola, con il sacramento a generare e rigenerare il popolo del Signore. Sono certo che s e ci sarà questo, tutto il resto ci sarà dato in sovrappiù.
Luigi Negri, Vescovo di San Marino-Montefeltro

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