Nord Corea. «Il popolo non crede più alle minacce di Kim Jong-un»

Di Leone Grotti
30 Agosto 2017
Il dittatore nordcoreano ha lanciato l'ultimo missile sopra il Giappone anche per mandare un messaggio interno al suo paese. Che però «soffre il comportamento belligerante del regime»
(FILE) This July 28, 2017, file photo distributed by the North Korean government shows what was said to be the launch of a Hwasong-14 intercontinental ballistic missile at an undisclosed location in North Korea. (Korean Central News Agency/Korea News Service via AP, File) [CopyrightNotice: KCNA via KNS]

epa06171009 A photo made available by the official North Korean Central News Agency (KCNA) allegedly shows intermediate-range strategic ballistic rocket being launched during a drill at an undisclosed location in North Korea, the early morning of 29 August 2017. According to media reports, the United Nations security Council held a meeting late 29 August 2017, and released a statement condemning the launch, during which the ballistic missile flew over northern Japan.  EPA/KCNA   EDITORIAL USE ONLY

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Sorvolando il Giappone con l’ennesimo missile il 28 agosto, inabissatosi poi nell’Oceano Pacifico, Kim Jong-un non ha soltanto cercato di spaventare Tokyo, Seul e soprattutto Washington, minacciando una guerra nucleare, ma ha anche lanciato un messaggio al suo popolo. Il programma missilistico e nucleare nordcoreano, infatti, non ha come unico obiettivo quello di garantirsi la sopravvivenza attraverso minacce più o meno credibili, ma anche di aumentare il consenso interno e l’adorazione nei confronti del leader supremo.

[pubblicita_articolo allineam=”destra”]VENDICARE LA STORIA. L’ultimo missile è stato lanciato nel giorno del 107anniversario della firma del trattato del 1910 tra Giappone e Corea, nel quale si sanciva la disgraziata colonizzazione dell’allora unificata penisola coreana. Negli anni di dominazione nipponica, i coreani furono sottomessi in modo crudele ed è ancora vivo il ricordo delle donne coreane usate per divertire sessualmente i soldati giapponesi prima e durante la Seconda guerra mondiale. Kim, oltre a minacciare il Giappone e migliaia di soldati americani sull’isola di Guam, vuole mostrare al suo popolo che è in grado di lavare quell’onta e che è arrivato il turno della Corea del Nord di essere forte e tiranneggiare i vicini.

«NON È MAI SUCCESSO NIENTE». Molte cose però sono cambiate da quando il padre fondatore Kim Il-sung ha posto le basi del programma nucleare e missilistico nordcoreano oltre 50 anni fa. E non bastano più minacce e lanci di prova per riunire il popolo attorno a un’ideologia che ha massacrato e affamato il paese per decenni. «Gli abitanti della Corea del Nord si prendono gioco delle minacce del leader al resto del mondo», spiega una fonte interna al paese a Daily Nk. «I residenti dicono che sono più di 50 anni che il regime minaccia di avvolgere Corea del Sud e Stati Uniti con un oceano di fuoco, ma non è mai successo niente».

LA STESSA STRATEGIA. Continua a crescere il numero dei nordcoreani che «ritiene le continue provocazioni agli Stati Uniti una battaglia persa», continua la fonte. «Noi siamo gli unici a pagare il comportamento belligerante del regime». Addirittura, «in tanti accolgono favorevolmente la propaganda del regime secondo cui la guerra sarebbe imminente. Se fosse così, infatti, verremmo sconfitti e le nostre sofferenze per mano del regime finirebbero». Il pensiero più diffuso però è che «Kim Jong-un utilizza la stessa vecchia strategia di suo padre e suo nonno: minacciare guerra per compattare la popolazione, ma non funziona più».

@LeoneGrotti

Foto Ansa

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