Contenuto riservato agli abbonati

Fate la parità (mica la carità)

Di Caterina Giojelli
30 Aprile 2025
La legge che doveva dare corpo alla libertà educativa in Italia ha compiuto 25 anni, ma per le famiglie che la esercitano «siamo ancora all’elemosina di Stato». Roberto Pasolini, uno dei leader del movimento che ottenne quella riforma, ci spiega perché è il momento di tornare alla carica
Roberto Pasolini tra i banchi dell’Istituto Europeo Leopardi di Milano di cui è rettore parità scolastica
Roberto Pasolini tra i banchi dell’Istituto Europeo Leopardi di Milano di cui è rettore (foto: Istituto Europeo Leopardi)

«Dov’è finito il popolo della parità scolastica? È diventato il popolo della rassegnazione? Il contrasto ideologico è sempre esistito: l’11 dicembre 1999, 50 mila persone sfilarono a Roma contro l’approvazione la legge di parità in discussione al Parlamento. Ma in 200 mila eravamo in piazza San Pietro davanti a Giovanni Paolo II a gridare: “Libertà!”. E ventimila, tre anni prima, al Palavobis di Milano, tra studenti, genitori e insegnanti, chiedevano una legge di parità per avere il diritto alla libertà di scelta educativa. La domanda è: ci crediamo ancora? Siamo pronti a difendere il diritto dei meno abbienti di scegliere la scuola per i propri figli? Altrimenti, per le paritarie la sopravvivenza è solo questione di tempo». 
Roberto Pasolini, rettore dell’Istituto Europeo Leopardi a Milano, si sente ringiovanito di trent’anni, tanti quanti ne sono passati da quando, con un manipolo di colleghi e l’ex ministro Mario Mauro (allora professore a capo di una serie di sigle del mondo d...

Contenuto a pagamento
Per continuare a leggere accedi o abbonati
Abbonamento full
€60 / anno
oppure
Abbonamento digitale
€40 / anno

Articoli correlati