Per i No Tav gli arresti di oggi sono «le solite operazioni ad orologeria»

Di Marco Margrita
29 Novembre 2012
Di fronte ai 19 provvedimenti cautelari e le perquisizioni nella abitazioni di presunti appartenenti all’ala violenta No Tav, Alberto Perino ha accusato la Procura di fare gli interessi di Ltf

E Alberto Perino parlò come Berlusconi: «Solite operazioni ad orologeria». Di fronte ai 19 provvedimenti cautelari (arresti, obbligo di firma o di dimora) e le perquisizioni nella abitazioni di presunti appartenenti all’ala violenta No Tav, così si è espresso il leader trenocrociato, che accusa tra l’altro la Procura di fare gli interessi di Ltf, la società responsabile della parte comune italo-francese del futuro collegamento ferroviario tra Torino e Lione.

Le misure cautelari sono state spiccate in riferimento all’aggressione della troupe del Corriere della Sera e dell’assalto allo studio Geovalsusa, tra i partecipanti alla gara per l’assegnazione di una parte dei lavori.
La troupe venne assalita da un gruppo di facinorosi che, oltre a minacciare e costringere gli operatori ad allontanarsi, impedendo loro la realizzazione del reportage, sequestrarono il loro veicolo, sottraendo ai malcapitati documenti e oggetti. Oltre a danneggiare le loro attrezzature tecniche. L’episodio lo scorso 29 febbraio, nei pressi dell’autostrada A32 Torino-Bardonecchia, nel tratto del comune di Chianocco.
Le persone arrestate sono due anarchici, il roveretano Massimo Passamani già agli arresti per associazione a delinquere e un romano.

I sette arresti per l’irruzione negli uffici torinesi della Geostudio, invece, sono stati eseguiti a carico di esponenti dell’area antagonista torinese, riconducibile ai centri sociali Askatasuna e Gabrio. Per questo episodio sono state eseguite anche sei perquisizioni: due a Torino, due a Trento, una a Roma e una a Como.
Tra i provvedimenti restrittivi vi è il divieto di dimora a Torino per Francesco Richetto, considerato uno dei leader del movimento.

Le forze dell’ordine, inoltre, hanno smantellato a Chiomonte la baracca-presidio No Tav, che era statarealizzato su un terreno di proprietà dell’Anas. Posta inoltre sotto sequestro preventivo la baracca costruita dai No Tav in località Gravella, sempre a Chiomonte, su un terreno privato di cui era stata denunciata l’occupazione abusiva. Per eseguire i provvedimenti della magistratura torinese è stato impiegato un contingente di polizia.
L’operazione è in corso dall’alba, ad opera degli uomini della Digos.

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