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O i pronomi o il “cuore spezzato”. Il ricatto dei genitori transgender alla scuola

Il giudice ordina il reintegro di Tanner Cross, sospeso perché contrario a chiamare i bimbi delle elementari col genere preferito. «I nostri figli sono sconvolti, non li manderemo a lezione». E il Nyt rincara: senza bagni gender ci saranno morti

Caterina Giojelli
10/06/2021 - 2:00
Esteri
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Anche se non userà i pronomi transgender Tanner Cross può tornare in classe tra i suoi studenti, i bambini della scuola elementare pubblica di Leesburg, in Virginia. Lo ha deciso il tribunale della contea di Loudoun. Sospendere l’insegnante a causa per le opinioni espresse legittimamente nel corso di un dibattito pubblico è stato per il giudice James Plowman Jr «un atto incostituzionale», «che ha messo a tacere anche altri dissuadendoli a parlare pubblicamente della questione». Ed è grave che la scuola abbia preso questa decisione sotto il ricatto di cinque genitori.

La storia in breve: Tanner Cross è un insegnante di educazione fisica che ha fatto l’errore di esprimere “preoccupazione” riguardo all’introduzione della politica “del pronome preferito” emanata dal distretto e dibattuta in un consiglio scolastico del 25 maggio. La bozza della nuova policy a tema affermava che «il personale deve consentire agli studenti “gender expansive” o transgender di utilizzare il nome e i pronomi di genere preferiti che riflettono la loro identità di genere senza alcuna comprovata evidenza», e di rivolgersi a loro chiamandoli di conseguenza.

La sospensione di Tanner Cross

Intervenendo nel dibattito Cross si è detto in difficoltà a causa della sua fede cristiana e determinazione a dire sempre la verità: «Amo tutti i miei studenti, ma non mentirei mai a loro a prescindere dalle conseguenze. Sono un insegnante, ma credo in Dio e non posso affermare che un ragazzo biologico è una ragazza, e viceversa. Sarebbe contro la mia religione, sarebbe anche mentire a un bambino». A questo proposito l’insegnante ha fatto riferimento a un recente documentario in cui compare l’intervista a un bambino, che assecondato dagli adulti e avviato alla transizione di genere, si è pentito e vorrebbe solo tornare indietro.

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Nell’arco di 48 ore Cross è stato sollevato dai suoi incarichi, gli è stato vietato di mettere piede alla scuola di Leesburg e nel campus. Il motivo addotto nella lettera di congedo retribuito, è che era sotto indagine per avere causato disturbo alle attività educative. Dopo l’intervento di Cross, infatti, cinque famiglie avevano inviato al distretto delle mail di protesta, chiedendo che i loro figli venissero immediatamente rimossi dalle classi seguite dall’insegnante. La rappresaglia, così l’ha definita l’Alliance Defending Freedom che ha intentato causa per conto di Cross, è stata centrale tanto per la sospensione di Cross quanto per la reintegrazione ordinata dal tribunale.

Il giudice reintegra il prof

Secondo il giudice, infatti, Cross è stato sospeso per la credenze religiose sincere espresse in un contesto in cui «stava parlando come cittadino, non nella sua veste ufficiale», su una «questione di interesse pubblico». Una questione su cui le istituzioni stesse avevano invitato i cittadini a confrontarsi con esiti paradossali: dopo il bando di Cross, cinque insegnanti contrari alla “politica del pronome preferito” hanno preferito tacere, terrorizzati dalle conseguenze.

Il giudice ha anche definito «un atto inutile e vendicativo dato che la fine dell’anno scolastico era imminente» la mail inviata dalla scuola ai genitori il 27 maggio per informarli della sospensione dell’insegnante. Sottolineando che il numero di lamentele – cinque – in tutta la scuola era “de minimis”. Secondo le leggi della Virginia il sistema scolastico ha ora 15 giorni per fare ricorso contro la sentenza.

Il transgender: «Figli sconvolti»

Questa è la storia. Ma a portare Cross in tribunale non sono state le sue opinioni. È stato il ricatto di cinque famiglie: o Cross o i nostri bambini. Il Washington Post ha intervistato Cris Candice Tuck, un genitore transgender di Loudoun:

«Ha detto che lui e i suoi figli – che quest’anno stanno frequentando il corso di educazione fisica di Cross – hanno il cuore spezzato. Teme che la sentenza incoraggerà la “retorica piena di odio” in tutta la contea».

Tuck ha aggiunto che per suo figlio di 6 anni Cross era un modello: il ragazzo ha difficoltà a scuola e con l’educazione fisica riesce a sfogarsi.

«”I miei figli sanno che sono transgender e molti dei nostri amici sono transgender”, ha detto Tuck. “Sanno quali possono essere gli effetti di cose come il misgendering e il dead-naming“. “Sono davvero sconvolti oggi”, ha aggiunto. “Non vogliono fare l’ora di educazione fisica giovedì”».

Sarà l’ultima lezione dell’anno ma Tuck chiederà una “esenzione speciale” al preside di Leesburg perché i suoi figli possano assentarsi durante le lezioni di Cross. Se il preside la negherà Tuck li ritirerà dalla classe. Cioè spegnendo il computer: i suoi bambini di 6 e 8 anni frequentano la scuola a distanza.

Il ricatto del “cuore spezzato”

Nessuno si chiede perché trascinare i bambini nelle battaglie degli adulti: quella di Cross, che non crede «che ogni studente o insegnante nella contea debba accettare il mio punto di vista», ma crede che «gli insegnanti non debbano essere costretti a dire cose che non credono siano vere». E quella dei genitori che hanno sfilato con i cartelli “Protect Trans Kids” e “We Support Equity” scontrandosi con genitori con le magliette “Let Tanner Teach”. O perché a 6 anni debbano masticare di misgendering o deadnaming più che di educazione fisica.

Non ce lo chiediamo perché il “ricatto morale” del cuore spezzato dei transgender, i bambini “sconvolti” è il grimaldello più usato dagli attivisti per scardinare le leggi. Ha scritto Alfonso David, presidente della Human Rights Campaign, lobby di pressione politica Lgbtq, che è venuto il momento di «sfidare la legge, sono in gioco niente meno che i nostri diritti civili». Lo ha fatto sul New York Times dopo che il governatore del Tennessee ha firmato una “legge del bagno” che impedirebbe ai trangender di usare i servizi igienici in linea con la loro identità di genere invece di quella biologica.

«Ci saranno ancora più morti»

Per David è l’ultimo di una serie di assalti legislativi «senza precedenti» agli Lgbtq, ai transgender e ai non binari americani, che «non vivono semplicemente in uno stato di emergenza ma in molti stati di pericolo imminente. I soliti inviti all’azione non bastano contro queste minacce». David si appella alle autorità, agli incaricati di far rispettare le leggi dei bagni, a datori di lavoro, operatori sanitari, educatori, li invita a ribellarsi a leggi come quelle del bagno o regolamenti che impediscono ai trans di gareggiare nelle categorie del genere dichiarato e non biologico.

Leggi che «hanno un impatto devastante sulla salute sociale, fisica ed emotiva di studenti trans» e «contribuiscono all’ondata di violenza. Ad oggi siamo sulla buona strada per superare il numero di persone trans e di genere non conforme uccise nel 2020».

Dalle Jim Crow alla legge del bagno

Torna il ricatto morale: se non ci date quello che chiediamo la gente morirà o si farà del male. Di più, immancabile, nel suo editoriale torna il parallelo con la segregazione razziale e leggi discriminatorie affossate grazie a chi ebbe il coraggio della disobbedienza civile e di prendere decisioni scomode, «e ora siamo arrivati a questo momento». Solo che dall’altra parte non ci sono le leggi Jim Crow, non ci sono leggi incostituzionali (tali furono dichiarate quelle sulla segregazione negli anni Sessanta), c’è il primo emendamento che in Virginia, per esempio, assicura libertà di pensiero a un insegnante di educazione fisica.

Non c’è il Ku Klux Klan ma ci sono per esempio in Connecticut studentesse che rivendicano il diritto alla concorrenza leale nei campionati scolastici. Ci sono medici convinti in scienza e coscienza che le procedure di riassegnazione del sesso dei minori sono sbagliate e sono contrari alla somministrazione di bloccanti della pubertà. Ci sono scuole che a proposito di sesso credono nella biologia e nella Bibbia e non nella percezione e nel Nyt. Sono loro i nemici di un ordine morale superiore a cui appellarsi per rifiutare di lavorare, studiare e rispettare le leggi fino a cambiarle?

Foto di Sharon McCutcheon su Unsplash

Tags: Ideologia Genderliberta di parola
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