Lettere al direttore

Non è il “vento della destra”, è il vento della realtà

Un momento del voto per le elezioni amministrative nel seggio in Piazza del Collegio Romano, Roma, 05 giugno 2016.

Un momento del voto per le elezioni amministrative nel seggio in Piazza del Collegio Romano, Roma, 05 giugno 2016.

Caro direttore, povera Schlein! Quante critiche alla migliore sponsor del centrodestra! Anche tutti coloro, ed erano tanti, che inneggiavano alla “novità” accaduta in casa Pd, ora, di fronte ai numeri impietosi delle ultime elezioni amministrative (soprattutto ad Ancona), sono a loro volta impietosi nel fare le pulci alle pazzie (che erano tali anche prima) propagate dalla povera Schlein. La quale si è difesa, rassegnata, dicendo che continua il vento favorevole al centrodestra, vento destinato, peraltro, a continuare.

Forse, in termini prettamente politici, la segretaria del Pd non poteva dire altro, ma mi permetto correggerla con un’osservazione che, almeno mi pare, nessuno ha finora fatto. E l’osservazione è che il vento per ora favorevole al centrodestra ha una motivazione che precede la politica, anche se poi si esprime nel voto politico e amministrativo.

E la motivazione mi pare questa. La gente comincia ad essere stufa di essere bersagliata da messaggi che negano ogni evidenza della realtà e che, per di più, nulla hanno a che fare con i veri problemi che le persone, le famiglie e le aziende vivono ogni giorno sulla propria pelle e, spesso, con sacrifici enormi. La gente comincia a non capire perché il grande problema del consiglio comunale di Bologna sia quello di cancellare la distinzione tra bagni destinati alle donne e quelli destinati agli uomini; non capisce perché si debba accettare che l’utero della donna venga messo in vendita, non importa se a titolo gratuito o no; non capisce perché si debba mettere in dubbio che una persona con il pene debba essere definito uomo ed una con la vagina debba essere definita donna; non capisce perché queste autentiche pazzie debbano diventare materia di insegnamento nelle scuole pubbliche; non capisce perché in pochi anni debba diventare obbligatoria la macchina elettrica, con immensi danni economici per tutti; non capisce perché si debba inneggiare al “suicidio assistito”; non capisce più tante cose che vanno in questa direzione e che, direbbe Chesterton, dovrebbero solo essere definite come “pazzie”.

In altre parole, ho l’impressione che il vento non vada tanto a favore, politicamente parlando, del centrodestra, ma vada a favore di un ritorno a quella che il servo di Dio don Luigi Giussani definiva come “esperienza elementare” (consiglio a tutti di leggere il suo libro Il senso religioso) e quello che Chesterton indicava come “uomo comune”. Mi sembra, cioè, che a poco a poco (ma con eccessiva lentezza, visto il bombardamento ideologico operato in tutti questi anni) le persone stiano tornando al buon senso di riconoscere ciò che è “evidente” nella realtà e ciò che non lo è.

L’allontanamento dalle evidenze primarie della vita sta portando diritto verso nuove gravi patologie, come dimostra l’aumento vertiginoso del numero dei giovani che devono ricorrere alle cure psicologiche o, addirittura, psichiatriche. Grande, in tutto questo, è la responsabilità di tutti coloro che hanno diffuso tutte queste deviazioni dalla realtà. Sono propagatori di veri e propri “scandali”, condannati duramente dal Vangelo (Matteo,18,6; Marco, 9,42;Luca, 17,1). Probabilmente il vento sta cambiando, ma nella direzione opposta a quella indicata dalla Schlein, che, a quanto pare, continua a non capire. Probabilmente un partito “radicale” non può rimanere nel tempo di massa e tornerà, grazie al buon senso del popolo, ai numeri bassi che tale partito otteneva nel nostro Paese.

Tutto questo rende evidente che, allora, il problema principale non è di ordine politico, ma di ordine educativo. Dobbiamo, tutti quanti, rifarci carico della nostra responsabilità di adulti. Ritornare ad essere educatori del reale comporta anche correre il rischio di diventare impopolari. I grandi e veri educatori hanno sempre assunto il rischio della impopolarità. Perché è più “popolare” lasciare correre le cose per il loro verso istintivo, anche se così le personalità spariscono. In particolare, anche i cattolici devono uscire dalla paura di essere o apparire impopolari e devono avere il coraggio di riproporre senza vergogna e con gioia il grande patrimonio di senso e di verità che Santa Madre Chiesa ha trasmesso loro da secoli. Cerchiamo di favorire il vento che pare riportarci verso l’accettazione e l’amore della realtà.

Peppino Zola

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1 commento

  1. SERGIO GALLI

    Sottoscrivo.
    La realtà è testarda e prima o poi si impone.

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