
Pakistan. «I cristiani sono discriminati, chi può lascia il Paese. Vivere la fede qui è una sfida nuova ogni giorno»

«L’influenza dei fondamentalisti è cresciuta in modo smisurato negli ultimi anni. Tutto può succedere in ogni momento. Per questo motivo, tanti concittadini che vorrebbero cambiare le cose, scelgono di restare in silenzio». Joseph Arshad è stato nominato vescovo di Faisalabad da papa Francesco, ordinato l’1 novembre 2013 e quando parla della crescita dell’estremismo pensa alla coppia di cristiani bruciata viva in un forno a novembre per false accuse di blasfemia.
ISLAM RADICALE. Anche l’attentato alla scuola militare di Peshawar effettuato dai talebani, dove hanno perso la vita più di 130 ragazzi, non certo appartenenti a minoranze religiose, non è stato condannato in modo unanime all’interno della società. Molte frange, infatti, sostengono i terroristi e un’interpretazione radicale dell’islam.
SERVE EDUCAZIONE. Per monsignor Arshad, l’unica speranza su cui fare affidamento sono i giovani: «Un terzo della popolazione (180 milioni, ndr) ha meno di 15 anni. Il 60 per cento dei pakistani è analfabeta – spiega a Cna – e solo l’educazione può cambiare le cose perché ciò che manca è una classe media che agisca come forza di moderazione».
«SFIDA DELLA FEDE». Se per i giovani è difficile trovare lavoro, «sia cristiani che musulmani», i primi sono ancora più svantaggiati: «Chi può lascia il paese perché i cristiani sono discriminati e fanno ancora più fatica ad ottenere un impiego. Vivere la fede qui è una nuova sfida ogni giorno ma cerchiamo di dare a tutti la forza e un motivo per restare». Anche per questo c’è bisogno di una buona educazione, soprattutto per i 185 mila cattolici che vivono nelle 23 parrocchie della diocesi di Faisalabad, dove la Chiesa ha aperto 60 scuole frequentate a maggioranza da musulmani: «Chi riceve una buona educazione è in grado di vivere meglio la fede anche in un ambiente difficile».
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1 commento
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Ma no, i pakistani non sono bene informati! Se la prendano con gli U.S.A. e con l’Occidente, invece di emigrare negli U.S.A. e nell’Occidente, colpevoli a sentire i catto-islamisti di casa nostra, delle leggi in vigore in Pakistan. O chiedano asilo politico in paesi islamici accoglienti e pacifici come l’Iran, vedrà come saranno accolti bene, specie se cominceranno a comportarsi come gli islamici fanno da noi, sempre per colpa – sì sì! – di Usraele, non dimentichiamolo, non dimentichiamolo…