La “missione impossibile” di papa Francesco: a Kiev per fermare la guerra
Pare che papa Francesco mediti di recarsi a Kiev. Missione impossibile? Ragioni di prudenza che è quasi inutile spiegare, portano a credere che un viaggio del genere non potrebbe mai verificarsi. Eppure se ne parla, e già che una tale “follia” sia presa in considerazione fa capire quanto sia grave la situazione.
Rispondendo a una domanda durante il suo viaggio a Malta, Bergoglio ha detto che l’«ipotesi è sul tavolo». Un po’ poco per immaginare che un simile viaggio sia realizzabile… D’altro canto, Vladimir Putin non pare intenzionato a fermarsi, Europa e Stati Uniti tergiversano, il presidente Volodymyr Zelenskiy riscuote consensi mediatici in tutto il mondo, ma intanto da Bucha arrivano le immagini dei civili uccisi per strada. Siamo in un vicolo cieco.
Putin e Biden
La posizione della Chiesa – che noi su Tempi abbiamo riassunto utilizzando le parole di papa Pacelli alla vigilia del secondo conflitto mondiale («con la pace tutto è possibile, con la guerra tutto è perduto») – è sostanzialmente ignorata da tutti.
A prevalere in questo momento – basta leggere i giornali – sono le ragioni della guerra, non quelle della pace. Il punto di partenza dei ragionamenti e delle opinioni dei vari commentatori è quasi sempre se occorra inviare “più” armi all’Ucraina, non quali forze mettere in campo per raggiungere, almeno, una tregua. È, però, un tunnel buio: finché si combatte, qualsiasi tipo di negoziato risulta impraticabile. Soprattutto perché le delinquenziali decisioni di Vladimir Putin hanno fatto saltare tutti i tavoli delle trattative.
Ma, da questo punto di vista, anche la posizione del presidente Joe Biden non fa altro che peggiorare le cose. Con le sue stupide dichiarazioni il comandante in capo statunitense cosa altro ottiene se non di irrigidire ancor più la posizione dell’omologo russo? Tra l’altro, se, come spiegato qui, sono nelle disponibilità dei russi dei missili ipersonici che gli americani ancora non hanno, perché Biden non tace e ascolta un po’ di più i consigli del Pentagono?
L’Europa e il sogno di De Gasperi
L’unico soggetto politico che in tutta questa contesa dovrebbe fare sentire con maggior forza la sua voce – ed invece è afono – è l’Europa.
L’Europa si è unita sulle sanzioni, ma è chiaro a tutti che il suo peso specifico in questa situazione è leggero. Dovrebbe essere la più interessata alla pace perché, più si prolunga questa situazione, più ha da perderci. Dovrebbe essere l’Europa – non la Turchia – a mediare tra russi e ucraini. E, invece, latita. I suoi rappresentanti non hanno voce in capitolo. L’Unione Europea si è rivelata per quello che è: un’entità politica che non ha peso politico.
Così sullo scacchiere vediamo muoversi in ordine sparso, ognuno secondo la sua indole e mania di protagonismo, i vari capi di Stato. Ma vanno tutti in direzioni diverse: Macron prova a fare da solo, Scholz si riarma, Draghi traccheggia, Johnson fa eco agli istinti bellicosi americani. Ognuno balla da solo e così a condurre le danze sono altri. Mica solo sull’Ucraina, eh. Quando l’Azerbaijan ha invaso l’Armenia, nessuno ha battuto ciglio.
Questo succede perché gli altri sono più forti e noi siamo più deboli. Vecchia storia e vecchio errore: qui si capisce l’enorme delusione che provò Alcide De Gasperi quando fu bocciata la sua idea di una Comunità Europea di Difesa.
Ciò che è impossibile agli uomini
Siamo in un vicolo cieco, appunto, e Papa Francesco lo ha capito benissimo. È per questo, si dice, che sogni il gesto impossibile di recarsi a Kiev per uscire dal tunnel in cui lo sciagurato Putin ci ha infilato e gli inetti nostri governanti non paiono in grado di tirarci fuori.
Vuole realizzare l’impossibile per ribaltare la logica guerriera che finora non ha avuto altro esito che la prosecuzione del conflitto. Utopia? Ci consola solo ricordarci che ciò che è impossibile agli uomini, è possibile a Dio.
Foto Ansa
0 commenti
Non ci sono ancora commenti.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!