Good Bye, Lenin!
«Non si può separare Cristo dal lavoro umano». Storia della croce di Nowa Huta
Tuttavia nel ’56, durante il «disgelo», molti cittadini chiedono alle autorità di poter avere un edificio di culto, ed è lo stesso primo segretario Gomułka a confermare che, da parte del Partito, non c’è alcun problema. Scelto il luogo, si costituisce un comitato per studiare il progetto, i fedeli cominciano a raccogliere offerte e all’incrocio tra via Marx e via Majakovskij viene eretta una croce lignea alta 8 metri.
Passano tre anni e il Partito cambia idea, rimangiandosi la promessa: non ci sarà più alcuna chiesa, al suo posto sorgerà la scuola elementare nr. 87, e i 2 milioni di złoty raccolti dalle offerte vengono confiscati. Karol Wojtyła, allora vescovo suffraganeo di Cracovia, nell’aprile 1960 si rivolge alle autorità facendo presente che quella croce è ormai un oggetto di culto e la sua rimozione costituirebbe una violazione del diritto canonico. Ma i comunisti sono decisi a usare la forza.
Wojtyła scrive un appello ai fedeli in cui cerca da un lato di placare gli animi, ma dall’altro sostiene con forza che la croce deve rimanere sul posto fino a quando non verrà costruita una chiesa. Il suo testo però non arriverà nelle chiese perché glielo sequestrano grazie alla soffiata di don Mieczysław Satora. Noto dal ’47 come informatore della polizia politica, da cui riceve denaro e regali, don Satora riuscirà anche a infiltrarsi nella curia di Cracovia da dove raccoglierà informazioni su Wojtyła.
[pubblicita_articolo allineam=”destra”]Solo nel ’67 le autorità comuniste permettono la costruzione di un luogo di culto, ma in un altro quartiere di Nowa Huta: sorgerà l’«Arca», la chiesa tanto voluta da Wojtyła che, nonostante le difficoltà e gli atti di vandalismo, viene consacrata nel ’77. Durante il suo primo viaggio in Polonia da papa nel giugno 1979, egli dirà ai fedeli di Nowa Huta: «Non si può separare la croce dal lavoro umano. Non si può separare Cristo dal lavoro umano. E questo è stato confermato qui a Nowa Huta. E questo è stato il principio della nuova evangelizzazione, agli inizi del nuovo millennio del cristianesimo in Polonia. Questo nuovo inizio l’abbiamo vissuto insieme e l’ho portato con me, da Cracovia a Roma, come una reliquia. Il cristianesimo e la Chiesa non hanno paura del mondo del lavoro».
Negli anni ’90 anche nei pressi della croce, vicino alla scuola, viene finalmente eretta una chiesina dedicata al Sacro Cuore. Anche la lunga via Majakovskij è diventata «Dei difensori della croce».
[pubblicita_articolo_piede]
0 commenti
Non ci sono ancora commenti.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!