Per combattere la corruzione non ci vogliono più leggi e più authority, ma meno

Di Redazione
06 Giugno 2014
Non volete più scandali e mazzette? Non serve la ghigliottina grillina o nuovi controllori, ma regole più semplici e efficaci. La corruzione si annida nei mille passaggi burocratici

Il procuratore aggiunto di Venezia Carlo Nordio, commentando i recenti arresti sulla vicenda del Mose, ha detto una frase interessante: «Parlamento e governo riducano le leggi, le semplifichino e le rendano più chiare e trasparenti in modo che chi partecipata ad una gara pubblica sappia a chi deve rivolgersi, quali sono le autorità responsabili, autorità che devono essere poche perché se si deve bussare a 100 porte è certo che almeno una di queste rimane chiusa finché non arriva qualcuno che dice che va unta attraverso mazzette. Vanno semplificate le procedure, rese più snelle e trasparenti».
Nordio, che è un magistrato serio ed equilibrato (non certo uno di quelli che usano gli arresti per fare carriera o per farsi invitare negli show tv), ha anche dato un «suggerimento al presidente del consiglio»: «Gli direi di lasciar stare le pene, le leggi penali, i nuovi reati, ci sono già, le pene sono già stratosferiche. Al primo ministro direi non fate nuove leggi penali, paradossalmente diminuite le pene ma rendetele più efficaci e concrete, e soprattutto prevenite il reato semplificando le procedure, individuando le competenze e attribuendo i controlli preventivi a poche persone. Non è mai servito a niente inasprire le pene».

600 ARTICOLI DA RISPETTARE. Il proseguimento dell’inchiesta dirà se le ipotesi di reato formulate dalla magistratura sono reali. Ma vale la pena soffermarsi sulle frasi di Nordio, anche per evitare nell’immediato le reazioni di pancia grilline («ci vuole la ghigliottina») o quelle, un po’ generali, invocate sulla necessità di «maggiori controlli» o  «nuove leggi». È vero il contrario, dice nella sostanza Nordio. Le leggi ci sono, il problema è eliminare i mille passaggi burocratici. È lì che si infila la corruzione.
Lo spiegano bene due diversi articoli apparsi oggi su Libero e il Giornale. Sul primo, a firma di Davide De Luca, si fa notare che «per vincere un appalto pubblico in Italia non basta saper fare bene il proprio lavoro. Vincere un appalto è di per sé un lavoro che costa ore passate a compilare moduli, scartoffie e a studiare la normativa». Innanzitutto va tenuto conto del «Codice dei contratti pubblici, a volte chiamato Codice degli appalti, che è composto da 273 articoli, 38 allegati e che è diviso in 1500 commi. A questo si aggiunge il regolamento di attuazione del Codice degli appalti, che aggiunge altri 350 articoli. In tutto, gli articoli da rispettare sono 600». Da notare, poi, «che da quando è entrato in vigore dal 2006, il codice è stato modificato 564 volte e i suoi articoli sono stati oggetto di sentenze e pareri amministrativi seimila volte». Il fatto poi che questi articoli rimandino ad altri articoli non fa altro che rendere ancora più complessa la vicenda.

APPALTI E CAVILLI. Il risultato qual è? Il risultato è che per orientarsi in questo ginepraio occorrono tempo e soldi per pagare persone dedicate. Così, per le piccole e medie imprese è praticamente impossibile partecipare agli appalti pubblici, mentre «con delle leggi così bizantine è relativamente facile per un ente committente creare un bando di appalto complicatissimo, perfettamente coerente dal punto di vista legale, ma costruito in modo tale da far vincere l’impresa degli amici ed eliminare per qualche cavillo tutti i concorrenti». In altri pesi, scrive de Luca, è diverso: in Francia il codice ha 294 articoli. Nel Regno Unito due codici per un totale di 100 articoli.

ENTI CONTROLLORI. Sul Giornale, Paolo Bracalini elenca tutte le authority e organismi anticorruzione presenti in Italia. Il giudizio del Giornale è già nel titolo dell’articolo: “Quei mille controllori inutili che non vedono mai tangenti”. Esiste l’Avcp, l’«Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture»; l’Anac, l’«Autorità Nazionale AntiCorruzione e per la valutazione e la trasparenza delle amministrazioni pubbliche»; la Commissione Anticorruzione presso il ministero della Funzione pubblica; inoltre, scrive Bracalini «anche le Regioni hanno i loro organismi regionali anticorruzione, efficacissimi se si pensa ad Expo e Mose. In Regione Lombardia ad esempio si può chiedere un appuntamento al “Responsabile della Prevenzione della corruzione e Trasparenza”, un dirigente regionale che ovviamente vigila, controlla, previene. E pure in Regione Veneto c’è la “Sezione controllo di gestione, anticorruzione e trasparenza”, coi suoi bei dirigenti. Ma lì c’è anche il “Magistrato delle acque”, un organismo ministeriale che vigila sulle regolarità delle opere nella laguna di Venezia, tipo Mose appunto. Poi c’è anche l’Antimafia che controlla le possibili infiltrazioni criminali negli appalti, e c’è ovviamente la Corte dei conti che vigilia sulle opere pubbliche». Insomma, «i controllori non mancano, eppure le mazzette fioccano. Urge un’Autorità di controllo sui controllori?».

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10 commenti

  1. ftax

    @Pier Luigi Tossani. Con quel bel nasone puoi dire quello che vuoi…
    Non significa però che le tue proposte siano meno irrealistiche delle soluzioni che critichi.
    Vacci tu ad asciugare piazza San Marco quando c’è l’acqua alta.

  2. Roberto

    Quanti commenti scomposti,livorosi contro questo o contro quello.
    ogni tanto accendere la luce del cervello no è ?
    Fatevi visitare ma da uno bravo pero’

    1. Ale

      @Roberto ma le tasse le paghi o no?! Chi le paga onestamente, con il sudore della fronte, vorrebbe vedere tornare indietro i soldi in servizi e fa male continuare a sentire di gente che, invece di terminare in tempi celeri opere utili per la Collettività Che Paga le Tasse, ci lucra da decenni a spese di tutti. Questo non fa venire il livore ma demoralizza e amareggia profondamente, tanto. Pensa quante cose avrebbe potuto fare lo Stato con i soldi che ha pagato in eccesso.. per un’opera ancora incompiuta.. O forse a te non importa perché navighi nell’oro e non hai mai avuto bisogno dei servizi che un paese civile dovrebbe rendere ai cittadini in cambio delle tasse pagate?! Asili e scuole di buon livello per tutte i cittadini, assistenza ai grandi invalidi, insegnanti di sostegno per bambini diversamente abili, scuole senza barrire architettoniche, treni e stazioni funzionanti per pendolari, strade e ferrovie che non franano e che vengono riparate in tempi celeri, terremotati e alluvionati non abbandonati a se stessi, persone usurate da lavoro ed età che possono finalmente godersi la pensione.. Lo sai che nel settore pubblico non assumono quasi più perché non ci sono soldi e che quando uno va in pensione per i rimasti aumenta il carico di lavoro per lo stesso stipendio?! E magari quel posto potrebbe risolvere i problemi economici di una giovane coppia. La corruzione non fa venire il livore ma ci uccide, tutti. Il sorriso e’ contagioso..speriamo che lo diventi anche l’abitudine alla legalità per portare rispetto in primis a noi stessi.

  3. Carlo

    Per combattere la corruzione ci vogliono meno ciellini messi qua e là dai politici amici (vedi sanità in Lombardia); per fortuna la loro riduzione è pienamente in corso.

  4. Castigamatti

    Quello che è stato scritto sul Codice degli Appalti è drammaticamente vero. I pratici del settore lo sanno benissimo.
    Perché così tante norme? Perché si cerca di regolare tutti i casi possibili per evitare falle o imbrogli, ma non ci si rende conto che così facendo li si favorisce.
    Lasciamo perdere poi la tecnica con cui sono formulate le norme: urgono ripetizioni di sintassi e di analisi del periodo.
    Poi si vede di tutto: norme con due commi uguali, norme che modificano leggi abrogate, norme con commi numerati uguale…
    Leggi di interpretazione autentica che non lo sono, leggi che abrogano leggi che a loro volta sono abrogatrici e ripristinano il contenuto di norme abrogate.
    Sulla giurisprudenza, soprattutto di TAR e Consiglio di Stato, stendiamo un velo pietoso: ci sono sentenze che si inventano le norme che il legislatore si è dimenticato di inserire… Un disastro!

    1. per cmbattere

      “Regolare tutti i casi possibili” è attività che può fare soltanto chi ha assoluta competenza e padronanza della materia.
      Una classe politica cialtrona e incompetente non può fare che quello che è stato fatto in Italia, ovvero legiferare ad esclusivo loro uso e consumo, ammaliando quel popolino bravo a sorbirsi tutto, salvo poi scoprire, magari qualche anno dopo, il male che è stato fatto.
      Se governi male oggi, se fai debiti oggi, se prepari il dissesto delle migliori aziende oggi, i risultati si vedranno domani.

      Chi raccontava che la crisi non esisteva, chi portava il debito pubblico alle stelle, chi giocava a fare il grande imprenditore con le grandi Aziende (vedi Alitalia) ha determinato quella crisi che, a tutt’oggi non si è riusciti a superare.

  5. Andrea (Uno dei Tanti)

    Dai che ci siamo, forse una certa parte di mondo cattolico, CL in primis, inizia ad ammettere che la corruzione E’ IL problema.

    Basta con la storiella “i soliti moralisti”, “il cuore dell’uomo non si cambia” etc. etc.

    Perfino Giuliano Ferrara inizia a vacillare (vedi articolo “echepalle” Il Foglio di ieri) e apre gli occhi: non è possibile che un’opera (utile a mio vedere) sia commissionata nel 1988, ( De Michelis disse al tempo “sarà pronta nel 1995!!!!) nel 2014 non sia completata, che i costi salgano da 1.3 MILIARDI di euro a 6/7: cinque, 5 volte tanto.

    Sono una montagna di soldi c@##@rola, ma tanti.

    MPS sono 4 miliardi, Alitalia potevamo venderla ad air france a 1,1 con estinzione debiti (altro che Ethiad, ci mette 600 milioni e non si accolla il debito) e in sei anni di miliardi ne ha bruciati 4, il Mose costerà 4 miliardi in più…..

    Sono 12 miliardi di euri bruciati e poi ci si lagna di Monti!!!!!

    Ma questi politici NON capiscono, NON VOGLIONO CAPIRE.

    E nemmeno certi giornalisti vogliono capire, specie quando fanno articoli per dire che “l’allarme corruzione è spropositato”.

  6. per combattere

    E’ interessante leggere come Tempi commenta questi fatti, sopratutto avendo ben presente come li commenta abitualmente quando ha invece convenienza a fare nomi e cognomi.
    Dunque, per questo ennesimo scandalo che coinvolge un importante Sindaco, un ex Ministro ed ex Governatore di Regione, nonché cofondatore del Partito di riferimento del giornale, più tutta una serie di Politici, e Imprenditori, ebbene, Tempi NON FA UN NOME.
    Ci spiega, in modo asettico, come parlasse di una vicenda marziana, di come l’ inasprimento delle leggi non ha mai evitato i reati.
    Cita scuole di pensiero etichettate come “serie ed equilibrate” rappresentate da un Magistrato e Giornalisti, esemplarmente “seri ed equilibrati”. D’ altronde, uno che scrive su Il Giornale e Libero è già di per se una garanzia di serietà ed equilibrio.

    A costo di turbare la serenità dei Lettori di Tempi, nel’ intervallo tra un articolo sui Gay e uno sui loro orgogliosi detrattori, salvatori del’ umanità, inviterei ad alcune semplici riflessioni.

    Veniamo da ventanni, durante i quali è stato fatto tutto il fattibile per arrivare ad una situazione indiscutibile: L’ Italia è il Paese più corrotto del mondo occidentale e civile.
    Ventanni di denigrazione della Magistratura hanno lasciato il segno.
    Per ventanni ci avete insegnato che da condannare non è chi imbroglia, corrompe, ruba, ma chi pretende di perseguire i reati.
    Taglio dei tempi di prescrizione, declassamento dei reati di natura economico/finanziario/fiscale, hanno ridotto l’ Italia a quello che ormai è.
    Il Partito di riferimento di Tempi ha il terzo padre fondatore con vista galera.
    Però, mai un cenno di autocritica, di ammissione dei vostri errori.

    Coraggio, Tempi, abbiate un soprassalto di dignità, scrivete chiaro e tondo che il problema non è + o meno regole, ma + o – LADRI.
    E piantatela di difenderli!!!

  7. pallo

    buffoni …. voi di Tempi siete dei buffoni (naturalmente supportati dal Giornale e gli altri fenomeni)!
    le regole ci sono solo per i lavori piccoli e per i poveracci (la ristutturazione di casa, il muro di contenimento etc) …. quando ci sono le grandi opere si va in deroga sempre ….. chissa come mai !!

    Il problema è che sono ladri …. e che a forza di allegerrire le pene (vedi falso in bilancio e resto) in Italia il gioco vale la candela SEMPRE !!!

    Expo, Mose, Tav … il ponte di Messina di Silvio … servono SOLO a rubare …. l’utilità è un fattore minore e non importate, naturalmente chi si oppone è un comunista un terrorista uno che vuole bloccare l’economia etc …. quante volte lo avete scritto su questo sito negli ultimi anni ?

  8. francesco taddei

    ” il problema non sono le regole” (renzi). figuratevi. le grandi opere non si fanno perché servono, ma per tirar su quattrini dagli squaletti italiani. con i partiti a prendersi la loro fetta. e pensate che i partiti si taglino le gambe da soli? forse con i bazooka tedeschi puntati sul lato b cambierebbe qualcosa. forse.

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