La preghiera del mattino (2011-2017)

Per Repubblica il manifesto di Belen è così una vergogna che ci fa una bella fotogallery

Di Redazione
23 Novembre 2012

MA CHE BELLA NOTIZIA. Obama Due si apre con un’impronta di sinistra: è aperta la stagione della caccia ai ricchi.
Federico Rampinila Repubblica

LA STORIA NON HA INSEGNATO NULLA. Il presidente stavolta sembra deciso a seguire il mandato della sua base elettorale: un corpo sociale fatto di ceti medio-bassi, giovani, immigrati, con una chiara collocazione “di classe”.
Federico Rampinila Repubblica

PER SEMPLIFICARE SARANNO CHIAMATI KULAKI. Ma chi sono i ricchi che finiranno nel mirino, nei negoziati febbrili tra Obama e i repubblicani, che entro fine anno devono servire a risanare il deficit pubblico e scongiurare il “precipizio fiscale” recessivo? Il presidente ha indicato una soglia precisa: sopra i 200.000 dollari annui di reddito lordo individuale (circa 150.000 euro lordi annui), oppure 250.000 per una coppia sposata.
Federico Rampinila Repubblica

FINALMENTE UN PAESE CIVILE. Che aria si respira negli stadi cinesi? «Per prima cosa, i tifosi applaudono sempre gli avversari, specialmente i campioni del calcio europeo come Drogba. Mai un incidente, mai un’offesa. Anche qui, all’ingresso in campo i calciatori danno la mano ai bambini: una volta li hanno vestiti tutti con la maglia della nazionale italiana in mio onore, un gesto molto bello».
Marcello Lippi, allenatore del Guangzhou Evergrande, intervistato da Maurizio Crosettila Repubblica

L’OMICIDIO ANCORA ANCORA. Si è scatenata un’onda di partecipazione enorme perché siamo in una guerra che si risolve solo insieme, speriamo anche con gli uomini. Il femminicidio è frutto di una cattiva cultura, il segno di un disagio che è nelle famiglie. Ma da noi la famiglia, si sa, è sacra.
Serena Dandini intervistata da Anna Bandettini sulla giornata contro il “femminicidio”la Repubblica

COMINCIAMO DA “FEMMINICIDIO”? Si chiede allo Stato l’impegno concreto a contrastare la violenza, di insegnare il rispetto di genere nelle scuole, di abolire il linguaggio sessista nei giornali.
Serena Dandini intervistata da Anna Bandettini sulla giornata contro il “femminicidio”la Repubblica

NON DITELO ALLA DANDINI. Il femminismo ha un momento di inaridimento, oppure di radicalizzazione inaccettabile, il discorso della psicoanalisi, che nasce in quel periodo, diventa un fatto da rotocalco, i discorsi sul corpo, tutte cose che alla fine uno dice: basta, per carità… non se ne può più! E diventano insopportabili proprio perché vengono sputtanate da tutti, a cominciare dai mass-media, che se ne sono appropriati.
Giorgio Gaber in un’intervista inedita del 1992 di Laura FranzaMicromega

ADESSO PERÒ NON CI ALLARGHIAMO. “Uomo” e “donna” si diventa, non si nasce. Il rapporto tra sesso, genere e orientamento sessuale è estremamente complesso e non esistono regole universali. Eppure, nonostante lo si sappia ormai da tanto tempo, ci si continua a comportare come se tutto fosse semplice e indiscutibile.
Michela Marzano commenta il caso del ragazzo di Roma suicida per il bullismo omofobo dei compagni, la Repubblica

È UNA VERGOGNA, CLICCA QUI PER VEDERLA. Offende la sensibilità dei bambini e distrae gli automobilisti e i motociclisti di passaggio (…). Per questo i residenti del comitato Venezia-Buenos Aires chiedono la rimozione del maxiposter all’incrocio fra il corso e via Redi. Il manifesto, che pubblicizza un’azienda di intimo, ritrae la showgirl Belen Rodriguez intenta a sfilarsi gli slip.
Franco Vanni in una fotogallery di repubblica.it

SEMPRE MEJO CHE ’NA FIAT. Il tabaccaio, sulla quarantina, arringa un amico avventore, probabilmente accennando al lotto: «Ahò, che ce fai co’ sti 5000 euro che vinci?». L’avventore accenna che non lo sa. Risposta del proprietario: «Se prennemo na bella rumena e se la… ecco che facciamo!”.
Massimo Gramellini riporta la lettera indignata di un lettore, la Stampa

NON CI SONO PIÙ I NASCONDINI DI UNA VOLTA. Poche ore dopo ho ricevuto il messaggio di una studentessa di Acerra, indignata perché al parco i bambini giocavano a nascondino e invece di liberarsi, come si usa da quelle parti, dicendo «31 salvi tutti» gridavano «31 si salvi chi può».
Massimo Gramellinila Stampa

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