![Crisi del gas, Tabarelli: «Una follia non sfruttare di più le nostre risorse»](https://www.tempi.it/wp-content/uploads/2025/01/gas-ucraina-depositphotos-321x214.jpg)
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La Grecia tornerà alla Dracma? Quali saranno le conseguenze per il sistema euro? Quale ruolo avrà la Banca centrale europea nel futuro? Le domande appena esposte delineano le preoccupazioni dei grandi big player della finanza e della politica internazionale. Fra questi un ruolo determinante lo copre il colosso Morgan Stanley, che ha pubblicato pochi giorni fa un interessante outlook sull’Europa dove sono esposte previsioni non buone. Nel documento viene da subito affermato che «le conseguenze di un’uscita della Grecia dall’euro sono più gravi rispetto a quelle anticipate fino ad ora dai mercati», la probabilità di un “divorzio europeo” è passata dal 25 per cento in cinque anni ad un 35 per cento nei prossimi 12-18 mesi.
I canali di propagazione del contagio greco sono principalmente tre. Il primo riguarda la svalutazione del debito sovrano; il secondo l’impoverimento del settore bancario e per ultimo la situazione politica. Questi tre canali, secondo Morgan Stanley, metteranno a rischio Italia, Spagna, Irlanda e Portogallo. La situazione prospettata non è delle migliori ma il colosso americano fornisce anche cinque politiche da attuare che potrebbero limitare i danni. Per prima cosa lasciare più spazio di manovra alla Bce e poi ricapitalizzare le banche periferiche tramite il Fondo salva stati nelle sua forma provvisoria (Efsf) e definitiva (Esm). Le altre tre misure sono mirate ad aprire la strada ad un’Europa federale con prospettive di lungo termine attraverso un programma di garanzia dei depositi, di unione fiscale dell’area euro e di apertura ai trattati della Bce per operare da prestatore di ultima istanza.
In base alla capacità futura dell’Europa di aggregarsi politicamente/fiscalmente e di trovare un livello di convergenza economica, i ricercatori di Morgan Stanley individuano quattro possibili scenari, come illustrato nella figura in alto. Il primo quadrante delinea un’Europa unita politicamente, ma con divergenze economiche. È stato denominato “matrimonio all’italiana” poiché fotografa la situazione di un paese politicamente unito come l’Italia, ma con grosse differenze economiche. Il quadrante della “Rinascita europea” rappresenta l’optimum perché la convergenza europea convivrebbe in un contesto di unità politica. Scenario diverso nel quadrante “situazione traballante”, caratterizzata da accordi economici che non possono far leva su una solidità federale. L’ultimo quadrante, infine, riguarda il “worst case possible”, ovvero lo scenario peggiore, dove il progetto euro fallisce e si prospettano delle tensioni politiche e sociali.
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