Caro Gigi, così oggi ti portiamo alla Macerata-Loreto con noi Zacchei
Partirà questa sera – sabato 11 giugno – alle 20.30 dall’Arena Sferisterio il 44esimo pellegrinaggio Macerata-Loreto, intitolato in questa edizione “A Dio tutto è possibile”. Il pellegrinaggio alla Santa Casa, 28 chilometri percorsi in mezzo alle colline marchigiane tra preghiera, canti e momenti di silenzio, era diventato un appuntamento fisso anche per il fondatore di Tempi, Luigi Amicone. Pubblichiamo un ricordo scritto da Davide Maddaloni, che Amicone proprio in una recente cronaca del pellegrinaggio ribattezzò «guru e animatore capo degli Zacchei», il gruppo di amici con cui Gigi amava partecipare a questo gesto.
* * *
Ci sono delle mancanze che in alcuni giorni si sentono in maniera bruciante, è inevitabile, e questo è uno di quei giorni: quando si fa il pellegrinaggio da Macerata a Loreto.
L’ultimo dialogo con Luigino è stato il 17 ottobre scorso e Tu sei stato come sempre fulmineo nella risposta:
«Giovedì sera pizzata con un mio collega ci sei?».
«Ok».
L’ennesima proposta alla quale non dicevi mai no.
Con Luigino è sempre stato così. Non so dire bene cosa sia stata questa affezione e sintonia immediata con Te, nata anni prima seduti di fianco sulle tribune gelate dei campetti alle partite di calcio dei nostri figli, Elia e Giovanni, allora compagni di classe e adesso all’università insieme.
Luigino si è affezionato a me e poi ai miei amici, gli “Amici di Zaccheo”, ed io a lui e alle sua mirabolanti avventure.
E così cene, partite alla televisione dove spiccava il tuo “approccio distaccato ai match”, discussioni su tutto: movimento, Milan, politica, e che finivano sempre con grandi risate, insomma un’amicizia vissuta con quel non prendersi troppo sul serio che era tipico tuo.
Quell’ultima pizzata non l’abbiamo fatta, sei andato in Cielo all’improvviso e come sempre ci hai stupito, ricordo come fosse adesso nostro figlio che entra in camera nostra qualche ora dopo mezzanotte per dircelo.
E così Luigi non Ti ho potuto nemmeno ringraziare pubblicamente per quella Tua “ultima perla”, una di quelle giocate da fuoriclasse che Ti inventavi con un guizzo. La storia è semplice e dice di un periodo triste in cui tutti hanno paura di tutto e alla famiglia di un amico viene impedito di vedere la madre morta da poco in una casa di riposo, adducendo come scuse il rischio di improbabili contagi e l’applicazione di regole che nemmeno c’erano. Dolore su dolore. Le ho provate tutte per forzare la mano e di fronte all’ennesimo “non si può”, ho chiamato Luigino: «Gigi, mi serve la telefonata del giornalista incazzato». E così, passando dal centralino, minacciando servizi in televisione, interrogazioni parlamentari, terremoti e cavallette, sei riuscito nello scopo e Ti sei fatto aprire le porte che avevano sigillato e la famiglia è riuscita a partecipare (quasi all’ultimo minuto) al funerale.
Adesso ricordo anche come fosse ora l’ultimo invito che Ti ho fatto per venire alla Macerata-Loreto: eravamo al Collegio della Guastalla a Monza, Tu ti trascinavi a fatica salendo i gradini dell’ingresso – avevi avuto una grave complicazione di salute –, Ti ho raggiunto, Ti ho guardato negli occhi: «Allora? Quest’anno Macerata-Loreto?».
«Quest’anno no, Madda».
«Perché?», sfidandoti un po’.
«Non riuscirei neanche ad uscire dallo stadio».
Mi piace essere un po’ teatrale nei momenti che contano. Ho lasciato scendere dell’altro silenzio senza smettere di fissarci e poi l’ho attaccato, un po’ come una battuta e un po’ no.
«Ma Gigi, c’è un modo migliore di andare in Cielo che camminando verso la Madonna?».
Hai sorriso e poi subito Ti sei fatto serio: «Mi sa di no».
Abbiamo raggiunto l’Annalena che era lì vicino e le abbiamo fatto la battuta: «Allora andiamo dalla Madonna insieme».
Ricordo bene quella smorfia Annalena, eri certa fosse una pazzia e avevi anche ragione.
Fatto è che qualche giorno dopo arriva il Tuo messaggio: «Vengo, tienimi un posto».
Con il Tuo improbabile outfit da pellegrino (e come al solito senza panini e bibite, ma sapevi che i miei e Tuoi amici si sarebbero presi cura di Te) Ti sei presentato alla partenza con il solito sorriso sornione.
Non Ti ho mai visto camminare così bene (anche se per sicurezza Ti abbiamo messo alle calcagna il dottor Nanni che per tutto il pellegrinaggio Ti ha marcato a uomo).
Mi colpisce ripensandoti che una delle Tue ultime uscite è stata per andare dalla Madonna di Loreto a consegnare il Tuo “santino“ per le elezioni che ci sarebbero state di lì a poco e ricordo meglio ancora il Tuo messaggio con la foto sorridente che hai inviato ad alcuni amici che Ti davano una mano nella campagna elettorale: «Se non passo, vuol dire che mi candida altrove».
Ora ancora una volta siamo pronti a partire con gli Zacchei verso la Madonna, abbiamo le tasche piene di biglietti di preghiere di quelli che non possono, e chi se ne frega se è sentimentale e viene giù mezza lacrima chiedendoti, Gigi, di sostenerci e ricordati che devo ricambiare il favore!
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