Non gettate la croce sulle banche. Se stanno bene loro, state bene voi
Su un taxi che ieri manifestava a Milano appariva un cartello che inneggiava a colpire la casta del credito, al posto dei tassisti. La categoria dei banchieri è sempre additata dall’opinione pubblica come il male da sconfiggere. Alcune volte la rabbia è palese e urlata con slogan che inneggiano alla ghigliottina, altre volte invece è espressa in forma latente. Sta di fatto che tutti se la prendono con le banche e, in ultima analisi, con il Governo che non le ha penalizzate abbastanza. Conseguenze? Paginate su Corrado Passera referente dei poteri forti che fa pagare ai poveri il gonfiore dei portafogli dei ricchi. E ancora: Monti amico dei banchieri che “fa i piaceri” agli amministratori delle aziende del mondo finanziario.
C’è una strana sindrome sull’argomento che potrebbe essere paragonata a coloro che, traditi dalla moglie, si fanno eunuchi per dispetto. Purtroppo non si capisce che se le banche non si mantengono in salute, non sta bene nessuno. Lo Stato non ha più compratori di titoli di debito pubblico, le famiglie e le imprese non hanno interlocutori che eroghino loro i crediti, e così via. Augurare il male al sistema bancario è un principio masochistico.
I periodi più floridi dell’economia sono sempre stati quelli in cui le aziende di credito stavano meglio. È anche vero che le bolle speculative degli ultimi anni sono state provocate da un sistema finanziario che si è mosso con un evidente eccesso di zelo e in modo particolare attraverso un allontanamento dall’economia reale.
L’economia reale riesce ad espandersi solo se supportata da un sistema di credito efficiente. Il professor Sergio De Angeli, esperto di credito popolare, spiega a tempi.it che nella seconda metà dell’Ottocento le piccole e medie imprese hanno avuto modo di svilupparsi grazie al sostegno ricevuto dalle banche popolari. La medesima cosa è avvenuta nel dopoguerra: negli anni 50 e 60 le banche popolari di estrazione laica e cattolica sono cresciute supportando la crescita di quegli anni.
Anche sul lato dei risparmi vale l’equazione «se la banca guadagna stiamo bene tutti». Commenta il professor Marco Oriani, ordinario di Intermediari finanziari all’Università Cattolica: «L’attività di gestione dei patrimoni esercitata dalle banche è preziosa, può fornire un contributo decisivo per la protezione dei risparmi ed evitare comportamenti irrazionale della clientela non esperta in momenti di turbolenza del mercato». Oriani sottolinea che «se per l’erogazione degli impieghi occorre rispettare i limiti imposti dalle autorità di vigilanza rispetto ai capitali raccolti e al patrimonio detenuto, nelle gestioni dei patrimoni questo avviene in modo non così significativo».
Twitter: @giardser
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