Telecom ha deciso: l’offerta per La7 da parte di Umberto Cairo è la migliore e per questo ha ricevuto l’esclusiva per la trattativa.
La firma non è ancora posta sui contratti e di elementi da definire ne rimangono ancora molti, ma di sicuro ha vinto la proposta con il migliore contenuto aziendale e, dice a tempi.it un collaboratore di Umberto Cairo, «avere un contratto di vendita pubblicitaria molto solido con La7 ha avuto un importanza strategica». Il riferimento è l’accordo che lega l’emittente televisiva in vendita con la Cairo Comunication fino al 2019. «Il contratto ha tenuto lontano gli altri investitori: chi compra una rete che è una continua emissione di debito e che in dieci anni ha perso 1 miliardo di euro? L’unica fonte di reddito è la pubblicità, ovvero il nostro core business». Anche lo stesso Umberto Cairo, in un’intervista a MF MilanoFinanza di oggi ha asserito: «Non mi sarei mai candidato all’acquisto se non avessi ipotizzato il risanamento».
L’OFFERTA DI DELLA VALLE. Tra i pretendenti dell’ultima ora si è fatto avanti il patron di Tod’s che nel settore editoria conta una partecipazione in Rcs, anche se ha recentemente rotto il patto di sindacato: «Della Valle – dice la nostra fonte – ha buttato lì un’offerta ma non ci credeva fino in fondo e ci aveva già provato la scorsa estate».
CAIRO E IL CAVALIERE. Molti commenti hanno sottolineato l’affinità tra Umberto Cairo e Silvio Berlusconi: qualcuno ha affermato che l’imprenditore della pubblicità faccia da “prestanome” all’ex presidente del consiglio: «Cairo è una persona molto indipendente. Si scrive che è amico di Berlusconi, ma in realtà non è così, anzi il Cavaliere lo licenziò dal suo gruppo. Ora sono passati molti anni e i rapporti sono cordiali. Ma Cairo è una persona che difficilmente richiede la presenza di un socio per una operazione di questo tipo».