Per i No Tav gli arresti di oggi sono «le solite operazioni ad orologeria»
Le misure cautelari sono state spiccate in riferimento all’aggressione della troupe del Corriere della Sera e dell’assalto allo studio Geovalsusa, tra i partecipanti alla gara per l’assegnazione di una parte dei lavori.
La troupe venne assalita da un gruppo di facinorosi che, oltre a minacciare e costringere gli operatori ad allontanarsi, impedendo loro la realizzazione del reportage, sequestrarono il loro veicolo, sottraendo ai malcapitati documenti e oggetti. Oltre a danneggiare le loro attrezzature tecniche. L’episodio lo scorso 29 febbraio, nei pressi dell’autostrada A32 Torino-Bardonecchia, nel tratto del comune di Chianocco.
Le persone arrestate sono due anarchici, il roveretano Massimo Passamani già agli arresti per associazione a delinquere e un romano.
I sette arresti per l’irruzione negli uffici torinesi della Geostudio, invece, sono stati eseguiti a carico di esponenti dell’area antagonista torinese, riconducibile ai centri sociali Askatasuna e Gabrio. Per questo episodio sono state eseguite anche sei perquisizioni: due a Torino, due a Trento, una a Roma e una a Como.
Tra i provvedimenti restrittivi vi è il divieto di dimora a Torino per Francesco Richetto, considerato uno dei leader del movimento.
Le forze dell’ordine, inoltre, hanno smantellato a Chiomonte la baracca-presidio No Tav, che era statarealizzato su un terreno di proprietà dell’Anas. Posta inoltre sotto sequestro preventivo la baracca costruita dai No Tav in località Gravella, sempre a Chiomonte, su un terreno privato di cui era stata denunciata l’occupazione abusiva. Per eseguire i provvedimenti della magistratura torinese è stato impiegato un contingente di polizia.
L’operazione è in corso dall’alba, ad opera degli uomini della Digos.
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