
Papa Francesco: «Noi non diventiamo cristiani in laboratorio. La Chiesa è una madre»
La Chiesa è una madre, che genera l’uomo nella fede come una mamma nutre in grembo il proprio figlio. È l’immagine che papa Francesco ha usato oggi nell’udienza generale in Piazza San Pietro, ricominciando il lavoro di catechesi dell’Anno della fede. Il credere in Dio è un atto tutto personale, una risposta che ogni uomo rivolge a Lui che vuole entrare in amicizia. «Ma la fede io la ricevo dagli altri, in una famiglia, in una comunità che mi insegna a dire “io credo”, “noi crediamo”. Un cristiano non è un’isola! Noi non diventiamo cristiani in laboratorio, noi non diventiamo cristiani da soli e con le nostre forze, ma la fede è un regalo». È una scelta interiore quella di appartenere alla Chiesa, quindi, ed è un atto vitale: «Non si appartiene alla Chiesa come si appartiene ad una società, ad un partito o ad una qualsiasi altra organizzazione. Il legame è vitale, come quello che si ha con la propria mamma, perché “la Chiesa è realmente madre dei cristiani”».
«CHI RICORDA LA DATA DEL BATTESIMO?». Il Papa poi ha rivolto una domanda ai presenti: «Ma quanti cristiani ricordano la data del loro battesimo? È la data della nostra nascita alla Chiesa, la data nella quale la mamma Chiesa ci ha partorito. È bello…». Ed essendo come una madre, bisogna saperle volere bene. Chiede ancora papa Francesco: «Amiamo la Chiesa come si ama la propria mamma, sapendo anche comprendere i suoi difetti? Tutte le mamme hanno difetti, tutti ne abbiamo. Ma quando si parla dei difetti della mamma, noi li copriamo, li amiamo, così … E la Chiesa ha i suoi difetti, pure. La amo così, come la mamma? La aiutiamo ad essere più bella, più autentica, più secondo il Signore?».
«TUTTI FACCIAMO PARTE DELLA CHIESA». Ma il rapporto di figliolanza non si vive solo all’atto della nascita: una madre accompagna i propri figli anche durante la crescita, «insegna il cammino della vita, li accompagna sempre con le sue attenzioni, con il suo affetto, con il suo amore, anche quando sono grandi. E in questo sa anche correggere, perdonare, comprendere, sa essere vicina nella malattia, nella sofferenza. In una parola, una buona mamma aiuta i figli a uscire da se stessi».
Uguale fa la Chiesa, che «accompagna la nostra crescita trasmettendo la Parola di Dio, che è una luce che ci indica il cammino della vita cristiana; amministrando i Sacramenti. Ci nutre con l’Eucaristia, ci porta il perdono di Dio attraverso il Sacramento della Penitenza, ci sostiene nel momento della malattia con l’Unzione degli infermi. La Chiesa ci accompagna in tutta la nostra vita di fede, in tutta la nostra vita cristiana. Possiamo farci ancora qualche domanda: che rapporto ho io con la Chiesa? La sento come madre che mi aiuta a crescere da cristiano? Partecipo alla vita della Chiesa, mi sento parte di essa? Il mio rapporto è un rapporto formale o è vitale?».
Perché era chiaro nei primi secoli che la Chiesa tanto “faceva” i cristiani quanto era “fatta” da essi, come diceva San Girolamo: «La Chiesa di Cristo altra cosa non è se non le anime di coloro che credono in Cristo». Non reggono, quindi, chiude il Papa, le motivazioni di chi dice di credere in Dio ma non nella Chiesa: «Non è fatta solo dai preti: la Chiesa siamo tutti. Da quel bambino recentemente battezzato che era lì, fino ai vescovi, al Papa: tutti siamo chiamati a collaborare alla nascita alla fede di nuovi cristiani».
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