Papa Francesco all’omelia della Messa alla Casa Santa Marta ha commentato il brano del Vangelo in cui Gesù prega tutta la notte prima di scegliere i dodici apostoli, prima di «sistemare la sua squadra».
L’INTERCESSORE. Cristo, ha detto il Santo Padre, «è l’intercessore, quello che prega, e prega Dio con noi e davanti a noi. Gesù ci ha salvati, ha fatto questa grande preghiera, il suo sacrificio, la sua vita, per salvarci, per giustificarci: siamo giusti grazie a Lui». Gesù prega per noi anche adesso che «se n’è andato», ha aggiunto il Pontefice. «Ma Gesù è uno spirito? Gesù non è uno spirito! Gesù è una persona, è un uomo, con carne come la nostra, ma in gloria. Gesù ha le piaghe sulle mani, sui piedi, sul fianco e quando prega fa vedere al Padre questo prezzo della giustificazione, e prega per noi, come se dicesse: “Ma, Padre, che non si perda, questo!”».
LA POSSIBILITÀ DI PENTIRSI. Cristo «intercede per noi» anche dopo aver «fatto la redenzione» e averci «giustificato tutti», ha insistito papa Francesco. «Intercede, prega per noi. Io penso cosa avrà sentito Pietro quando lo ha rinnegato e poi Gesù ha guardato e ha pianto. Ha sentito che quello che Gesù aveva detto era vero: aveva pregato per lui, e per questo poteva piangere, poteva pentirsi». Anche i cristiani devono «pregare gli uni per gli altri» così come «Lui prega per me; Lui prega per tutti noi».
AFFIDARSI A LUI. Gesù prega per noi e «prega coraggiosamente perché fa vedere al Padre il prezzo della nostra giustizia: le sue piaghe», ha concluso il Pontefice. «Pensiamo tanto a questo, e ringraziamo il Signore. Ringraziamo per avere un fratello che prega con noi, e prega per noi, intercede per noi. E parliamo con Gesù, diciamogli: “Signore, Tu sei l’intercessore, Tu mi hai salvato, mi hai giustificato. Ma adesso, prega per me”. E affidare i nostri problemi, la nostra vita, tante cose, a Lui, perché Lui lo porti dal Padre».