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Perché la Chiesa non può fare a meno di impicciarsi delle nostre vite concrete

Di Marco Invernizzi
02 Agosto 2024
In virtù dell’Incarnazione ragione e fede secondo i cristiani si preoccupano di tutti gli aspetti dell’umano: di qui la necessità di quella “dottrina sociale” cara a san Giovanni Paolo II
San Giovanni Paolo II nel 1978
San Giovanni Paolo II nel 1978 (foto Ansa)

Durante il primo Festival dell’umano svoltosi a Roma nel giugno scorso, il professor Vittorio Possenti ha raccontato una storia molto intrigante a proposito di uno dei temi “relegati in cantina” nel mondo cattolico, quello relativo alla dottrina sociale della Chiesa. Erano gli anni Settanta del secolo scorso e andava di moda, oltre alla de-ellenizzazione cioè al rifiuto della metafisica, anche la messa da parte della dottrina sociale della Chiesa. Uscì allora un libro, La dottrina sociale della Chiesa. Origine e sviluppo 1891-1971, del padre domenicano Marie-Dominique Chenu (1895-1990), nel quale si sosteneva che la dottrina sociale era una ideologia, così che durante lo svolgimento del Concilio Vaticano II qualcuno cercò di formalizzarne la morte, senza peraltro riuscirvi, comunque teorizzando che era ora di farne a meno.

Eppure non erano passati troppi anni da quando san Giovanni XXIII nell’enciclica Mater et Magistra (1961) aveva scrit...

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