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«Obama è il primo presidente americano a ledere la libertà di coscienza e religiosa»

Intervista a John Brehany, direttore esecutivo dell'Associazione dei medici cattolici americani: «Obama ha varato questo regolamento in campagna elettorale perché pensa di guadagnare più voti di quelli che perderà. Ma non a caso il Papa a gennaio ha denunciato la persecuzione della libertà religiosa da parte del laicismo radicale».

Benedetta Frigerio
23/02/2012 - 8:55
Esteri
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«La questione non è se usare i contraccettivi sia giusto o meno. Ma se si possono forzare le persone a pagare per questo», a ribadirlo a tempi.it è John Brehany, direttore esecutivo dell’Associazione dei medici cattolici americani, che si sta battendo contro il regolamento varato il 20 gennaio scorso, che obbliga tutti gli ospedali – compresi quelli religiosi – e tutti i datori di lavoro a coprire la spesa della contraccezione e dell’aborto. «Alcune istituzioni rifiuteranno il mandato e per farlo sono pronte a pagare multe ingenti. Alcuni hanno calcolato che il rifiuto gli costerà milioni di dollari. L’università cattolica di Notre Dame dovrebbe pagarne una che va dai tre ai sei milioni di dollari l’anno. Altre istituzioni, invece, potrebbero piegarsi alla decisione dello Stato. Il sistema ospedaliero della West Coast, solo un mese fa, ha annunciato che non esiterà più un servizio sanitario cattolico: così all’incirca quaranta ospedali hanno cambiato il loro nome, che evocava la matrice religiosa di provenienza. Altri istituti per non piegarsi a compiere atti contro la propria coscienza potrebbero invece chiudere e magari essere comprati dallo Stato».

Questo non vale solo per i cattolici ma anche per altre istituzioni religiose contrarie alla contraccezione e all’aborto?
Non parliamo solo di ospedali, ma di scuole, agenzie sociali e caritative. Molte agenzie di adozione negli Stati americani che hanno legalizzato il matrimonio omosessuale hanno già chiuso per non tradire la propria coscienza. In Massachusetts e in Illinois è già capitato: per questo il Papa a gennaio ha denunciato la persecuzione della libertà religiosa da parte del laicismo radicale.

Lunedì 2.500 leader religiosi hanno inviato una lettera di protesta al presidente Usa. Pensa che questa mobilitazione possa influenzare il voto dei cattolici e quindi fermare Obama?
Obama non tornerà indietro. Primo perché è ideologicamente a favore della contraccezione e dell’aborto. Secondo perché pensa che questa mossa gli darà più voti di quelli che potrebbe perdere. Altrimenti non avrebbe annunciato la decisione in piena campagna elettorale. Ovviamente sa che deve mentire, capovolgendo i ruoli: fa credere alle persone che la Chiesa cattolica sia retrograda e che cerchi di combatterlo nel suo tentativo filantropico di aiutare la gente ad essere libera. In realtà la Chiesa non obbliga nessuno a non abortire o usare anticoncezionali, solo non vuole farsi complice di chi decida per questi atti, mentre Obama obbligandola a favorirli sta minando la base di tutte le libertà, quella protetta dal primo emendamento della Costituzione e su cui l’America è nata: la libertà religiosa. Perciò bisogna essere instancabili nel cercare di far capire alle persone il tranello. E per questo stiamo cercando di far approvare al Senato e alla Camera una legge che protegga la libertà di coscienza: se Obama non la accettasse il trucco sarebbe svelato.

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La Chiesa cattolica, però, sta parlando con chiarezza mostrando ai fedeli il suo punto di vista.
I vescovi e la conferenza episcopale purtroppo non sono seguiti da tutti i cattolici che si fanno erroneamente portavoci della Chiesa. La difficoltà sta proprio qui. Ad esempio, la posizione espressa pubblicamente da suor Carol Keehan, presidente della Catholic Health Association (l’Associazione sanitaria cattolica), ha fatto grossi danni: alcune università e scuole, seguendone l’esempio, hanno finto che il compromesso offerto da Obama togliesse loro la responsabilità di contribuire alla contraccezione e all’aborto e sono arrivate fino al punto di ringraziare pubblicamente il presidente. Questo indebolisce lo sforzo che stanno facendo i vescovi. E confonde i fedeli cattolici. In realtà il compromesso non toglie il fatto che i datori di lavoro dovranno pagare le assicurazioni dei propri dipendenti che dovranno includere aborto e contraccezione.

Il governo ha pubblicato una statistica che dice che il 98 per cento delle donne cattoliche usa i contraccettivi e che quindi la Chiesa deve lasciare loro la libertà di usarli.
Ancora una volta. Nessuno gliela nega. Ma da qui a costringere la Chiesa a pagarla ce ne corre: anche se fosse il 100 per cento a usarla non si può obbligare nessuno a compiere un atto che ritiene contrario alla natura e al bene. Se per Obama poi la contraccezione e l’aborto sono un diritto, non può mentire dicendo che la Chiesa lo ostacola perché le donne americane possono accedervi facilmente. Il presidente, inoltre, sapendo che sull’aborto gli americani sono più sensibili evita di dire che l’obbligo è anche su questo e parla solo di contraccezione. Inoltre, che il 98 per cento delle donne cattoliche usi i contraccettivi è una menzogna. La statistica pubblicata dal governo è del Guttmacher institute, affiliato alla più grande lobby abortista americana, la Planned parenthood federation, che ha condotto la ricerca solo su donne che già dichiaravano di usare contraccettivi. Si capisce il risultato, che non tiene conto di tutte le altre donne che si astengono dai rapporti sessuali prima del matrimonio e che sposate non ne fanno uso. Mancano poi le protestanti e le ebree o le persone di altre religioni.

Riuscite a raggiungere i mass media per far sentire la vostra voce?
C’è un sondaggio della Cnn che dimostra che il 50 per cento degli americani è contrario alla decisione di Obama, mentre il 44 è a favore. Ma credo che il lavoro dovrà essere lungo e duro: l’America è la patria della libertà religiosa (qui si sono rifugiati i protestanti, gli ebrei…) e la gente fatica a crede che un presidente possa lederla.

In questo senso i candidati repubblicani stanno facendo un buon lavoro.
Gingrich non va così bene nei sondaggi quindi il suo messaggio è debole. Romney non è troppo credibile come testimone perché un tempo sposava politiche liberal. Rick Santorum invece sta godendo di un grande consenso ed è un ottimo oratore: ha fatto capire chiaramente, punto per punto, perché l’ “Obamacare” tende a obbligare, non solo i datori di lavoro, ma anche i medici a praticare aborto sulle gravidanze difficili e l’eutanasia, imponendo loro tagli alle spese e riducendo i rimborsi. Credo che i candidati debbano continuare su questa via per tutto l’anno.

Obama ha parlato con la i vescovi prima di procedere.
Ha convocato il presidente della conferenza episcopale, Timothy Dolan, lo scorso dicembre per discutere della decisione appena presa. Il presidente gli ha fatto credere di aver compreso le sue ragioni, ma il 20 gennaio, il giorno prima che il dipartimento della Salute annunciasse la decisione, Obama lo ha chiamato e gli ha detto: «Andremo avanti in ogni caso». Poi lo ha chiamato il 10 febbraio, qualche minuto prima di annunciare il finto compromesso, per dirgli che i giochi erano fatti. A questo punto possiamo solo agire per vie legali, cercando di educare la gente e chiedendo a chi crede di pregare.
Twitter: @frigeriobenedet

Tags: contraccezionelibertà religiosaObamaromneysantorumUSAvescovi
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