David Daleiden è stato incriminato in Texas per «manomissione di documenti governativi» e «tentato acquisto di organi umani». Attraverso una serie di video “undercover” l’attivista americano aveva pubblicato nei mesi scorsi un’inchiesta sul colosso abortivo Planned Parenthood (Pp), portando alla luce il gigantesco scandalo della compravendita e traffico illegale di tessuti fetali e organi di bambini abortiti.
INDAGINI E FONDI. Dopo la diffusione dei video, undici Stati hanno aperto indagini per verificare i fatti descritti nei filmati e raccontati dagli stessi responsabili delle cliniche. Molti hanno bloccato i fondi mentre il Congresso ha approvato una legge, che Barack Obama ha promesso però di respingere, per congelare per un anno i 528 milioni di dollari che Pp riceve in finanziamenti pubblici (su un incasso totale di 1,3 miliardi all’anno).
120 MILA DOLLARI AL MESE. In Texas, la direttrice della clinica Gulf Coast di Pp, Abby Johnson, ha ammesso davanti al Senato che solo la sua filiale (su 13 mila in tutto il paese) ricava 120 mila dollari al mese per la vendita alle aziende di tessuti fetali di bambini abortiti. Ha però aggiunto che questo ricavo è «ragionevole» per il carico di lavoro richiesto e non può essere considerato profitto, di conseguenza non sanzionabile dalla legge. Il Gran giurì di Houston, invece che perseguire Planned Parenthood, ha incriminato Daleiden, che si era finto un rappresentante di una compagnia interessata all’acquisto.
«È UN GIORNO TRISTE». Diane Black, membro della Camera dei rappresentati per lo Stato del Tennessee, ha dichiarato a riguardo delle indagini: «È un giorno triste per l’America. Chi si procura organi di bambini abortiti non paga le conseguenze delle sue azioni, mentre i coraggiosi che dicono la verità ed espongono questi misfatti vengono incriminati con una sentenza politicamente motivata».
COMPRATORE E VENDITORE. Il Center for Medical Progress (Cmp), di cui Daleiden è a capo, ha rilasciato un comunicato ricordando che nell’inchiesta sono state «adottate le stesse tecniche investigative usate da decenni dai giornalisti americani nel rispetto del diritto alla libertà di stampa garantito dal Primo emendamento. Noi rispettiamo il processo e facciamo notare che per comprare tessuti fetali è necessario che ci sia anche un venditore di tessuti fetali».
LA RETROMARCIA. Pur negando tutte le accuse mosse dal Cmp, costruite sulla base delle dichiarazioni fatte dai vari responsabili delle cliniche abortive ripresi nei video, Planned Parenthood ha annunciato che d’ora in poi non accetterà più i «rimborsi» richiesti per le spese sostenute per le «donazioni» di organi e parti di bambini abortiti. «Questo fatto», ha dichiarato Daleiden, «dimostra quanto abbiamo sempre sostenuto: Planned Parenthood non sostiene alcun costo reale, e i pagamenti per gli organi fetali raccolti hanno sempre rappresentato un margine di profitto aggiuntivo».
Foto Ansa/Ap