Contenuto riservato agli abbonati
Parliamo di mente. Due secoli fa, Leopardi, sul declinare dell’epoca dei lumi, la descriveva come una terra “occupata”: la mente è la dimensione più propria e intima dell’uomo e al tempo stesso la più dominata, proprietà altrui. È tutta presa da un dolcissimo, possente dominatore, terribile, ma caro. Dal momento in cui il “pensiero dominante” fa dimora in lei, tutti gli altri si dileguano, lasciano spazio al “gigante”, come torre in solitario campo. Di fronte a lui l’intera vita e tutte le opere terrene, diventano nulla, noia intollerabile: le preoccupazioni così come le speranze e i piaceri sono imparagonabili alla gioia “celeste” che viene soltanto dalla sua presenza. Tu, pensiero dominante (angelica sembianza), diventi lo scopo finale di ogni cura, l’aspettativa irreprimibile, l’attesa di ogni istante: nulla è paragonabile a te.
Qualche settimana fa è scomparsa Sinéad O’Connor: molti di noi la ricordano per una splendida canzone, per i lineamenti del volto stupendamente tr...
Contenuto a pagamento
Per continuare a leggere accedi o abbonati
Abbonamento full
€60 / anno
oppure
Abbonamento digitale
€40 / anno